Lo psicologo cura online e la cassa non rimborsa
Disparità nei rimborsi per le cure a distanza se a farle sono psichiatri o psicoterapeuti
Nonostante il confinamento obbligato, l’Ufficio federale della sanità (Ufsp), ha deciso che il rimborso della psicoterapia a distanza è molto limitato per psicologi e psicoterapeuti.
Il coronavirus non molla la presa nemmeno di notte. In questo periodo si sogna di più e spesso al mattino ci ricordiamo tutto. Il nostro cervello elabora così questa nuova realtà ‘fuori di testa’, la rende accettabile. Nel sogno trasformiamo tensioni in pensieri. A constatarlo sono psicologi da tutto il mondo mentre varie università stanno studiando gli effetti della pandemia sulla nostra mente.
Le città sono drammaticamente vuote, non si viaggia più, si lavora meno, la vita sociale è azzerata. Fermarsi significa avere più tempo. Per alcuni anche più ansia. “Le problematiche stanno aumentando. Chi aveva angosce prima dell’epidemia ora sta peggio. Tra chi prima stava bene, ci sono più persone che chiedono un sostegno psicologico. Prevediamo che i casi aumenteranno in Svizzera», spiega Philipp Thüler, portavoce della Federazione svizzera di psicologhe e psicologi (Fsp). L’incertezza di restare senza lavoro, il distanziamento sociale e la quarantena stanno traducendosi in crolli psicologici. Infatti, in Ticino è attiva una hotline dove si trova anche un supporto psicologico (0800 144 144). Nonostante il periodo critico e il confinamento obbligato, l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), ha deciso che il rimborso della psicoterapia a distanza resterà molto limitato. In tanti si troveranno presto a doversi pagare la videopsicoterapia di tasca propria. Vediamo perché.
Psicoterapeuti, lavoriamo gratis?
In questo periodo molti psicologi, psicoterapeuti e psichiatri fanno terapie con la videochiamata. Lo scorso 2 aprile, l’Ufsp ha deciso che fino a nuovo avviso sarà coperta dall’assicurazione di base. Ma solo se eseguita da psichiatri. Psicologi e psicoterapeuti, che lavorano su delega, possono fatturare al massimo 360 minuti a semestre. «È una decisione incomprensibile che mette in difficoltà tremila psicologi, psicoterapeuti e i loro pazienti. È una disparità di trattamento. Abbiamo alle spalle varie settimane di isolamento forzato e molti psicoterapeuti hanno già esaurito le 6 ore di terapia a distanza. Da settimana prossima le possibilità sono due: gli psicoterapeuti dovranno lavorare gratuitamente o la fattura sarà a carico dei pazienti”, precisa Thüler.
La petizione al ministro Berset
Le associazioni di categoria chiedono che la decisione venga riesaminata. In meno di dieci giorni, più di 15’000 persone hanno firmato una petizione online indirizzata da un privato al ministro della sanità Berset. Chiede che la psicoterapia video o telefonica possa venir fatturata come una terapia in studio, indipendentemente che venga erogata da psicologipsicoterapeuti o da psichiatri.
Trattano gli stessi casi
Secondo l’Ufsp, la decisione presa mira a “garantire l’accesso per i casi più complessi” che sono “molto spesso” seguiti dagli psichiatri. Un’affermazione respinta con decisione dagli psicologi: “I casi complessi con quadri clinici pesanti vengono di regola trattati in clinica. Nella psicoterapia ambulatoriale, i pazienti che soffrono di malattie mentali sono curati da psichiatri e da psicoterapeuti. Entrambi curano un’ampia gamma di malattie mentali”, ha spiegato Yvik Adler, co-presidente della Federazione svizzera degli psicologi.
Il paradosso: due uffici federali e due decisioni diametralmente opposte Ma a buttare maggior benzina sul fuoco c’è stata la decisione (il 6 aprile scorso) dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) che autorizza gli psicologi-psicoterapeuti a continuare la loro videoterapia durante l’emergenza coronavirus e a fatturare normalmente (come se fossero nel loro studio) tutte le terapie da loro ordinate e/o rimborsate. Due uffici dello stesso dipartimento decidono in modo opposto. L’Ufsp limita la possibilità di continuare la terapia con mezzi moderni. L’Ufas, invece, consente ai pazienti di farle rimanendo a casa e rispettando così le istruzioni sanitarie delle autorità. Un paradosso! Con l’allentamento delle misure la psicoterapia a fine mese potrebbe tornare in studio. Ma non sarà così per tutti: “Tanti pazienti e anche psicoterapeuti appartengono a gruppi a rischio e dovranno continuare la loro psicoterapia online o per telefono ancora per un certo periodo», conclude Thüler.