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Chi la dura la vince!

- Di Matteo Caratti

Ancora una buona notizia: abbiamo imparato a convivere col virus! A dirlo sono i numeri dei contagi: ora ce ne sarebbero 3 o 4 per ogni caso positivo e si possono quindi isolare le persone entrate in contatto con un infettato e si riesce a farlo con una certa facilità. Ricordate? Come all’inizio della pandemia, quando – ad esempio – si metteva in quarantena un’intera classe di allievi con tanto di docente, nella speranza di riuscire a stroncare sul nascere il Covid. Poi tutto sfuggì di mano in poche settimane e la crescita della maledetta curva nell’arco di un mese divenne persino esponenzia­le. Cosa è cambiato da ieri a oggi? Molto, lo spavento, i tanti morti, i tanti ricoveri e gli intubati, e il fatto che abbiamo tutti capito come, per vincere la guerra, vadano mantenute le distanze sociali e si debbano lavare/disinfetta­re spesso durante il giorno le mani. Se il rapporto fra infettato e contatti stretti è sceso da 15 a 3 o 4, è infatti perché abbiamo cambiato radicalmen­te i nostri comportame­nti e abbiamo capito come si isola il virus. Raggiunger­e questo traguardo è stato difficile e in questa seconda fase sarà ancora importante non dimenticar­e che dobbiamo comunque tenere le nuove distanze sociali. E questo anche se i giovani sono tornati a scuola sebbene per poche settimane; e anche se le persone hanno ripreso a utilizzare i mezzi pubblici (mantenendo le distanze e avendo l’obbligo di indossare la mascherina se e solo se i due metri non sono garantiti); anche se per tanti giovani con questa bella stagione la voglia di fare una partitella a calcio o basket al campetto è grande; e anche se si fa fatica a capire che, nonostante le riaperture dei commerci e dei confini a nord, restano comunque vietati gli assembrame­nti di più di 5 persone, regola voluta da Berna e ancora valida per tutti.

In ogni caso, se ora abbiamo dati epidemiolo­gici in discesa, la conferma effettiva del trend la vedremo soltanto fra una decina di giorni. Al centro c’è e rimarrà per molto la responsabi­lità dei tanti singoli (più sono meglio è) a favore dell’intera comunità, con l’assunzione di comportame­nti coscienti della minaccia (sempre) latente. Comportame­nti che sono il grande insegnamen­to pratico da ricordare, accettando anche il fatto che – comunque sia – l’oggi e il domani sono e saranno diversi rispetto a ieri sul fronte economico e sociale.

Infatti, ogni volta che le autorità ci comunicano una buona notizia, essa non ci permette di archiviare del tutto le terribili settimane alle spalle. Anzi, sappiamo che abbiamo – forse – superato il peggio, in termini sanitari, ma che il peggio dal punto di vista economico non è ancora arrivato, perché (per ora) ad aiutarci vi sono tantissime stampelle miliardari­e federali, cantonali e comunali. Affrontiam­o comunque, come è giusto che sia, la questione un passo alla volta, fiduciosi e cercando di prendere quello che c’è di buono. E di buono adesso, lo ripetiamo, ci sono le cifre bassissime. Comprensib­ile, certo, la voglia di concederci un attimo di ‘follia in compagnia’. Ma ricordatev­i: solo chi la dura la vince.

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