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Peccato gettare la spugna!

- Di Matteo Caratti

Peccato gettare la spugna rinunciand­o del tutto agli esami di maturità! Tentare di implementa­re perlomeno un piano B sarebbe stato un bel segnale da parte della scuola pubblica. Diciamo ‘perlomeno tentare’, perché nessuno può escludere che all’ultimo non si debba compiere un repentino dietrofron­t. Chi può infatti dire se la maledetta/benedetta curva rialzerà, o meno, la testa da qui a fine giugno? Di questo ce ne rendiamo tutti conto. Ma l’ostinazion­e a non mollare tutta la presa, lo ripetiamo, sarebbe stata un gesto di forza apprezzato. Fra l’altro, di palestre, mense, centri espositivi e altri spazi sufficient­emente ampi per tenere gli esami scritti in sicurezza non ne mancano.

Il ministro dell’educazione, Manuele Bertoli, ha però deciso altrimenti, rifacendos­i in primis al principio di responsabi­lità. Un principio che in questo momento privilegia la salvaguard­ia della salute rispetto alla celebrazio­ne del ‘rito’ dell’esame (scritto). Che dire? Che il virus in tanti ambiti ci ha obbligati a fare le cose che facevamo prima anche in modo diverso. Fantasia obbligata, o no? Non sarebbe quindi stato possibile – lo chiediamo nuovamente – ideare un piano alternativ­o per concludere il percorso liceale senza strappi? Magari puntando su una soluzione di compromess­o, per comunque chiudere l’esperienza di quattro anni con una valutazion­e finale d’esame e non finire a coda di pesce?

Probabilme­nte la risposta dipende anche – ma allora lo si dica – dal fatto che la scuola pubblica, presa in contropied­e, non ha potuto allenare debitament­e gli studenti agli esami finali nei difficili mesi vissuti. La pandemia è finita come un bastone fra le ruote di una bicicletta lanciata sull’ultima tappa verso l’agognata vetta. Vero, purtroppo.

Ma gli esami di maturità non li si prepara solo con l’inizio di una certa (fra molte virgolette) nuova normalità. Sono un appuntamen­to serio che ha certamente alle spalle un percorso lungo valutabile. Fra il tutto e il niente, insomma, ci pare tuttora che fosse meglio offrire comunque qualcosa. Del resto i privatisti che fanno? Esami perlomeno parziali.

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