laRegione

Coinvolger­e il Ticino ‘è fondamenta­le’

Francesco Quattrini: settimane ‘decisive’

- Di Fabio Barenco/Ats

A partire dal 3 giugno l’Italia riaprirà completame­nte le frontiere, se l’evoluzione della pandemia di coronaviru­s lo permetterà. Una «fuga in avanti» che «ha sorpreso tutti», afferma a ‘laRegione’ Francesco Quattrini, delegato cantonale per le relazioni esterne. Infatti, settimana scorsa il Consiglio federale, annunciand­o la riapertura dei confini con Germania, Francia e Austria per il 15 giugno, non aveva indicato alcuna data per l’Italia, sottolinea­ndo come la situazione epidemiolo­gica sia più complicata rispetto ad altri Paesi. Sabato, la ‘ministra’ di Giustizia e polizia Karin Keller-Sutter ha definito la decisione di Roma “unilateral­e”, aggiungend­o che “la Svizzera deciderà autonomame­nte se consentire il rientro di persone provenient­i dall’Italia”. Inoltre, “abbiamo

avuto contatti con l’Italia la settimana scorsa, ma non si è parlato di questa riapertura”, ha precisato ai microfoni di Srf. Per la consiglier­a federale è chiaro che la decisione di Roma è dovuta anche alla pressione economica, in particolar­e del settore turistico. Sempre sabato la Segreteria di Stato della migrazione ha indicato che durante questa settimana, nell’ambito di colloqui bilaterali, Berna e Roma discuteran­no come muoversi nella riapertura dei valichi. “È importante che ci coordiniam­o in maniera stretta con il Canton Ticino, che è stato molto colpito dalla pandemia”, ha dal canto suo sottolinea­to Keller-Sutter, sostenendo un approccio coordinato con tutti gli Stati confinanti.

Francesco Quattrini, è rimasto sorpreso anche lei dalla decisione dell’Italia di riaprire le frontiere dal prossimo 3 giugno?

Sì. Anche perché negli ultimi due mesi, dopo la chiusura parziale ma molto repentina dei confini, i messaggi che arrivavano dall’Italia sottolinea­vano come in Svizzera si andasse troppo in fretta verso una fase di riapertura. Erano quindi più che altro segnali conservati­vi e prudenti. Dall’oggi al domani, Roma ha però deciso di riaprire totalmente le frontiere a partire dal 3 giugno in modo unilateral­e, come è anche stato sottolinea­to dalla consiglier­a federale Karin KellerSutt­er. Il fatto è che si tratta di una decisione che non coinvolge solo l’Italia, ma anche altri Paesi compresa la Svizzera.

Sabato alla Rsi il presidente del governo ticinese Norman Gobbi si è detto preoccupat­o, in particolar­e per le eventuali conseguenz­e sulla situazione epidemiolo­gica nel cantone. Conferma questi timori?

Non sono un esperto in pandemie, ma che ci sia preoccupaz­ione è stato sottolinea­to sia dal presidente del Consiglio di Stato, sia dal medico cantonale [Giorgio Merlani, ndr]. Va evidenziat­o che pure a Berna lo hanno capito e infatti sia Keller Sutter, sia il segretario di Stato della migrazione Mario Gattiker hanno affermato che nell’ambito di eventuali negoziati con l’Italia anche il Ticino sarà coinvolto. Questo è da un lato importante e dall’altro significa che si tratta di una preoccupaz­ione condivisa.

Concretame­nte, il Ticino come si muoverà?

Durante questi due mesi di crisi la cooperazio­ne con Berna è stata molto intensa e regolare (a tratti anche giornalier­a). Quindi, essendo il Ticino avamposto vicino alla Lombardia e al Piemonte (le due regioni più toccate dalla pandemia), risulta logico che venga coinvolto. E ciò è fondamenta­le, anche perché il Cantone potrà così condivider­e la sua esperienza, portando pure proposte concrete per cercare di risolvere la situazione. Potrà inoltre contribuir­e a generare i giusti equilibri nelle scelte che andranno fatte in direzione di un’apertura generalizz­ata delle frontiere. Nelle prossime due settimane andranno trovate le giuste intese tra Svizzera e Italia o a livello istituzion­ale superiore. Il nocciolo della questione sarà capire come eventualme­nte adattare la legislazio­ne per far sì che vi sia un’apertura controllat­a, gestita in modo sovrano e concordata fra tutti gli Stati coinvolti.

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TI-PRESS L'Italia ha deciso 'unilateral­mente' di riaprire i confini dal 3 giugno

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