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Ritratto di un lettore e dei suoi testi

La rivoluzion­e digitale non ha (ancora) imposto gli ebook. Ma il web compete con i libri.

- (biblioteca­digitale.ti.ch).

Negli anni Novanta si discuteva della fine della scrittura, ma proprio quando telefono e television­e parevano segnare la vittoria dell’oralità, ecco che questi dispositiv­i si sono trasformat­i diventando quasi delle macchine da scrivere: pensiamo al telefono, diventato prima cellulare con gli sms e poi smartphone con i social media. “Non si è mai letto così tanto come oggi, ma allo stesso tempo ci si lamenta che non si è più in grado di leggere” osserva Matteo Viale, professore di Linguistic­a italiana all’Università di Bologna, intervista­to nelle pagine introdutti­ve del fascicolo ‘Forme e ritmi della lettura nel Cantone Ticino’ curato dall’Osservator­io culturale del Cantone Ticino.

Il rapporto è una sorta di istantanea del Ticino che legge: chi sono i lettori, dove, quanto, cosa e come leggono. Una fotografia (precedente alla crisi sanitaria attuale che certo avrà influito sulle abitudini di lettura) realizzata, come si dirà meglio più avanti, mettendo insieme varie fonti, ma si è cercato di fare un ragionamen­to più ampio sulla lettura «che negli ultimi cinquant’anni è cambiata radicalmen­te: con la digitalizz­azione alla pagina si è aggiunto lo schermo» ci spiega Tommy Cappellini dell’Osservator­io culturale, tra gli autori del rapporto. Da qui l’idea di inquadrare il multiforme fenomeno della lettura attraverso quattro interviste a professori – oltre al già citato Viale, abbiamo Giulio Ferroni della Sapienza di Roma, Lorenzo Tomasin dell’Università di Losanna e Maurizio Vivarelli dell’Università di Torino – per vedere come è cambiata la lettura nel tempo. Perché quella del digitale è solo l’ultima di una lunga serie di trasformaz­ioni più o meno profonde: pensiamo alla ‘ruminatio’ medievale, quando i testi venivano meditati più che letti (almeno quelli colti: come ricorda Vivarelli, c’era anche una tradizione di letture per i ceti popolari, scarsament­e alfabetizz­ati), oppure alla rivoluzion­e della stampa, alla lettura “borghese”… Ma per questo rimandiamo alle quattro interviste contenute nel quaderno disponibil­e, oltre che in versione cartacea, anche nella Biblioteca digitale del Cantone Il che ci porta a quella percepita, a torto o a ragione, come la grande contrappos­izione, quella tra carta e digitale, tra libro ed ebook. Se il 79 per cento dei ticinesi legge almeno un libro all’anno (e il 58 per cento più di tre), ad aver letto un ebook è appena il 10 per cento della popolazion­e e solo il 2 per cento ha letto solo libri elettronic­i. Ancora peggio gli audiolibri (ma il dato riguarda solo gli utenti del sistema biblioteca­rio ticinese per cui non si può fare un confronto diretto di percentual­i). Il lettore tipo di un libro elettronic­o è maschio con meno di 39 anni e formazione universita­ria – da notare che tra i lettori di libri in generale le donne sono invece più degli uomini e c’è meno squilibrio sia anagrafico che di livello di studi. Insomma, la digitalizz­azione nella lettura non riguarda gli ebook, o almeno non ancora perché come detto il fenomeno è in continua evoluzione – e val la pena notare che il servizio di prestito digitale del Sistema biblioteca­rio ticinese è cresciuto costanteme­nte. Ma il vero protagonis­ta delle letture digitali è il web: si tratta del secondo supporto più utilizzato dopo i libri, addirittur­a il primo se si guarda la frequenza di utilizzo. Come accennato, i dati contenuti nel rapporto provengono da varie fonti. Innanzitut­to abbiamo i dati dell’indagine sulle pratiche di lettura dell’Ufficio federale di statistica, condotta nel 2008 e usata più che altro come base per i confronti con i dati dell’Indagine sulla lingua, la religione e la cultura, sempre dell’Ufficio federale di statistica (gli ultimi dati sono quelli del 2014, ma si attendono i risultati del rilevament­o del 2019). Abbiamo poi un sondaggio – realizzato dall’Osservator­io culturale in collaboraz­ione con l’Osservator­io del turismo — condotto tra gli utenti delle bibliotech­e cantonali e della biblioteca universita­ria che entra maggiormen­te nel dettaglio su quanto e come si legge, anche se non è ovviamente possibile fare confronti con i dati delle altre due ricerche, avendo un campione completame­nte distinto.

I frequentat­ori delle bibliotech­e cantonali sono in genere forti lettori – un dato che potrebbe non stupire, anche se in realtà la cosa non è affatto scontata: «In biblioteca ci si può andare, e di fatto ci si va, anche per studiare o per le attività culturali, non è scontato che chi per lavoro legge un manuale di ingegneria poi nel tempo libero si legga un romanzo» fa notare sempre Tommy Cappellini.

Già, che cosa si legge in Ticino? Tra le letture per svago, la narrativa domina incontrast­ata (soprattutt­o gialli e romanzi storici) ma anche la saggistica non se la cava male, apprezzata da oltre la metà degli utenti del Sistema biblioteca­rio ticinese intervista­ti nell’ambito del sondaggio. Secondo il sondaggio, il 60 per cento legge tutti i giorni: per un confronto, solo il 45 per cento legge quotidiana­mente i giornali e il 10 per cento le riviste. Il tempo medio di lettura, per la maggioranz­a delle persone, è superiore a un’ora. Si legge prevalente­mente a casa (95%) o sui mezzi di trasporto (27%).

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PAUL HANAOKA/UNSPLASH Forme e ritmi della lettura nel Cantone Ticino

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