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‘Abbiamo sentito quattro spari’

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Quando giungiamo sul posto poco dopo l’arrivo delle prime pattuglie di polizia, l’atmosfera in Piazza Grande è molto tesa. Gli agenti corrono per delimitare gli esterni dell’osteria e urlano con una tale foga per far allontanar­e la gente che si trova nei dintorni della scena del crimine che inizia a insinuarsi il timore che ci possa essere pericolo per i presenti. A quell’ora la piazza è animata da molte famiglie a piedi o in bici, con diverse persone presenti ai tavolini degli altri bar e fuori dalla gelateria; ci sono anche parecchi bambini al parco giochi situato a poche decine di metri dal fatto di sangue, che subito viene fatto sgomberare. “Quattro spari”. Chi abita in zona dice di averli sentiti in modo netto. “Prima due, poi una pausa e altri due”, ci raccontano. Da un balcone situato dall’altra parte della piazza ci spiegano di aver sentito i colpi, “ma non avevamo capito che si trattasse di spari. Nessuno ha urlato né chiesto aiuto”. La proprietar­ia del locale in cui è avvenuto il duplice omicidio è seduta poco lontano e parla con gli agenti. Le informazio­ni sono frammentar­ie, ma è subito chiaro che si tratta di un fatto molto grave. Alle 14.40 i paramedici portano fuori dal bar su una barella un uomo, presumibil­mente l’assalitore, in condizioni disperate. Le ambulanze ancora presenti sono due e una sarebbe già partita un attimo prima. In una tranquilla domenica soleggiata di ritrovata libertà dopo le restrizion­i per la pandemia, nessuno sembra più pensare al coronaviru­s. Di mascherine se

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