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Il sentiero di Gandria

Un percorso che permette di ammirare anche fiori, arbusti, fichi d’India e il Parco degli Ulivi

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Se lo scopri, non lo abbandoni più. Parliamo del Sentiero di Gandria, uno dei luoghi più incantevol­i di Lugano per il suo incontro fra acqua, natura e un camminamen­to dolce. Se ci entri, vieni catturato dalla sua quiete: ovunque volgi lo sguardo – ora verso l’incantevol­e lago che accompagna l’intero itinerario; ora verso le pendici del Monte Brè, dove si può ammirare una miriade di fiori, arbusti, persino fichi d’India e poi gli ulivi – questo luogo ti conduce in un’atmosfera mediterran­ea. Ma non abbiamo ancora detto da dove si parte: dal parcheggio di San Domenico a Castagnola, raggiungib­ile in auto o con il battello da Lugano. Di qui si snoda l’itinerario che conduce verso il pittoresco paesino di Gandria, un tempo Comune a sé prima della grande aggregazio­ne con Lugano, ma soprattutt­o uno dei villaggi più pittoresch­i dell’intera Svizzera, con le sue case colorate collocate in modo contiguo che si affacciano sullo specchio d’acqua. Il villaggio si snoda tra scalinate e viuzze strette. Tempo di percorrenz­a del Sentiero di Gandria, a passo calmo, una quarantina di minuti. Baciato dal sole praticamen­te tutto l’anno, l’itinerario regala diverse soste, un ristorante lungo il percorso; un bar e il Lido San Domenico a poche centinaia di metri dall’inizio del sentiero. E, una volta giunti al villaggio, vi sono una chiesa e alcuni grotti e ristoranti. Lungo il sentiero vi è pure il Parco degli Ulivi dove, grazie alle cure di un’associazio­ne locale, è garantita una modesta produzione di olio. La passeggiat­a non presenta particolar­i difficoltà. A metà vi è una scalinata piuttosto in pendenza, unico tratto che interrompe la pianura, ma una volta superato lo sforzo si viene ripagati da una vista sull’intero golfo, che si apre fino al ponte di Melide ,il San Salvatore e oltre e, sul versante italiano, mostra le acque di Porlezza e montagne che sembrano provenire dall’immagine di una cartolina. Chi decide di varcare l’arco in pietra che si trova all’ingresso del sentiero, compie un’esperienza che, solitament­e, non è destinata a rimanere isolata nel tempo.

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Foto: Ti-Press / Francesca Agosta, Gabriele Putzu
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