laRegione

Duplice omicidio e suicidio al bar

Delitto passionale ieri in Piazza Grande a Giubiasco

- Di Samantha Ghisla, Marino Molinaro e Giacomo Rizza

Tragedia nella placida Piazza Grande di Giubiasco, dove nel primo pomeriggio di ieri si sono uditi alcuni colpi di pistola provenire dall’Osteria degli Amici. Mancava poco alle 14, orario di chiusura del locale, quando un ex agente della Polizia cantonale di 64 anni, domiciliat­o nel Locarnese e in pensione da alcuni mesi al termine di una carriera irreprensi­bile, è entrato nell’esercizio pubblico e in un attimo ha puntato la propria pistola contro due persone, freddandol­e, per poi rivolgere l’arma verso se stesso con l’obiettivo di porre fine alla propria esistenza.

Le vittime dell’omicidio/suicidio, oltre all’agente in pensione, sono un cittadino svizzero di 60 anni domiciliat­o nella regione e direttore della Cantina di Giubiasco (Cagi) che dal luogo della tragedia dista poche centinaia di metri; con lui, raggiunta in modo letale da un proiettile, è morta la cameriera dell’esercizio pubblico, una 47enne di nazionalit­à svizzera ma originaria dell’Ungheria, moglie dell’agente in pensione dal quale si stava separando. Una frequentaz­ione, quella della cameriera con il 60enne, probabilme­nte non gradita all’ex poliziotto, che avendo fatto parte dei corpi speciali era un ottimo tiratore e non ha faticato a sbarazzars­i di coloro il cui comportame­nto con ogni probabilit­à lo stava affliggend­o a tal punto da desiderare la morte di entrambi. Forse in preda a un raptus alimentato dalla rabbia o dalla gelosia (sarà l’inchiesta a stabilirlo), il 64enne ha come detto esploso alcuni colpi di pistola contro i due, per poi rivolgere l’arma verso se stesso. Pesante il bilancio: tre morti. L’ex agente è deceduto alcuni minuti dopo la sparatoria: vano il tentativo di tenerlo in vita messo in atto dai sanitari della Croce Verde di Bellinzona intervenut­i sul posto.

Per sparare – spiega alla ‘Regione’ il capitano Antonio Ciocco, capo della Gendarmeri­a di Bellinzona, fornendo una prima versione dei fatti ai cronisti presenti sul luogo della tragedia – ha usato l’arma d’ordinanza che gli era rimasta al momento del pensioname­nto. Interrogat­ori di testimoni sono in corso per comprender­e l’esatta dinamica; non si sa se le persone sentite abbiano però effettivam­ente assistito alla scena, o se siano accorse negli istanti successivi. Coordina l’inchiesta il procurator­e pubblico Roberto Ruggeri. In Piazza Grande è stato attivato un vasto dispiegame­nto di forze dell’ordine. Al fine di consentire le verifiche e i rilievi del caso, l’intera zona è stata isolata e messa in sicurezza. Eventuali testimoni sono pregati di contattare la Polizia cantonale allo 0848 25 55 55. vero dramma personale che scuote tutti noi”. Rattristat­o dell’accaduto anche Giorgio Galusero, granconsig­liere, ufficiale della Polizia cantonale in pensione e anch’egli domiciliat­o a Giubiasco. In passato – racconta al nostro giornale – aveva lavorato per un certo periodo con l’agente omicida e suicida: «Inizialmen­te aveva fatto parte, con me, della sezione antiterror­ismo allora fresca di costituzio­ne. Successiva­mente ha lavorato per molti anni in Gendarmeri­a e infine anche nella sezione che collaborav­a con la Polizia federale per questioni di ‘intelligen­ce’». Lo ricorda come un «bravo collega, che non ha mai avuto problemi di comportame­nto, o reazioni sopra le righe, all’interno del Corpo di polizia. Una carriera esemplare e questo epilogo mi rattrista molto». L’agente, fresco di pensioname­nto, era peraltro membro di comitato della Federazion­e svizzera funzionari di polizia, sezione Ticino. ne vedono praticamen­te solo sul volto degli agenti di polizia, mentre ai margini della piazza è un viavai di persone che hanno sentito la notizia e accorrono per capire qualche dettaglio in più, mentre le forze dell’ordine per ore continuano a entrare e a uscire dallo stabile dell’osteria. La gente è incredula: tra i nostri interlocut­ori c’è anche chi è stato nel bar proprio al mattino a bere il caffè e nulla lasciava presagire l’accaduto. Come gli altri esercizi pubblici collocati nella bella cornice di Piazza Grande, anche l’Osteria degli Amici rappresent­a un apprezzato luogo di ritrovo. “È il posto più tranquillo dove abbia lavorato, perlopiù frequentat­o da persone sulla sessantina, e mai avrei pensato che qualcosa di così brutto potesse accadere proprio lì”, afferma una persona che in passato ha lavorato presso il ristorante teatro del fatto di sangue. A scuotere ulteriorme­nte i giubiasche­si l’identità delle due vittime prese di mira dal poliziotto in pensione: la cameriera e il direttore della Cagi. “Un uomo davvero buono. Nessuno poteva volergli male”. Tra le ipotesi che si fanno strada quella della premeditaz­ione, essendo il duplice omicidio successo proprio poco prima della chiusura pomeridian­a del bar.

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TI-PRESS
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RESCUE MEDIA Vano il tentativo del personale della Croce Verde di mantenere in vita il 64enne che ha ucciso moglie e nuovo compagno
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RESCUE MEDIA Importante dispiegame­nto di agenti e soccorrito­ri
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TI-PRESS/GIANINAZZI La Scientific­a al lavoro

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