La scuola: mascherine e incognite
Lunedì le scuole dell’obbligo hanno riaperto e gli allievi ritornano a scuola. Il rientro è avvenuto però in un ambiente radicalmente diverso da quello di inizio anno scolastico: classi dimezzate, misure igieniche restrittive, contatti sociali controllati, giorni settimanali di presenza a scuola ridotti. Sull’utilità di questa apertura le opinioni rimangono ancora discordanti. È vero che negli ultimi giorni in Ticino non si sono più stati né nuovi decessi né nuovi contagi. Ma non bisogna dimenticare che la ripresa delle attività è appena iniziata, e che, considerato il tempo di incubazione del virus, solo nelle prossime settimane avremo le indicazioni necessarie per valutare se l’epidemia è stata effettivamente posta sotto controllo. Inoltre, le nostre regioni confinano con la Lombardia, dove, purtroppo, la situazione è ancora in evoluzione.
Per alcune famiglie la riapertura delle scuole può apparire rassicurante perché evita di lasciare i figli a casa da soli mentre i genitori lavorano. Ma molti genitori sono perplessi nel vedere i propri figli cambiare ancora una volta modalità di lavoro quando mancano solo pochi giorni alla fine dell’anno scolastico. Agli allievi è stato dapprima chiesto di imparare a gestire contemporaneamente, ed in tempi brevissimi, numerosi programmi informatici per adeguarsi all’insegnamento a distanza. Dopo un tale sforzo, si richiede un altro cambiamento per adattarsi ad una nuova modalità di lavoro. Una situazione che rischia di compromettere per l’ennesima volta la continuità didattica. All’interno del corpo insegnante la disponibilità a riprendere il lavoro sicuramente non manca, ma è dell’utilità di una riapertura con queste improvvisate modalità che ci si interroga. Consapevole dei tempi ristretti con cui è stato necessario prendere delle decisioni, sarebbe comunque stato d’aiuto valutare le proposte del Movimento della Scuola. Quindi, anche se l’insegnante torna in classe, mettendo a rischio la propria salute come già coraggiosamente fanno medici e infermieri, qual è esattamente il suo nuovo ruolo? Le norme igieniche da osservare sono talmente numerose che sarà più il tempo trascorso a impersonare il poliziotto che quello dedicato a svolgere la sua primaria funzione: quella di insegnare! A quanto sembra gli allievi, in questi primi giorni, sono stati disciplinati e hanno rispettato tutte le nuove norme igieniche. Ci si augura che questo loro atteggiamento continui fino alla fine dell’anno, e che le norme igieniche non siano interpretate come una moda passeggera da cambiare a dipendenza degli umori.
Uno sguardo alle idee espresse dagli schieramenti politici mostra una spaccatura al loro interno tra chi è contrario e chi è favorevole alla riapertura. In questo frangente, considerato che ci troviamo di fronte ad una vera pandemia di proporzioni gigantesche, colpisce tuttavia la trasformazione del dibattito politico su questo argomento (...)
(...) in uno strumento di sciacallaggio, a dimostrazione del fatto che anche da noi, purtroppo, a volte l’interesse di parte prevale sull’interesse comune.
Ma a preoccupare maggiormente sono le difficoltà che gli allievi di quarta media dovranno affrontare con il nuovo anno scolastico. Quelli che affronteranno il liceo avranno la necessaria preparazione? Il salto di qualità dalla scuola media al liceo è sempre stato alto, ma la discontinuità didattica a cui sono sottoposti gli allievi proprio durante questa parte finale dell’anno di sicuro non aiuta, nemmeno i più volonterosi. Quelli che dovranno cercare lavoro non saranno certo più fortunati: le difficoltà economiche, che presto si faranno sentire, renderanno la già scarsa disponibilità di nuovi posti di apprendistato ancora più ristretta. Per non parlare delle scuole post obbligatorie: potranno le direzioni valutare per tempo le domande di ammissione? Grande attenzione dovrebbe inoltre essere prestata a quegli allievi coinvolti nella differenziazione curricolare. Considerata la situazione lavorativa e scolastica particolarmente delicata, sarebbe opportuno che vengano seguiti anche dopo la quarta media. Pena, il rischio in futuro di un abbandono scolastico totale.
Altro tema che dovrebbe essere valutato riguarda l’efficacia delle nuove modalità didattiche. Quanto efficace è stato l’insegnamento a distanza? Per molte persone le piattaforme utilizzate erano una novità assoluta, di non proprio immediata comprensione. Alle difficoltà didattiche legate alle singole discipline, si è quindi aggiunta la difficoltà di capire nuovi programmi. Quanto ha influito questo sull’acquisizione delle competenze disciplinari? Visto poi che oggi il computer è utilizzato da molti genitori per lavorare, un’altra problematica sentita riguarda la possibilità per le singole famiglie di mettere a disposizione un apparecchio per ogni figlio. Sarebbe interessante valutare come è stato risolto questo problema e come abbia influito sull’apprendimento. Al di là di tutte queste considerazioni, sarebbe anche interessante riciclare l’insegnamento a distanza in futuro nel caso in cui un docente non possa fisicamente presenziare alle lezioni, ma sia sufficientemente in forze da poter svolgere le sue lezioni da casa. Recentemente il Ps ha proposto di rendere obbligatorio l’uso della mascherina anche sui mezzi di trasporto pubblico. Un’idea sensata, considerato l’ambiente chiuso e la vicinanza tra i passeggeri. Ma queste distanze sono paragonabili a quelle presenti in aula. Quindi non si capisce bene per quale motivo gli allievi debbano indossare le mascherine nel momento in cui salgono sul bus, mentre a scuola ogni allievo è lasciato libero di decidere. Avere una regola sola di comportamento da seguire in presenza di altre persone sarebbe, per un ragazzo, sicuramente molto più educativo e, soprattutto, più coerente.
La speranza è che la autorità si rendano conto di tutte queste problematiche e che riescano a dare una riposta concreta alla popolazione. Tutte queste osservazioni, che non vanno interpretate come una sterile critica al responsabile del Decs, scaturiscono dalla mia decennale esperienza di docente, e hanno come unico scopo quello di proporre una serie di temi su cui ancora riflettere attentamente. Nella speranza che questa situazione sanitaria critica volga presto al termine, auguro ai coraggiosi docenti e agli allievi una buona ripresa. In bocca al lupo!