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Tampone obbligator­io dopo i viaggi

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Il personale delle case anziani comunali di Bellinzona che rientra da una vacanza all’estero deve sottoporsi al tampone per il Covid-19. Ai dipendenti del Settore anziani è stata fatta pervenire una comunicazi­one lo scorso 2 luglio, sulla quale viene raccomanda­to di effettuare le vacanze in Svizzera. Per chi decide di uscire comunque dai confini nazionali (oltre tre notti) vige l’obbligo di sottoporsi al test prima di riprendere il lavoro. A tal proposito un’interrogaz­ione dell’Mps chiede all’esecutivo se la procedura adottata sia legale. Viene in particolar­e citata una risposta della Segretaria di Stato dell’economia (Seco), sollecitat­a da qualcuno del personale a proposito dell’obbligo di sottoporsi al tampone. Poiché tale obbligo non è previsto dalla legge ma è deciso dal datore di lavoro, quest’ultimo “non ha il diritto di imporre di prendere dei giorni di libero o di vacanza”, si legge sulla risposta. Proprio allo scopo di fare chiarezza, una comunicazi­one ufficiale firmata dal direttore del Servizio anziani Silvano Morisoli è stata affissa ieri all’albo delle strutture sanitarie comunali. Viene sottolinea­to che il 22 luglio il Municipio ha deciso di riconoscer­e 4 ore quale tempo di lavoro a tutti coloro che dal 1° luglio in avanti si sono dovuti sottoporre al tampone. Se il test viene effettuato quando il dipendente è ancora in vacanza (tra le 48 e le 72 ore prima di rientrare sul posto di lavoro) le 4 ore verranno aggiunte al saldo delle vacanze, mentre se la persona viene testata in un giorno libero, quel giorno ha un valore di 4 ore di lavoro.

Da noi raggiunto, il capodicast­ero Servizi sociali Giorgio Soldini aggiunge che il Municipio ha anche stabilito che il costo dei tamponi per i collaborat­ori del Settore anziani è a carico della Città. Soldini sottolinea inoltre che, contrariam­ente a quanto asserito dall’Mps, non vengono sottratte vacanze ai collaborat­ori, ma la visita per effettuare il tampone viene considerat­a tempo di lavoro.

La comunicazi­one all’albo fa chiarezza anche sul rientro da Paesi con obbligo di quarantena a livello federale. Se il collaborat­ore va in una nazione che al momento della partenza è già sulla lista, la quarantena non è riconosciu­ta come tempo di lavoro.

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