Duplice omicidio e suicidio al bar
Delitto passionale ieri in Piazza Grande a Giubiasco
Tragedia nella placida Piazza Grande di Giubiasco, dove nel primo pomeriggio di ieri si sono uditi alcuni colpi di pistola provenire dall’Osteria degli Amici. Mancava poco alle 14, orario di chiusura del locale, quando un ex agente della Polizia cantonale di 64 anni, domiciliato nel Locarnese e in pensione da alcuni mesi al termine di una carriera irreprensibile, è entrato nell’esercizio pubblico e in un attimo ha puntato la propria pistola contro due persone, freddandole, per poi rivolgere l’arma verso se stesso con l’obiettivo di porre fine alla propria esistenza.
Le vittime dell’omicidio/suicidio, oltre all’agente in pensione, sono un cittadino svizzero di 60 anni domiciliato nella regione e direttore della Cantina di Giubiasco (Cagi) che dal luogo della tragedia dista poche centinaia di metri; con lui, raggiunta in modo letale da un proiettile, è morta la cameriera dell’esercizio pubblico, una 47enne di nazionalità svizzera ma originaria dell’Ungheria, moglie dell’agente in pensione dal quale si stava separando. Una frequentazione, quella della cameriera con il 60enne, probabilmente non gradita all’ex poliziotto, che avendo fatto parte dei corpi speciali era un ottimo tiratore e non ha faticato a sbarazzarsi di coloro il cui comportamento con ogni probabilità lo stava affliggendo a tal punto da desiderare la morte di entrambi. Forse in preda a un raptus alimentato dalla rabbia o dalla gelosia (sarà l’inchiesta a stabilirlo), il 64enne ha come detto esploso alcuni colpi di pistola contro i due, per poi rivolgere l’arma verso se stesso. Pesante il bilancio: tre morti. L’ex agente è deceduto alcuni minuti dopo la sparatoria: vano il tentativo di tenerlo in vita messo in atto dai sanitari della Croce Verde di Bellinzona intervenuti sul posto.
Per sparare – spiega alla ‘Regione’ il capitano Antonio Ciocco, capo della Gendarmeria di Bellinzona, fornendo una prima versione dei fatti ai cronisti presenti sul luogo della tragedia – ha usato l’arma d’ordinanza che gli era rimasta al momento del pensionamento. Interrogatori di testimoni sono in corso per comprendere l’esatta dinamica; non si sa se le persone sentite abbiano però effettivamente assistito alla scena, o se siano accorse negli istanti successivi. Coordina l’inchiesta il procuratore pubblico Roberto Ruggeri. In Piazza Grande è stato attivato un vasto dispiegamento di forze dell’ordine. Al fine di consentire le verifiche e i rilievi del caso, l’intera zona è stata isolata e messa in sicurezza. Eventuali testimoni sono pregati di contattare la Polizia cantonale allo 0848 25 55 55. vero dramma personale che scuote tutti noi”. Rattristato dell’accaduto anche Giorgio Galusero, granconsigliere, ufficiale della Polizia cantonale in pensione e anch’egli domiciliato a Giubiasco. In passato – racconta al nostro giornale – aveva lavorato per un certo periodo con l’agente omicida e suicida: «Inizialmente aveva fatto parte, con me, della sezione antiterrorismo allora fresca di costituzione. Successivamente ha lavorato per molti anni in Gendarmeria e infine anche nella sezione che collaborava con la Polizia federale per questioni di ‘intelligence’». Lo ricorda come un «bravo collega, che non ha mai avuto problemi di comportamento, o reazioni sopra le righe, all’interno del Corpo di polizia. Una carriera esemplare e questo epilogo mi rattrista molto». L’agente, fresco di pensionamento, era peraltro membro di comitato della Federazione svizzera funzionari di polizia, sezione Ticino. ne vedono praticamente solo sul volto degli agenti di polizia, mentre ai margini della piazza è un viavai di persone che hanno sentito la notizia e accorrono per capire qualche dettaglio in più, mentre le forze dell’ordine per ore continuano a entrare e a uscire dallo stabile dell’osteria. La gente è incredula: tra i nostri interlocutori c’è anche chi è stato nel bar proprio al mattino a bere il caffè e nulla lasciava presagire l’accaduto. Come gli altri esercizi pubblici collocati nella bella cornice di Piazza Grande, anche l’Osteria degli Amici rappresenta un apprezzato luogo di ritrovo. “È il posto più tranquillo dove abbia lavorato, perlopiù frequentato da persone sulla sessantina, e mai avrei pensato che qualcosa di così brutto potesse accadere proprio lì”, afferma una persona che in passato ha lavorato presso il ristorante teatro del fatto di sangue. A scuotere ulteriormente i giubiaschesi l’identità delle due vittime prese di mira dal poliziotto in pensione: la cameriera e il direttore della Cagi. “Un uomo davvero buono. Nessuno poteva volergli male”. Tra le ipotesi che si fanno strada quella della premeditazione, essendo il duplice omicidio successo proprio poco prima della chiusura pomeridiana del bar.