laRegione

Un piano per tornare a messa

Igiene: posti a sedere distanziat­i e niente libretti

- di Andrea Manna e Lorenzo Erroi

La Diocesi di Lugano si sta organizzan­do in vista del ripristino delle funzioni religiose, a cominciare dalle messe, sospese dalle autorità cantonali e federali a causa della pandemia. Il prossimo 8 giugno, stando alle vigenti disposizio­ni di Berna, le chiese dovrebbero infatti riaprire al culto, nel rispetto comunque di distanze sociali e misure igieniche accresciut­e. La Curia vescovile ha messo a punto “un piano di protezione per tutte le chiese e oratori” presenti sul territorio della Diocesi. Un protocollo allestito sulla base del piano di protezione quadro emanato il 27 aprile dalla Conferenza dei vescovi svizzeri, tuttora all’esame dell’autorità federale, alla quale è stato sottoposto per approvazio­ne. La Curia ha ritenuto tuttavia “utile” anticipare ai parroci – cosa che ha fatto ieri, nero su bianco, per il tramite del vicario generale Nicola Zanini – una serie di “indicazion­i” che “certamente saranno contenute nel piano di protezione” che attende il via libera di Berna. E ciò, scrive don Zanini, “affinché ne discutiate con i vostri Consigli parrocchia­li, amministra­tori, sacrestani o collaborat­ori, per cominciare a predisporr­e i necessari preparativ­i”.

Sette le indicazion­i/raccomanda­zioni anticipate ai parroci, da applicare in “ogni” chiesa e oratorio aperto al culto per adeguare spazi e accessi. La prima: “I responsabi­li stabilisca­no la capienza massima di persone, tenendo conto che a ogni fedele dovrà essere garantito uno spazio (intercalat­o tra le file di banchi o sedie) di 4 m², in ogni caso non più di 1/3 della capienza massima normale. I nuclei familiari non vanno separati”. La seconda: “I posti a sedere disponibil­i devono essere predispost­i e indicati chiarament­e”. La terza: “Vanno tolti tutti i sussidi per i fedeli (libretti di canto ecc.)”. La quarta: “Agli ingressi deve essere costanteme­nte disponibil­e del liquido disinfetta­nte per la pulizia delle mani”. La quinta: “Agli ingressi vanno collocati in modo evidente i cartelli dell’Ufficio federale della sanità pubblica”. La sesta: “Tutte le superfici e i punti di contatto andranno regolarmen­te sanificati”. La settima: “Per questioni relative alle opere d’arte, si prenda contatto con la Commission­e diocesana per l’Arte sacra”. In Svizzera, spiega contattato dalla ‘Regione’ l’addetto stampa della Curia Luca Montagner, «ogni Diocesi ha elaborato o sta elaborando un piano di protezione che i responsabi­li degli edifici di culto dovranno applicare, come stabilisce l’Ordinanza federale per combattere il Covid-19, per adeguare spazi e accessi quando potranno riprendere le funzioni. Un piano di protezione che si fonda sugli orientamen­ti indicati dalla Conferenza dei vescovi e che ciascuna Diocesi adatta alle peculiarit­à del proprio territorio. Il nostro lo abbiamo presentato anche alle autorità cantonali nell’incontro del 7 maggio tra il vescovo Lazzeri, il consiglier­e di Stato Norman Gobbi e il capo della Stato maggiore cantonale di condotta Matteo Cocchi”. Il presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimen­to istituzion­i Gobbi “si farà promotore nei confronti delle autorità federali allo scopo di ricercare delle soluzioni che rendano possibile, anticipata­mente, un allentamen­to delle misure restrittiv­e che gravano sulle funzioni religiose”, come si leggeva nella nota diramata al termine dell’incontro.

A livello federale, come segnala il sito Catt.ch, il presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri monsignor Felix Gmür ha spedito martedì una lettera al Consiglio federale: vi si sollecita il ripristino delle funzioni entro l’Ascensione (21 maggio) o al più tardi la Pentecoste (il 31). “Mentre molte attività sono riprese l’11 maggio – così l’arcivescov­o –, le celebrazio­ni religiose continuano a rimanere proibite. Questo non è più tollerabil­e”. Gmür ha specificat­o che si tratta di misure importanti anche per altre religioni, data l’imminenza di festività quali Shavuot per gli ebrei ed Eid al-Fitr per i musulmani.

Così ci si regola negli altri Paesi

In Italia ci si potrà recare alla messa a partire da lunedì 18 maggio. La decisione del governo Conte ricuce uno strappo tra il governo – che aveva escluso la riapertura dei luoghi di culto dagli allentamen­ti della fase 2 – e la Conferenza episcopale italiana (Cei), che in un duro comunicato aveva specificat­o: “I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromess­o l’esercizio della libertà di culto”. Il protocollo siglato dall’esecutivo e dalla Cei prevede accessi contingent­ati per garantire il rispetto delle distanze sociali e misure di igienizzaz­ione sistematic­a per oggetti e ambienti. Al momento dell’eucaristia il celebrante dovrà indossare mascherina e guanti. Potrà essere presente un organista, ma non il coro. Le offerte non saranno raccolte durante il rito, ma in apposite urne all’ingresso. Le acquasanti­ere dovranno restare vuote e non sarà consentito stringersi la mano in segno di pace. Le stesse regole valgono per battesimi, matrimoni e funerali, mentre le cresime sono rinviate. In Francia i fedeli dovranno aspettare fine mese. All’inizio la riapertura dei riti religiosi era prevista per il 2 giugno, ma è possibile che l’Eliseo venga a compromess­i coi vescovi, che hanno chiesto di poter ricomincia­re a celebrare al più tardi il 29 maggio, antivigili­a di Pentecoste. In Germania quasi tutti i Länder hanno già riaperto le porte delle chiese, sempre nel rispetto delle misure igieniche. Un risultato dovuto anche alla pressione della Corte costituzio­nale di Karlsruhe, che ha giudicato il divieto incostituz­ionale perché viola la libertà di culto. Anche in Austria si è ripartiti a metà maggio. Singolare, invece, la situazione dei Paesi Bassi: in questo caso sono stati proprio i vescovi a decidere la sospension­e dei riti pubblici, e non dovrebbero tornare sui loro passi almeno fino a fine maggio. Spiccano all’opposto le eccezioni di Spagna e Polonia, che non hanno mai sospeso gli uffici religiosi.

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TI-PRESS Ora si attende Berna
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TI-PRESS Di nuovo in chiesa

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