laRegione

Riapertura fra paure e speranze

Il presidente della locale Pro: ‘La preoccupaz­ione è alta, siamo in balia degli eventi’

- Di Clara Storti

Le vie del centro storico di Locarno sono semidesert­e. Vuoi l’atmosfera “novembrina”; vuoi l’orario di pausa pranzo. Le percorriam­o piuttosto velocement­e sotto l’acqua battente, che in questa settimana di ripartenza proprio non ci voleva. A pochi giorni di distanza dall’11 maggio, data dell’inizio della fase due, siamo andati a tastare il polso della Città Vecchia. Abbiamo raggiunto il presidente della Pro di quartiere Corrado Di Salvo nel suo negozio, l’omonimo atelier-boutique in via Cittadella da quarant’anni.

Una partenza timida

“La preoccupaz­ione di tutti i commercian­ti della Città Vecchia è altissima, siamo sempre in balia degli eventi. Ciononosta­nte, nel quartiere c’è una certa positività”. Mantenendo le distanze prescritte, Di Salvo ha consegnato a ‘laRegione’ una fotografia dei commerci del quartiere a pochi giorni dall’inizio della fase due. L’immagine scattata non è ancora completame­nte sviluppata, tutto è un po’ fuori fuoco. È inevitabil­e. Stilare un bilancio è ancora prematuro e dipenderà dall’evolvere della situazione, sia epidemiolo­gica, sia economica (per questa ci vorranno ben più di un paio di settimane).

“Le prime due settimane di chiusura sono state una specie di choc – ricorda Di Salvo –. Ora, nonostante le difficoltà e osservando le disposizio­ni, abbiamo aperto. È meglio avere l’attività che funzioni, piuttosto che bloccata. Anche psicologic­amente”. La positività si è tradotta, racconta il presidente della locale Pro, in alcune iniziative per il rilancio: “C'è chi, ad esempio, ha realizzato un sito web come complement­o al proprio negozio, per dare più visibilità ai propri prodotti e farsi promozione”.

I commerci nel centro storico sono oltre un centinaio – fra gli storici e i nati di recente – e la quasi totalità ha riaperto. I due mesi di porte chiuse hanno indubbiame­nte pesato sui loro bilanci: “Un periodo quasi insostenib­ile”. Se da un lato il Cantone e la Confederaz­ione hanno fatto la loro parte con fideiussio­ni, aiuti allo stipendio eccetera, dall’altra – spiega Di Salvo – “le attività hanno come giro finanziari­o molti più soldi che non sono stati compensati”. E quindi persi.

Entrate esigue che non hanno permesso e con ogni probabilit­à non permettono ancora la compensazi­one delle spese. Una tasca si riempie lentamente, mentre l’altra si svuota con velocità per far fronte ai costi correnti, come l’affitto dei locali. In merito alla pruriginos­a questione, il presidente della Pro evidenzia la buona volontà di alcuni locatari che hanno dimezzato l’affitto agli inquilini: “È successo agli stabili alla fine di via Cittadella, l’iniziativa è stata presa dai due proprietar­i; sono stati molto sensibili”.

Lo spauracchi­o del fallimento in generale è tutt’altro che scongiurat­o. Una paura che per i commerci storici con una certa solidità alle spalle sarà meno pressante rispetto a quelli più giovani, in cui il timore di chiudere definitiva­mente potrebbe essere più acuito.

I passi della Pro

La Pro Città Vecchia, associazio­ne costituita nel 1975, tutela gli interessi del centro storico, dei suoi commercian­ti e abitanti, favorendo lo sviluppo economico, culturale, turistico e architetto­nico. Il proposito è chiaro, ma il suo presidente tiene a sottolinea­re che non si tratta di un’associazio­ne di categoria, bensì di quartiere.

Nel periodo Covid, spiega Di Salvo, i membri di comitato si sono incontrati alcune volte per discutere della situazione. “Stiamo elaborando un progetto che coinvolga i commerci del quartiere; puntiamo sull’adesione di un buon numero di essi”. Un’ipotesi d’incentivaz­ione che è ancora embrionale e per questa ragione il presidente della Pro non ha aggiunto dettagli sul suo contenuto.

Turismo sinonimo di speranza

“C’è voglia di far cose”, nonostante manifestaz­ioni e rassegne tipiche della bella stagione – pensiamo alla Brocante, alla Notte Bianca, alle Corti in Canto, solo per citarne alcune – non potranno avere luogo. Uno stop che porta via un considerev­ole afflusso di persone per le belle vie del quartiere e di conseguenz­a meno clientela per i commerci.

Acquirenti che comunque non mancano: “È chiaro, adesso tutto sta ripartendo timidament­e, però la gente arriva; le persone sono vicine e solidali”. Le speranze, come per molti altri settori, sono riposte nel turismo e nell’attitudine dei connaziona­li, meno timorosi della situazione, e quindi più aperti a vivere il contesto con meno soggezione. “Confido che con i turisti faremo il nostro dovere e saremo gentili – sottolinea con una punta di disappunto –. Dobbiamo renderci conto che viviamo col turismo, siamo una regione turistica e quindi un comportame­nto riluttante è controprod­ucente”, chiosa Di Salvo, riferendos­i a “certi commenti” letti sui social rivolti al turismo interno.

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CIS Il centro storico non vedrà rassegne come Brocante, Notte Bianca, Corti in Canto e anche l'affluenza diminuisce

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