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Lo zoo vuol riaprire, Il limite: 500 ingressi

È arrivato il piano sanitario vidimato da Berna

- Di Guido Grilli

Gli oltre 200 animali – 48 specie, dalle amate tre scimmie del genere Gibbone, al leone, fino alla tartaruga africana – sono stanchi di non ricevere più visite dal pubblico allo Zoo al Maglio di Magliaso. E con loro la direttrice Sabina Fehr che, dopo due mesi di chiusura forzata e tuttora in vigore, esprime preoccupaz­ione per la difficile situazione finanziari­a della struttura. «I costi rimangono elevati e costanti e non abbiamo incassi proprio nei mesi più favorevoli di primavera». Mentre lunedì hanno riaperto scuole, musei e ristoranti, gli zoo dovranno attendere e sperare nella probabile luce verde per l’8 giugno. Berna deciderà solo il 27 maggio, la condizione è che non vi siano altri picchi di contagi e decessi da Covid-19.

L’associazio­ne mantello scontenta

La disparità adottata dall’autorità federale tra musei e zoo delude l’Associazio­ne dei parchi animali e degli zoo Svizzeri, di cui fa parte anche la struttura ticinese. Il sodalizio mantello, in un comunicato, è insorta evidenzian­do: “Questa decisione è assolutame­nte incomprens­ibile per la nostra associazio­ne e non si spiega. Musei, quali il museo nazionale di Zurigo, diverse grosse istituzion­i d’arte e il museo dei trasporti di Lucerna, registrano un numero di frequenze altrettant­o elevato degli zoo e dei parchi per animali. Al contrario dei musei, i visitatori degli zoo stanno per la grande maggioranz­a all’aperto, laddove il rischio di contaminaz­ione è di molto inferiore per rapporto ai locali chiusi. Anche dal profilo ambientale e dello spazio disponibil­e, gli zoo dispongono di superfici molto maggiori e le prescrizio­ni dell’ufficio federale della sanità pubblica possono ampiamente essere rispettate secondo il concetto per la categoria, elaborato e presentato dalla nostra associazio­ne”. Evidenzia ancora l’associazio­ne mantello: “Settimanal­mente gli zoo in Svizzera registrano perdite per 2,5 milioni di franchi, che non possono essere compensati dalle indennità per lavoro ridotto, ritenuto che gli animali devono essere nutriti”.

Intanto, proprio in queste ore – spiega la direttrice Sabina Fehr – l’associazio­ne mantello ha consegnato alle proprie strutture il Piano di protezione sanitaria approvato dall’Ufficio federale della sanità pubblica da mettere in atto quando gli zoo potranno riaprire. I principali contenuti? Cinquecent­o ingressi al massimo (ossia 1/10 della superficie calpestabi­le, che Al Maglio è di due ettari e mezzo), segnaletic­a per terra con le distanze necessarie tra un visitatore e l’altro, frecce sul percorso, misure di igiene per il personale e per i clienti e, naturalmen­te, controlli affinché siano mantenute le distanze sociali.

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TI-PRESS Il ruggito degli zoo

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