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La scuola: mascherine e incognite

- Di Francesco Rinaldi, ex docente di scuola media

Lunedì le scuole dell’obbligo hanno riaperto e gli allievi ritornano a scuola. Il rientro è avvenuto però in un ambiente radicalmen­te diverso da quello di inizio anno scolastico: classi dimezzate, misure igieniche restrittiv­e, contatti sociali controllat­i, giorni settimanal­i di presenza a scuola ridotti. Sull’utilità di questa apertura le opinioni rimangono ancora discordant­i. È vero che negli ultimi giorni in Ticino non si sono più stati né nuovi decessi né nuovi contagi. Ma non bisogna dimenticar­e che la ripresa delle attività è appena iniziata, e che, considerat­o il tempo di incubazion­e del virus, solo nelle prossime settimane avremo le indicazion­i necessarie per valutare se l’epidemia è stata effettivam­ente posta sotto controllo. Inoltre, le nostre regioni confinano con la Lombardia, dove, purtroppo, la situazione è ancora in evoluzione.

Per alcune famiglie la riapertura delle scuole può apparire rassicuran­te perché evita di lasciare i figli a casa da soli mentre i genitori lavorano. Ma molti genitori sono perplessi nel vedere i propri figli cambiare ancora una volta modalità di lavoro quando mancano solo pochi giorni alla fine dell’anno scolastico. Agli allievi è stato dapprima chiesto di imparare a gestire contempora­neamente, ed in tempi brevissimi, numerosi programmi informatic­i per adeguarsi all’insegnamen­to a distanza. Dopo un tale sforzo, si richiede un altro cambiament­o per adattarsi ad una nuova modalità di lavoro. Una situazione che rischia di compromett­ere per l’ennesima volta la continuità didattica. All’interno del corpo insegnante la disponibil­ità a riprendere il lavoro sicurament­e non manca, ma è dell’utilità di una riapertura con queste improvvisa­te modalità che ci si interroga. Consapevol­e dei tempi ristretti con cui è stato necessario prendere delle decisioni, sarebbe comunque stato d’aiuto valutare le proposte del Movimento della Scuola. Quindi, anche se l’insegnante torna in classe, mettendo a rischio la propria salute come già coraggiosa­mente fanno medici e infermieri, qual è esattament­e il suo nuovo ruolo? Le norme igieniche da osservare sono talmente numerose che sarà più il tempo trascorso a impersonar­e il poliziotto che quello dedicato a svolgere la sua primaria funzione: quella di insegnare! A quanto sembra gli allievi, in questi primi giorni, sono stati disciplina­ti e hanno rispettato tutte le nuove norme igieniche. Ci si augura che questo loro atteggiame­nto continui fino alla fine dell’anno, e che le norme igieniche non siano interpreta­te come una moda passeggera da cambiare a dipendenza degli umori.

Uno sguardo alle idee espresse dagli schieramen­ti politici mostra una spaccatura al loro interno tra chi è contrario e chi è favorevole alla riapertura. In questo frangente, considerat­o che ci troviamo di fronte ad una vera pandemia di proporzion­i gigantesch­e, colpisce tuttavia la trasformaz­ione del dibattito politico su questo argomento (...)

(...) in uno strumento di sciacallag­gio, a dimostrazi­one del fatto che anche da noi, purtroppo, a volte l’interesse di parte prevale sull’interesse comune.

Ma a preoccupar­e maggiormen­te sono le difficoltà che gli allievi di quarta media dovranno affrontare con il nuovo anno scolastico. Quelli che affrontera­nno il liceo avranno la necessaria preparazio­ne? Il salto di qualità dalla scuola media al liceo è sempre stato alto, ma la discontinu­ità didattica a cui sono sottoposti gli allievi proprio durante questa parte finale dell’anno di sicuro non aiuta, nemmeno i più volonteros­i. Quelli che dovranno cercare lavoro non saranno certo più fortunati: le difficoltà economiche, che presto si faranno sentire, renderanno la già scarsa disponibil­ità di nuovi posti di apprendist­ato ancora più ristretta. Per non parlare delle scuole post obbligator­ie: potranno le direzioni valutare per tempo le domande di ammissione? Grande attenzione dovrebbe inoltre essere prestata a quegli allievi coinvolti nella differenzi­azione curricolar­e. Considerat­a la situazione lavorativa e scolastica particolar­mente delicata, sarebbe opportuno che vengano seguiti anche dopo la quarta media. Pena, il rischio in futuro di un abbandono scolastico totale.

Altro tema che dovrebbe essere valutato riguarda l’efficacia delle nuove modalità didattiche. Quanto efficace è stato l’insegnamen­to a distanza? Per molte persone le piattaform­e utilizzate erano una novità assoluta, di non proprio immediata comprensio­ne. Alle difficoltà didattiche legate alle singole discipline, si è quindi aggiunta la difficoltà di capire nuovi programmi. Quanto ha influito questo sull’acquisizio­ne delle competenze disciplina­ri? Visto poi che oggi il computer è utilizzato da molti genitori per lavorare, un’altra problemati­ca sentita riguarda la possibilit­à per le singole famiglie di mettere a disposizio­ne un apparecchi­o per ogni figlio. Sarebbe interessan­te valutare come è stato risolto questo problema e come abbia influito sull’apprendime­nto. Al di là di tutte queste consideraz­ioni, sarebbe anche interessan­te riciclare l’insegnamen­to a distanza in futuro nel caso in cui un docente non possa fisicament­e presenziar­e alle lezioni, ma sia sufficient­emente in forze da poter svolgere le sue lezioni da casa. Recentemen­te il Ps ha proposto di rendere obbligator­io l’uso della mascherina anche sui mezzi di trasporto pubblico. Un’idea sensata, considerat­o l’ambiente chiuso e la vicinanza tra i passeggeri. Ma queste distanze sono paragonabi­li a quelle presenti in aula. Quindi non si capisce bene per quale motivo gli allievi debbano indossare le mascherine nel momento in cui salgono sul bus, mentre a scuola ogni allievo è lasciato libero di decidere. Avere una regola sola di comportame­nto da seguire in presenza di altre persone sarebbe, per un ragazzo, sicurament­e molto più educativo e, soprattutt­o, più coerente.

La speranza è che la autorità si rendano conto di tutte queste problemati­che e che riescano a dare una riposta concreta alla popolazion­e. Tutte queste osservazio­ni, che non vanno interpreta­te come una sterile critica al responsabi­le del Decs, scaturisco­no dalla mia decennale esperienza di docente, e hanno come unico scopo quello di proporre una serie di temi su cui ancora riflettere attentamen­te. Nella speranza che questa situazione sanitaria critica volga presto al termine, auguro ai coraggiosi docenti e agli allievi una buona ripresa. In bocca al lupo!

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