Maturità, grave annullare gli esami?
Radicale da una vita, di famiglia radicale (come si usava una volta), leggo il comunicato stampa de “I Liberali Radicali” e trovo conferma che l’appellativo “Radicali” nel logo del partitone non è più un aggettivo ma un sostantivo. I liberali hanno ormai dimenticato cosa sia esserlo in chiave radicale, ciò che il partito liberale è stato fin dalle origini dello Stato svizzero moderno. Oggi qualche panda radicale vivacchia fra le fila dei liberali, che si qualificano perfettamente nelle loro dichiarazioni in merito all’annullamento degli esami di maturità.
Un approccio disinformato, e per questo pregiudiziale, che rivela tutto il cinismo di chi pretende di strutturare i meccanismi sociali sulla competizione, in nome della tanto decantata meritocrazia e senza riguardo per il concetto stesso di merito nel contesto sociale. Che società è quella in cui la comprensione dell’altro e il sostegno della persona in difficoltà deve essere meritato? Una società improntata al darwinismo sociale, sogno ad occhi aperti del liberista, non certo del radicale.
Il Plrt giudica la scelta di annullare gli esami incoerente, sbagliata, pigra e ideologica. Incoerente non parrebbe, quanto meno rispetto a Cantoni non certo poco rappresentativi come Zurigo, Berna, Basilea, Vaud, Ginevra. Si parla di “un segnale importante verso i nostri giovani” che verrebbe meno: quello di sottoporli ad esami pur nella consapevolezza che la stragrande maggioranza di loro non è nelle condizioni mentali ed emotive adeguate per affrontarli in modo sereno e proficuo? La risposta per i liberali sta nelle ragioni per cui la scelta di annullamento sarebbe “sbagliata”, visto che “gli esami di maturità non sono un semplice rito ma una tappa fondamentale del percorso formativo”. Che sciocchezza! Gli esami di maturità costituiscono di fatto un rito di passaggio, e proprio per questo è peccato che non possa essere celebrato, ma occorre ponderare rischi e opportunità. Ricordiamoci che la statistica medica mette in luce una correlazione fra l’aumento dei fattori di rischio e il numero di vittime. E poi: “una tappa fondamentale del percorso formativo”… In realtà le note degli esami modificano poco o nulla le note di fine anno; e per fortuna che è così, sennò perché formare e valutare per anni, se potrebbero bastare un paio d’ore per giocarsela? Non ci si forma con la valutazione puramente certificativa di un esame, ma semmai con quella — appunto — formativa, effettuata prima e dopo la chiusura delle scuole. Sorvoliamo sulla becera accusa di pigrizia: i soliti stereotipi sui docenti scansafatiche… E infine la scelta sarebbe “ideologica”, intesa — presumo — come preconcetta, in quanto non credo che i liberali la possano tacciare di essere, chessò, socialista o veterocomunista… Non mi pare che il socialismo nel proprio Dna abbia il gene della rinuncia agli esami…
E d’altra parte, coloro che pontificano e giudicano sommariamente, senza nemmeno aver sentito che aria tira fra gli allievi, senza aver provato lo sgomento che si vive di fronte a schiere di ragazzi atomizzati nelle loro camerette, disorientati, avviliti, privi degli stimoli culturali e sociali che normalmente fornisce la scuola, quelli sì che si esprimono ideologicamente, o meglio ottusamente, sulla base di qualche sentito dire e di una montagna di pregiudizi. Bella fine per il partito che dovrebbe conservare i valori del libero pensiero…