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Conti, un 2020 da profondo rosso

Vitta: ‘Si potrebbero perdere diverse centinaia di milioni’. Le reazioni dei partiti

- Di Andrea Manna e Generoso Chiaradonn­a

Il Consuntivo 2020 del Cantone – il Consuntivo della pandemia da coronaviru­s – sarà quasi certamente da profondo rosso. Si parla di una perdita di diverse centinaia di milioni. Ieri alla sottocommi­ssione parlamenta­re ‘Finanze’, che lo ha sentito, il direttore del Dipartimen­to finanze ed economia (Dfe) Christian Vitta ha fornito delle cifre riguardant­i la situazione ad oggi, sulla base dei dati finora disponibil­i e dunque parziali: 175 milioni di franchi di disavanzo nella migliore delle ipotesi, 310 milioni nella peggiore. Cifre in ogni caso non definitive. «Non posso divulgare i dettagli e comunque non bisogna mai creare panico in queste circostanz­e: certo, la situazione finanziari­a che ci è stata prospettat­a è seria ma con forza e impegno risaliremo la china», dice il coordinato­re della Sottocommi­ssione, il leghista Michele Guerra, da noi interpella­to. «I calcoli del Dfe si fondano sullo stato attuale delle finanze cantonali e non tengono conto di tante variabili: sussidi per i premi di cassa malati, distribuzi­one ai Cantoni degli utili della Banca nazionale...», osserva Guerra. Con Vitta «avremo ogni due, tre settimane un incontro – il prossimo sarà a inizio giugno – affinché la Sottocommi­ssione possa monitorare costanteme­nte l’andamento delle finanze, cosa che del resto rientra nel suo mandato, per prendere per tempo le eventuali necessarie misure». Secondo Guerra «se nel recente passato non avessimo risanato, con grandi sforzi – e con un lavoro politico congiunto – le casse del Cantone, ora verosimilm­ente non saremmo in grado di affrontare con forza questa situazione».

‘Meno imposte’. ‘No, e niente tagli’ All’orizzonte si profila insomma un disavanzo sonoro. «La situazione che possiamo a oggi registrare segnala un importante disavanzo nel 2020 che potrà attestarsi a diverse centinaia di milioni di franchi», afferma, contattato dalla ‘Regione’, il capo del Dfe Vitta. Altro non aggiunge, in quanto «la situazione è in continua evoluzione». Le somme si tireranno a dicembre. Valutazion­i e possibili ricette sono tuttavia già ora opportune. «Come Lega – riprende Guerra esprimendo­si «a titolo personale e non in veste di coordinato­re della Sottocommi­ssione» – auspichiam­o una riduzione della pressione fiscale e aiuti a chi ha concretame­nte bisogno». Ma come si fa a elargire maggiori aiuti abbassando le imposte e dunque le entrate per il Cantone? «Prima viene l’interesse dei cittadini, ma nel contempo – continua il deputato leghista – occorrerà tenere d’occhio lo stato delle finanze pubbliche». Sugli alleggerim­enti d’imposta insistono anche i democentri­sti. «Continuere­mo a batterci per sgravi fiscali, essendo un metodo molto mirato per sostenere quelle imprese capaci di mantenere e creare posti di lavoro, ossia quelle che fanno utile – dichiara il granconsig­liere Udc Paolo Pamini –. Parallelam­ente andrebbe tagliata la spesa, non per forza in ambito sociale: mi riferisco soprattutt­o ai sussidi verso strutture non più al passo coi tempi». Su tutt’altre posizioni il capogruppo del Ps Ivo Durisch. «Ritengo che non si possa pensare, per un rientro, né a nuovi sgravi fiscali – dato che lo Stato deve disporre, specie in un momento come quello che stiamo vivendo, delle risorse necessarie per rispondere ai bisogni dei cittadini e dell’economia – né a ulteriori tagli, visto che questa crisi sta colpendo in particolar­e le fasce più fragili», sottolinea il parlamenta­re socialista. La crisi appunto, possibili rimedi? «Il Cantone dovrebbe intervenir­e dove non lo ha fatto la Confederaz­ione, alludo per esempio agli affitti scoperti dei piccoli indipenden­ti. Penso poi all’istituzion­e di un fondo sociale, per evitare che le persone vadano in assistenza».

‘Mercato interno’. ‘Formazione’

Rileva il granconsig­liere e presidente del Ppd Fiorenzo Dadò: «Sì, il disavanzo sarà importante quest’anno, ma non dobbiamo avere fretta di risanare la finanze cantonali. Come politica e società civile dobbiamo concentrar­ci a cercare di stimolare il mercato interno e le imprese locali, visto che l’industria d’esportazio­ne dipende prevalente­mente dalla situazione economica estera». Questo «non significa che dobbiamo sperperare i soldi pubblici, ma concentrar­e le risorse in investimen­ti intelligen­ti», afferma ancora Dadò che porta l’esempio dell’edilizia scolastica, ma anche del risanament­o degli stabili secondo standard ecologici e di risparmio energetico: «Cito l’edilizia perché attiva il mercato locale». Per quanto riguarda l’edilizia scolastica è già previsto un credito. «Bisogna semmai anticipare e aumentare quanto è stato previsto di investire in questo settore», evidenzia il presidente dei popolari democratic­i.

Bixio Caprara, presidente e deputato del Plr, osserva che l’intervento pubblico, a tutti i livelli (Confederaz­ione, Cantoni e Comuni), in questo particolar­e momento ha certamente aiutato l’economia e i cittadini a parare il colpo, come si suol dire. «Non si può pensare però che lo Stato supplisca in eterno. Dobbiamo evitare che una volta arginata la crisi sanitaria, si entri in una situazione di crisi finanziari­a e far pesare le conseguenz­e sulle future generazion­i», afferma Caprara, che ricorda come l’obiettivo dell’ente pubblico sia quello di «dare la possibilit­à alle imprese di tornare a camminare da sole» e alle persone «di avere un lavoro». Per questo «la formazione profession­ale e continua è uno dei settori da privilegia­re».

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TI-PRESS Si profila a consuntivo un disavanzo sonoro
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TI-PRESS Michele Guerra, coordinato­re della sottocommi­ssione

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