‘Hanno provato a seppellirci, non sapevano che eravamo semi’.
Potrebbe iniziare così la travagliata storia del Molino di cui ripercorriamo le principali tappe.
12.10.1996
Dopo anni di trattative col Comune di Lugano, alcuni collettivi autonomi occupano gli ex Molini Bernasconi a Viganello.
7.6.1997
Alle 2 del mattino divampa un incendio doloso che rende inagibile la struttura. Il Consiglio di Stato propone il grotto al Maglio a Canobbio sul piano della Stampa come sede transitoria; l’esperienza dura più di 5 anni.
18.10.2002
Per “eccessivo disturbo della quiete pubblica”, alle 6 del mattino la polizia procede allo sgombero del Maglio, con espulsione dal territorio svizzero delle famiglie ecuadoriane che alloggiavano in una struttura adiacente. L’autogestione scende in strada con incessanti attività di militanti e simpatizzanti.
18.12.2002
Il Molino entra all’ex Macello di Lugano a seguito di un accordo raggiunto con le autorità grazie a pressioni popolari sull’uso di parte di questi locali.
9.11.2016
Si sviluppa un incendio nell’area dell’ex macello gestita dal Comune che crea danni anche al centro sociale.
13.5.2019
Il Consiglio comunale di Lugano accoglie (36 sì, 11 no, 5 astenuti) il messaggio municipale per un credito di 450mila franchi da destinare all’organizzazione di un concorso di architettura per il recupero e la valorizzazione del comparto dell’ex macello prospettando una disdetta agli occupanti autogestiti; 26,5 milioni l’investimento previsto.
14.9.2019
Ha luogo un corteo di sostegno all’autogestione per le vie di Lugano sotto lo slogan “Riprendiamoci le città” con diverse centinaia di partecipanti.