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Cicli storici

- René Rosenfeld, Melide

Molti studiosi di storia, come per esempio Jacques Pirenne, sostengono con i dovuti distinguo il motto ciclico degli eventi storici. Tra il mese di novembre 1914 e il marzo 1918 sul quotidiano “Il Popolo d’Italia” l’allora Direttore scrisse articoli che letti oggi si direbbero precursori nello stile, attitudini e comportame­nti di diversi politici contempora­nei come chi avrebbe voluto, in Italia, abolire il Senato, oppure quella grezza macchietta padana, guarda caso, pure lui partorito da ambienti di sinistra, che grazie a un processo di metamorfos­i, ora, benché traballant­e, ancora “Conducator” dei leghisti azzurri, e alle nostre latitudini il grafomane del “Mattino della domenica”. Leggere quegli articoli, di oltre un secolo fa, e quanto scrivono e dicono questi Innominabi­li contempora­nei non fa che confermare le tesi di molti storici… poi sappiamo come andò a finire. Ciononosta­nte demagogia e semplifica­zione della realtà spesso rappresent­ano l’anticamera di facili illusioni e, come allora, sberleffo e insulto dell’avversario, nell’azione di costoro, i quali alle competenze privilegia­no l’arma della denigrazio­ne e della banalità, diventano strumenti perniciosi. La metafora cristiana di Gesù e Barabba non è mai stata messa in disuso! Purtroppo, come allora, questo processo funziona, almeno a breve termine, basta ignorare la complessit­à e l’interconne­ssione dei problemi e delle realtà. Allora ci rendiamo conto che gli slogan non risolvono nulla, ma possono confortare, e quando il pennivendo­lo succitato si straccia le vesti contro avversari politici e frontalier­i, suggerirei a lui e ai suoi simpatizza­nti di armarsi di buona volontà e cominciare celermente a sostituirl­i. Nella cosiddetta, come citano Lorsignori, vituperata Italia esistono delle eccellenze in diversi ambiti e ovviamente, come pure da noi, personaggi indegni, che, parafrasan­do l’opera di Mozart “Così fan tutte”, appiattisc­ono il confronto socio-politico. Vorrei ricordare che per “giudicare” l’Italia di oggi, dovremo studiarne la genesi e la storia, ma questo capisco che richiede un impegno poco consono al pennivendo­lo nostrano! In questo drammatico periodo, non esistono scorciatoi­e o soluzioni facili e indolori, certo postulare vie impopolari è, elettoralm­ente, poco redditizio, dunque meglio un pizzico di demagogia accusando dei nostri malanni gli altri, così, tanto per distoglier­e l’attenzione… Trump docet! Anche il bambino sorpreso in flagrante delitto accusa il fratellino d’aver rubato la marmellata, sebbene ne abbia ancora le tracce sulle labbra. Ma come ben sappiamo un bambino è tale perché non ancora in grado di assumere la responsabi­lità dei propri atti, purtroppo simili comportame­nti si riscontran­o anche nel supposto mondo adulto e non solo in Italia!

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