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Di nuovo sulla graticola

Procedura di revoca al vaglio della Commission­e giudiziari­a. Audizione mercoledì 20.

- Di Stefano Guerra/Ats

Michael Lauber torna a sentire il fiato dei parlamenta­ri sul collo. A meno di otto mesi dalla sua rielezione da parte dell’Assemblea federale, la Commission­e giudiziari­a (Cg) valuta una procedura di revoca nei confronti del procurator­e generale della Confederaz­ione. All’unanimità, i suoi 17 membri hanno deciso di convocare il diretto interessat­o a un’audizione: si terrà mercoledì prossimo. Soltanto in seguito verrà deciso se avviare una procedura oppure no. Lo ha spiegato ieri sera ai media a Palazzo federale il presidente della Cg Andrea Caroni.

Il ‘senatore’ appenzelle­se del Plr ha insistito su un punto: la commission­e deve attenersi ai fatti e alle leggi, in modo da garantire una procedura equa e conforme ai presuppost­i dello Stato di diritto. La Cg ha preso atto sia dei risultati dell’inchiesta disciplina­re portata a termine a inizio marzo dall’Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederaz­ione (Av-Mpc), sia delle motivazion­i dello stesso Lauber, consegnate in un ricorso inoltrato il 21 aprile al Tribunale amministra­tivo federale (Taf).

Un passo preliminar­e

Ieri s’è trattato soprattutt­o di chiarire il quadro legale nel quale la commission­e si sta muovendo. Si tratta infatti di una ‘prima’: la Cg calca un terreno sconosciut­o, mai in passato un procurator­e generale in carica è stato oggetto di un simile ‘trattament­o’ da parte sua. Ci si è pertanto avvalsi della consulenza dell’Ufficio federale di giustizia, oltre che del parere della specialist­a di diritto pubblico e amministra­tivo Regina Kiener. La commission­e ha anche sentito una delegazion­e dell’Autorità di vigilanza.

Quello compiuto oggi, ha spiegato Caroni, è un passo preliminar­e all’apertura di una procedura di revoca. Secondo l’articolo 5 dei suoi ‘Principi d’azione’, se viene a conoscenza di fatti che mettono seriamente in discussion­e l’attitudine profession­ale e personale del procurator­e generale della Confederaz­ione, la Commission­e giudiziari­a deve decidere se aprire d’ufficio una procedura di revoca oppure no. Sarà però soltanto al termine della prevista audizione di mercoledì prossimo che i suoi membri potranno decidere il da farsi. Cercando di rispondere al quesito: esiste un fondato sospetto che Michael Lauber abbia seriamente violato i suoi doveri d’ufficio? Spetterà poi, se del caso, all’Assemblea federale decidere se destituire o no Michael Lauber.

Contesto mutato

Il procurator­e generale della Confederaz­ione era stato confermato lo scorso autunno per un terzo mandato alla testa dell’Mpc. Ma c’era mancato poco che non ce la facesse. Designato la prima volta dal Parlamento nel settembre 2011, brillantem­ente rieletto nel 2015, il 54enne era stato duramente criticato per gli incontri non protocolla­ti avuti con il presidente della Fifa Gianni Infantino nel 2016 e nel 2017, nel pieno della maxi-inchiesta avviata nel 2015 dalla Procura federale sulla corruzione nel mondo del calcio internazio­nale. La Cg aveva raccomanda­to la non rielezione del procurator­e generale. Nel plenum una risicata maggioranz­a del plenum aveva però scelto un’altra via.

Oggi il contesto è mutato. Lauber nel frattempo è stato bacchettat­o in modo impietoso dall’Autorità di vigilanza. Quest’ultima a inizio marzo ha stabilito che la somma delle violazioni commesse dal procurator­e generale è “considerev­ole” e ha imposto a Lauber – quale sanzione disciplina­re – una riduzione salariale dell’8% per un anno (il massimo consentito ammonta al 10%) pari a un taglio di 23’827 franchi su uno stipendio annuo di 297’844 franchi. Il procurator­e generale ha inoltrato ricorso al Taf. Una decisione dei giudici sangallesi è attesa probabilme­nte nel corso dell’estate.

Nel frattempo diversi consiglier­i nazionali e ‘senatori’ ritengono ormai – anche alla luce della prescrizio­ne caduta a fine aprile su uno dei procedimen­ti della maxi-inchiesta Fifa – che l’allontanam­ento di Michael Lauber sia la migliore soluzione. Il gruppo parlamenta­re socialista ha ad esempio chiesto nelle scorse settimane al procurator­e di dimettersi. A quanto pare, il sostegno di cui questi ha goduto ancora lo scorso settembre s’è inoltre eroso anche in seno agli altri gruppi parlamenta­ri.

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Il procurator­e generale della Confederaz­ione in cinque anni dalle stelle alle stalle

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