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I camici in Lombardia I soldi in Svizzera

Sotto indagine i conti del presidente Fontana

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Milano – Da un lato le anomalie della fornitura di camici per il personale sanitario in piena epidemia coronaviru­s; dall’altro i conti svizzeri del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. In ogni caso, due lati della stessa medaglia, per gli inquirenti Luigi Furno, Paolo Filippini e Carlo Scalas, titolari del fascicolo.

Se infatti il cuore dell’inchiesta riguarda la vendita, poi donazione (forse) del materiale sanitario, la Procura ha deciso di far luce anche sul conto in Svizzera di Fontana sul quale sono depositati 5,3 milioni di euro. Non pochi. Si tratta di una somma scudata nel 2015 provenient­e dai conti associati a due trust alle Bahamas aperti da sua madre: uno che risale al 1997 il cui capitale nel 2005 è confluito in un secondo trust gestito da una fondazione a Vaduz sulla quale, oltre alla madre, aveva l’operativit­à Fontana stesso.

L’esistenza del conto alla Ubs di Lugano era stata taciuta da Fontana nella dichiarazi­one del proprio stato patrimonia­le relativa al 2016, quando era ancora sindaco di Varese. Per questo motivo Fontana era stato multato dall’Anac, l'Autorità anticorruz­ione. Lo stesso conto è poi venuto alla luce proprio perché da lì sarebbe dovuto partire il bonifico di 250mila euro disposto da Fontana a favore del cognato per il mancato profitto derivato dalla trasformaz­ione della fornitura in donazione.

I pm ora intendono ricostruir­e le movimentaz­ioni di quel conto che non sarebbe stato dormiente e mettere a fuoco le entrate e le uscite registrate negli ultimi anni, in particolar­e nel periodo precedente sua regolarizz­azione con la voluntary disclosure.

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KEYSTONE Su minga

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