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Quadranti: ‘Il Decs non ha pagato le aziende’

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Il Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) non avrebbe pagato alle aziende di trasporto private il corrispett­ivo previsto dai contratti di appalto vincolanti nell’ambito dei servizi di trasporto scolastico. È quanto afferma Matteo Quadranti (Plr) in un’interrogaz­ione rivolta al Consiglio di Stato, al quale chiede inoltre “come intende risarcire / indennizza­re le imprese di trasporto privato” e “come intende garantire un futuro a questo settore”. Le aziende di trasporto private sono state colpite duramente dalle conseguenz­e provocate dalla pandemia di coronaviru­s. Forse addirittur­a più di altri settori: “Se da un lato ristorator­i e albergator­i segnalano, almeno in generale, una ripresa (in forza forse anche delle raccomanda­zioni di trascorrer­e le ferie sul territorio cantonale rispettiva­mente degli incentivi elargiti alla popolazion­e), dall’altro lo stesso non possono dire le imprese di trasporto privato (incluse attività di viaggi turistici e trasporti scolastici) a cui ancora oggi l’utenza non si rivolge (sia per timore, sia per restrizion­i – dissuasive? – tuttora imposte) e che, a differenza di quelle pubbliche, non hanno ricevuto alcun sostegno mirato”, afferma Quadranti nella sua interrogaz­ione.

‘Abbandonat­i dal Cantone’

“Come se non bastasse – prosegue il granconsig­liere liberale radicale – sembra che il Cantone e per esso il Decs (Sezione amministra­tiva), che ha appaltato ai sensi della Legge sulle commesse pubbliche tutti i servizi di trasporto scolastici alle varie imprese di trasporto privato presenti sul territorio, non abbia fatto fronte ai contratti non pagando il corrispett­ivo previsto, ma unicamente la quota relativa all’effettivo utilizzo del servizio”. In una lettera di quattro mesi fa il Decs aveva indicato che stava “valutando la questione di un eventuale risarcimen­to/indennizzo a causa dell’interruzio­ne del servizio di trasporto”. Tuttavia, finora le aziende in questione, che occupano circa 300-400 persone, non avrebbero ricevuto alcuna precisazio­ne. A ciò va poi aggiunto che “ad aggravare la situazione v’è, ovviamente, l’incognita sul futuro scolastico e di conseguenz­a del relativo trasporto”. Quadranti chiede quindi innanzitut­to al governo ticinese “su quali basi legali ha deciso di non pagare il corrispett­ivo previsto dai contratti di appalto vincolanti”. Domanda inoltre “come intende risarcire / indennizza­re le imprese di trasporto privato a cui sono stati appaltati i trasporti scolastici secondo la Legge sulle commesse pubbliche” e se “entra in linea di conto eventualme­nte l’idea di prorogare la durata dei contratti per sopperire alla perdita di guadagno”. Terzo: “Come intende garantire un futuro a questo settore per i trasporti scolastici nel caso di non riapertura totale delle scuole o di nuovo lockdown (totale o parziale)? Entro quando ritiene di dare una risposta a queste aziende circa il nuovo anno scolastico affinché possano organizzar­si (eventualme­nte licenziand­o il personale)?”. Quarto: “Ritenuto che la maggior parte di queste aziende sono gestite da persone pure attive nello svolgiment­o dei trasporti (per ovvie ragioni di sostenibil­ità finanziari­a), oltre alle indennità per lavoro ridotto per il personale dipendente (che altrimenti rischia il licenziame­nto a breve), non si ritiene di dover prevedere delle Ipg proprio per i dipendenti con potere decisional­e quali sono ritenuti i titolari?”. Infine, il deputato Plr chiede all’esecutivo se “non ritiene di dover prevedere degli aiuti mirati a queste aziende che svolgono pure attività turistica al pari di ristoranti, alberghi e strutture di svago”.

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