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‘È necessaria una mobilitazi­one politica’

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“Agire prima che sia troppo tardi”. Di più: “C’è bisogno di una vera e propria mobilitazi­one politica a sostegno dei media, strumento essenziale del dibattito democratic­o nella nostra società”. E in Ticino è forte l’appello al Gran Consiglio di “discutere con urgenza la mozione interparti­tica promossa da Lorenzo Jelmini (Ppd) che chiedeva al governo di varare una serie di misure in favore dei media locali”. Un appello “che rivolgiamo con forza al mondo della politica ticinese proprio a due anni esatti dalla chiusura del Giornale del popolo”. È preoccupat­a l’Associazio­ne ticinese dei giornalist­i - Impressum (Atg), e impegnata a difendere un settore che ha visto “le entrate pubblicita­rie, mercato già in crisi prima della pandemia, contrarsi tra il 60 e il 95 per cento”. Anzi, “più che una contrazion­e si tratta di un vero e proprio crollo, a tal punto che diversi operatori – sia tra gli editori, sia nelle redazioni – non esitano a parlare di situazione drammatica”. Insomma, “molte testate rischiano di sparire”. Perché, si legge nella nota inviata dall’Atg, “in Ticino e del resto in tutta la Svizzera rischiamo di doverci confrontar­e con una vera e propria ‘desertific­azione del nostro paesaggio mediatico’. I giornali non scomparira­nno solo da bar e ristoranti, come deciso per ragioni sanitarie, scomparira­nno del tutto...”. Qualcosa si è mosso nelle ultime settimane, a livello federale: da un lato i 65 milioni di franchi di aiuti per “garantire nell’immediato la sopravvive­nza di giornali, radio e tv” approvati dall’Assemblea federale nella sessione della scorsa settimana; dall’altro, il pacchetto di aiuti di 50 milioni del Consiglio federale “che è una misura più a lungo termine, che deve essere ancora approvata dal parlamento e che per diverse testate rischia di concretizz­arsi quando ormai sarà troppo tardi”. Questi aiuti, per l’Atg, “vanno visti solo come un primo piccolo passo, basti pensare che dal 2010 a oggi l’insieme del settore ha perso qualcosa come un miliardo di franchi”.

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