Nei riflessi del mondo
Un romanzo sul tempo, l’amore e l’identità, che ci porta dietro le tracce dell’inafferrabile.
Christoph e Lena camminano insieme attraverso il Cimitero del Bosco di Stoccolma. La giovane non conosce quell’uomo di mezza età che le ha dato appuntamento lì... o almeno così crede, fino a quando lui inizia a raccontarle una storia incredibile che la riguarda intimamente. In passato, le spiega, ha pubblicato un romanzo ispirandosi alla fine della propria relazione con un’attrice di teatro di nome Magdalena; una sera, invitato nel suo paese d’origine per presentarlo, fa un incontro con un ragazzo che lo turba profondamente: si tratta del sé stesso di 16 anni più giovane, nonché l’attuale compagno di
Lena, Chris. Sono le prime pagine di La dolce indifferenza del mondo di Peter Stamm, Premio svizzero del libro 2018, tradotto in italiano da Casagrande di Bellinzona. Il narratore prosegue il racconto mentre continua a camminare attraverso la città con la sua amata di un tempo, seguendo sentieri e vissuti che si congiungono e si biforcano: ripercorre i loro anni insieme, in cui lei si riconosce pur con delle variazioni (“le asimmetrie che rendono possibile la nostra vita”), e le anticipa l’assenza di un futuro comune, nel tentativo di cambiare gli eventi.
Tracciati di libertà
Stamm, con una scrittura dal passo delicato che pare librarsi in aria, ci accompagna lungo un confine tra immaginazione e realtà, in dolenti e poetiche notti bianche, attraverso paesaggi dove l’acqua è elemento ricorrente e multiforme – neve, ghiaccio, nebbia, laghi – in un rimando continuo alla ciclicità delle cose e del tempo. Nel libro sono riconoscibili sottotraccia temi e stilemi della letteratura fantastica di Borges, col moltiplicarsi di specchi, labirinti e maschere. Le risonanze sono particolarmente forti con il racconto ‘L’altro’, dove l’autore argentino seduto su una panchina di fronte a un fiume conversa con il suo alter ego da giovane, confrontando i propri interessi, ambizioni e prospettive con quelli di allora. Stamm aggiunge un elemento di complessità raddoppiando i doppi e dando spazio al tema dell’amore e della sua perdita, ma in fondo anche gli incontri tra Christoph/ Chris e Magdalena/Lena sono in primo luogo il tentativo del protagonista di indagare la propria identità. Un viaggio di conoscimento, dunque, che si articola in un gioco di riflessi assumendo i connotati di eterno ritorno. Lo scrittore afferma a un certo punto che l’esistenza non è altro che una pièce in cui “l’azione segue il suo corso ineluttabile” nonostante le differenze apportate dai registi. A ciò si lega il titolo La dolce indifferenza del mondo, estratto dal finale de Lo straniero di Camus, che allude alla sensazione di sollevata rassegnazione dell’uomo di fronte agli avvenimenti che la vita sembra riservargli con noncuranza. Ma proprio quelle variazioni nel copione, quegli scarti prodotti dal linguaggio nelle sue variegate forme, sono atti di libertà che permettono a ognuno di tracciare personali capitoli di senso nel racconto del mondo. Questa opera metanarrativa ci propone una riflessione sulla scrittura intesa come “ricerca di un percorso in un paesaggio sconosciuto” che nasce dal bisogno di allontanarsi e ritrovarsi, seguendo nuove trame e altri universi del possibile. Così con maestria Stamm ci coinvolge in un intreccio suggestivo, dove alla fine tutto torna, simile a un volteggio imprendibile.