L’Mps: ‘I sostenitori ora se ne lavano le mani’
Dito puntato contro i difensori dello scalo di Agno
“Non possiamo ovviamente lasciare che questa triste vicenda si concluda con una gigantesca lavata di mani da parte di tutti gli ex difensori istituzionali dei dipendenti di Lasa (Lugano Airport Sa, ndr)”. Il Movimento per il Socialismo (Mps) punta il dito contro i sostenitori dell’aeroporto, accusandoli di aver usato e dimenticato i dipendenti. L’accusa in particolare è rivolta ai due azionisti di Lasa: Municipio di Lugano e Consiglio di Stato. Secondo l’Mps, dopo l’annuncio della liquidazione della società, per le autorità “all’improvviso, l’aeroporto quale fulcro dell’attività economica cantonale e luganese non è più un fatto fondamentale, decisivo. All’improvviso, il grande futuro dell’aeroporto pubblico, decantato durante diversi mesi, è stato cancellato dai radar dell’attualità politica. All’improvviso, la sorte dei 72 dipendenti così a cuore al consigliere di Stato Claudio Zali, licenziati collettivamente a fine febbraio e usati come strumento di ricatto sociale in vista delle votazioni sui due referendum, non è più un problema politico e sociale”. Pertanto, rifacendosi a una loro precedente mozione, i tre granconsiglieri in un’interpellanza chiedono lumi al governo riguardo al ricollocamento dei dipendenti di Lasa. In particolare, si domanda se numerosi importanti datori di lavoro siano stati interpellati: dalle amministrazioni cantonali e comunali ai vigili del fuoco, dalle società a partecipazione pubblica alle ex regie federali. Inoltre, il Movimento chiede se siano previste misure di sostegno per i datori che dovessero riassumere personale Lasa, in particolare affinché sia loro garantito lo stesso stipendio, e per gli over 58 se si sia pensato a una rendita ponte transitoria che garantisca un salario equivalente a quello attuale fino al pensionamento.