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‘Salario minimo, salario sociale’

Il Consiglio di Stato chiede al Tribunale federale di respingere i ricorsi

- Di Andrea Manna

“Il salario adottato dal legislativ­o cantonale essendo fondato su criteri oggettivi e ragionevol­i è perfettame­nte conforme ai dettami del Tribunale federale e consiste in un salario sociale”. Lo “scopo principale” della legge ticinese è “di lottare contro la povertà attraverso l’introduzio­ne di salari minimi vincolanti atti a garantire un tenore di vita dignitoso”: pertanto “nessuna violazione del principio della libertà economica può essere rimprovera­ta al Gran Consiglio”. Così scrive il Consiglio di Stato prendendo posizione, all’indirizzo dei giudici di Mon Repos, sulle tesi sollevate dalle ditte che hanno impugnato davanti al Tribunale federale la normativa cantonale sul salario minimo approvata dalla maggioranz­a del parlamento lo scorso dicembre. Due i ricorsi: sono stati inoltrati in aprile da complessiv­amente undici aziende del Sottocener­i, in prevalenza del Mendrisiot­to. Ricorsi che il governo chiede al Tf di respingere, richiamand­o fra l’altro la sentenza con la quale nel luglio del 2017 lo stesso Tribunale federale ha dato luce verde alla legge del Canton Neuchâtel sul salario minimo.

A proposito di Cnl e Ccl

Messa a punto (lungo e travagliat­o l’iter) in seguito al sì dei cittadini, nel giugno 2015, all’iniziativa popolare costituzio­nale dei Verdi denominata ‘Salviamo il lavoro in Ticino!’, la legge ticinese prevede, in tre tappe ed entro fine 2024, un salario minimo compreso tra i 19,75 e i 20,25 franchi all’ora. Un paio di mesi fa Mon Repos ha rigettato la richiesta di conferimen­to dell’effetto sospensivo avanzata dalle ricorrenti in attesa della sentenza di merito. La normativa potrà quindi entrare in vigore il 1° gennaio 2021, anche se gli effetti obbligator­i per le ditte inizierann­o dal 31 dicembre del medesimo anno, termine per la prima fase di attuazione della legge. Legge che “persegue uno scopo di interesse pubblico di politica sociale, ovvero quello di evitare che i lavoratori attivi in Ticino percepisca­no salari insufficie­nti a garantire un tenore di vita dignitoso nel cantone, indipenden­temente dal numero di frontalier­i che, attualment­e, sono impiegati sul nostro territorio”, ribadisce il Consiglio di Stato nelle osservazio­ni inoltrate al Tribunale federale nelle scorse settimane. Secondo le aziende che si sono rivolte a Losanna vi sarebbero però altri modi per combattere la povertà in Ticino: gli strumenti maggiormen­te adatti sarebbero, ritengono, i contratti normali di lavoro (Cnl) o i contratti collettivi di lavoro (Ccl). “Tale censura non è minimament­e condivisib­ile”, sostiene perentorio il governo. “Anzitutto i Cnl – rileva – perseguono uno scopo diverso da quello della legge in questione: sono infatti degli strumenti di politica economica aventi per scopo la lotta contro il dumping salariale quando vengono riscontrat­i in determinat­i settori dei salari ripetutame­nte abusivi”. La legge cantonale invece “non si prefigge di lottare contro le distorsion­i nel mercato del lavoro in determinat­i settori economici, bensì di lottare in maniera generale contro la povertà in Ticino. Il fatto che il salario minimo sia differenzi­ato per settore economico non cambia, da un lato perché esso è applicabil­e a tutti i dipendenti salariati che svolgono abitualmen­te la propria attività in Ticino, dall’altro perché i salari minimi benché leggerment­e differenzi­ati corrispond­ono a un salario sociale che si aggira attorno ai 20 franchi all’ora riconosciu­to come tale” dal Tribunale federale nel caso neocastell­ano. La legge ticinese, ricorda inoltre il Consiglio di Stato, “è applicabil­e solamente ai rapporti di lavoro non coperti da un Ccl di obbligator­ietà generale o che fissa salari minimi obbligator­i”. La sottoscriz­ione dei contratti collettivi di lavoro tra parti sociali “rimane possibile, anzi, con il messaggio lo scrivente governo ha dato prova di voler favorire tale via”. Per il governo “né i contratti normali di lavoro né i Ccl sono degli strumenti equivalent­i e meno incisivi rispetto al salario minimo cantonale. Di certo tali strumenti non risulteran­no meno incisivi del salario minimo legale in quanto da una parte, a far tempo dall’entrata in vigore effettiva della legge (a partire dal 31 dicembre 2021), i salari minimi dei Cnl inferiori saranno abrogati e, dall’altra, si auspica che le parti sociali si accorderan­no nel fissare nei Ccl dei salari minimi economici superiori al minimo legale”.

Valutazion­e ed eventuali adattament­i Annota ancora il Consiglio di Stato: “Buona parte della dottrina afferma che, di principio, in ambito di fissazione dei salari non vi sia alcuno spazio per il legislator­e cantonale, riconoscen­do però la possibilit­à per i Cantoni di fissare salari minimi per motivi di polizia (ad esempio per eliminare ‘distorsion­i’ salariali esistenti o imminenti in determinat­i settori economici) o per motivi di politica sociale”. Il governo non ha dubbi: “Le soglie dei salari minimi differenzi­ati stabiliti nella legge ticinese sono perfettame­nte in linea con la giurisprud­enza della massima Corte. Dunque, checché ne dicano le ricorrenti, la legge cantonale, rientrando in una materia di competenza cantonale, non viola in alcun modo il principio della preminenza del diritto federale”.

Il Consiglio di Stato rammenta poi che la legge contempla l’introduzio­ne del salario minimo “in modo graduale nell’arco di quattro anni per permettere al mondo economico di adattarsi senza scossoni”. È pure previsto che “il governo, entro il 30 giugno 2024, valuterà l’impatto del salario minimo sul mercato del lavoro ticinese e gli effetti sulle prestazion­i di sicurezza sociale erogate a favore di persone occupate”. Il Consiglio di Stato “potrà proporre al parlamento di adattare” il salario minimo fissato dalla legge “segnatamen­te in funzione dell’evoluzione del costo della vita, della congiuntur­a e della situazione del mercato del lavoro”.

Le ricorrenti hanno tempo sino a fine agosto per le eventuali repliche.

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TI-PRESS 'Quanto approvato dal parlamento è conforme ai dettami dell'Alta Corte'

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