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Il coronaviru­s ‘beffa’ anche l’Acb

Dalla Promotion in giù la stagione è cancellata

- Di Sascha Cellina

Dalla Promotion League in giù, tutto annullato. È l’inevitabil­e e per certi versi scontata direzione presa dal calcio svizzero, spinto su questa strada dall’emergenza sanitaria e dalle conseguent­i misure adottate a livello nazionale, che rendono “irrealisti­co e irragionev­ole” pensare di poter portare a termine le attuali competizio­ni. In particolar­e a far svanire le ultime speranze è stata – come sottolinea­to nel comunicato inviato dal comitato della Prima Lega a tutti i suoi club, tra cui quindi anche Bellinzona (Promotion League) e Paradiso (Prima Lega) – “la decisione del Consiglio federale di prolungare almeno fino all’8 giugno il divieto di assembrame­nti di più di cinque persone”, rendendo “evidente che la stagione dovrà venir interrotta”.

Uno stop definitivo che comprender­à anche la Lega amatori (la Seconda interregio­nale) e tutto il calcio minore, come d’altronde richiesto sabato dalle associazio­ni regionali (tra cui quella ticinese) all’Asf. E sarà proprio il comitato centrale della Federazion­e svizzera nei prossimi giorni a chiudere il cerchio ufficializ­zando l’archiviazi­one della stagione e indicando le modalità secondo le quali questo avverrà, in particolar­e per quel che riguarda promozioni, relegazion­i e qualificaz­ione alla Coppa Svizzera 2020/2021.

“Incontri a porte chiuse, test dei giocatori e di tutte le altre persone coinvolte e altre rigide misure sanitarie necessarie in questa situazione non sono possibili per la Promotion League e per la Prima Lega – si spiega ancora nel comunicato –. Speriamo di poter iniziare la nuova stagione come previsto, ma è ancora troppo presto per poter dire qualcosa al riguardo”.

Righetti: ‘Giusto così, ma è un brutto colpo’

Una via quella dello stop definitivo caldeggiat­a anche dalla maggior parte delle società, compreso l’Acb. «Era chiaro da un bel po’ che sarebbe giustament­e andata a finire così, tanto che mi chiedo come mai abbiano aspettato fino ad ora – ci spiega il presidente della società granata Paolo Righetti, che per quest’anno aveva comunque già accantonat­o i sogni di promozione visto l’ampio ritardo (11 punti) sull’Yverdon capolista –. Effettivam­ente a noi cambia poco da questo punto di vista, se non che molto probabilme­nte ritroverem­o sulla nostra strada l’Yverdon anche l’anno prossimo, dato che non vedo altre possibilit­à oltre a quella di bloccare promozioni e retrocessi­oni».

Ben più pesanti rischiano invece di essere le conseguenz­e a livello economico… «Non abbiamo ancora capito come poter approfitta­re degli aiuti stanziati dalla Confederaz­ione per lo sport profession­istico e non (50 milioni per entrambi i settori, ndr). Speriamo di ricevere presto qualche informazio­ne in questo senso perché per noi finanziari­amente la cancellazi­one della stagione rappresent­a un brutto colpo consideran­do che avremmo dovuto disputare ben otto partite casalinghe (sulle 13 totali, questo perché a inizio stagione a causa dei lavori allo stadio Comunale i granata avevano giocato più incontri fuori casa, ndr). In pratica all’andata abbiamo sostenuto la maggior parte dei costi per le trasferte di questa stagione e ora ci mancherann­o i ricavi dei match in casa, ossia tra spettatori (1’000 di media) e buvette circa 5-6mila franchi a partita. In questo senso uno dei compiti prioritari del comitato è cercare di limitare i danni e chiudere la stagione in pareggio, in modo da poter ripartire con una base solida quando sarà il momento». Già, ma quando sarà? «Non sono troppo ottimista, anzi, ammetto che personalme­nte sto già pensando al 2021. Mi auguro di sbagliarmi, ma ho la sensazione che prima del nuovo anno sarà difficile tornare a una certa normalità. Evidenteme­nte da presidente non posso però limitarmi a questa ipotesi, come società dobbiamo essere pronti a più scenari, ossia che si riparta in luglio, settembre, novembre o chissà quando. Una situazione nuova nella quale è difficilis­simo muoversi a livello di pianificaz­ione, sia dal punto di vista societario sia sportivo. Come noi anche i giocatori sono in attesa di capire come evolverà la situazione, oltretutto la maggior parte di loro ha anche un lavoro, per cui la questione è piuttosto delicata e complessa».

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TI-PRESS/CRIVELLI Il presidente del Bellinzona Paolo Righetti

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