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Mendrisiot­to: sono tornate le cicale

- di Matteo Muschietti, resp. Dicastero Ambiente Coldrerio

Quando il sole volge al desio, mi apparto sulla mia terrazza ad ascoltare il canto delle cicale. Quest’anno è molto caldo, ed i refoli di brezza che spirano dal monte Bisbino riescono a malapena a raggiunger­e la piana.

Il loro canto significa che l’estate è nel pieno della sua maturità e porta seco gioia e voglia di vivere. Vi sono stati degli anni dove era raro udire il canto delle cicale, soprattutt­o nelle estati piovose e fresche. Il canto delle cicale è prodotto da una specie di tamburo munito di una membrana elastica, tesa, collocata alla base dell’addome del maschio.

Nel Mendrisiot­to si dice: “Lè migna istaa se canta mia la cicala” che tradotto vuol dire che non è estate senza il canto delle cicale.

È veramente peccato se questi insetti dovessero scomparire. Quando andate a passeggiar­e con i vostri figli fate sentire il canto delle cicale e spiegate che nel Mendrisiot­to le cicale tornano ogni estate e annunciano il momento più bello di tutto l’anno con i loro canti ininterrot­ti ma piacevoli.

Se non fossero tornate con questa calura che avviluppa il nostro distretto ci sarebbe di che preoccupar­si. Ma sulla mia terrazza stanno già arrivando le ombre della sera, ed un altro insetto si fa vivo: il grillo. Peccato che sono sempre di meno i grilli alle nostre latitudini. Colpa della cementific­azione sempre più crescente che ruba gli spazi alla natura.

Meditate gente, perché tutte queste piccole cose portano alla scomparsa di insetti, poi anche il cambiament­o climatico è foriero di cattive notizie per la flora e la fauna nostrane. Pensiamoci e tutti assieme facciamoci sentire affinché chi ci governa capisca che è ora d’agire in fretta.

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