laRegione

Treno dei desideri all’incontrari­o va

Le associazio­ni ambientali­ste replicano all’intervista di Zali: ‘Siamo sempre state ignorate’

- Di Guido Grilli

Il braccio di ferro continua, ma non mancano propositi di dialogo. Il direttore del Dipartimen­to del territorio, Claudio Zali, aveva dato loro dei «neinsager» e «besserwiss­er» (bastian contrari e sapientoni, ndr.) dopo che hanno “osato” presentare opposizion­e contro il progetto definitivo di tram-treno nel Luganese pubblicata dal Cantone e inviare a Berna una petizione di 2’000 firme per contestare, in particolar­e, l’eliminazio­ne dell’attuale tratto ferroviari­o in collina della linea Flp, che serve la zona tra Muzzano, Sorengo e Collina d’Oro. Ora loro – l’Associazio­ne traffico e ambiente della Svizzera italiana, Società per l’arte e la natura e Cittadini per il territorio del Luganese – replicano puntualmen­te con un comunicato all’intervista rilasciata martedì dal Consiglier­e di Stato a ‘laRegione’.

Dapprima i tre sodalizi, che il ministro ha definito «autorefere­nziali», rivendican­o la loro legittimit­à territoria­le: «Prima di iniziare è doveroso precisare che i Cittadini per il territorio del Luganese, come dice il loro nome, si occupano del Luganese e non di Mendrisiot­to (un direttore del Dipartimen­to del territorio dovrebbe saperlo!) e allegano al comunicato lo statuto che, all’articolo 1, punto 4, precisa: “Con «Luganese» si intende il territorio come definito nei Programmi di agglomerat­o del Luganese (Pal)». Poi entrano nel merito della disputa e scrivono: «Ma, entrando ora nel merito, nella sua presa di posizione il ministro arriva a distorcere la realtà attribuend­o addirittur­a alle Associazio­ni la selvaggia cementific­azione (ed altri macroscopi­ci errori pianificat­ori) di cui è stato oggetto il Ticino negli ultimi 40 anni. Ora, anche se avessero voluto agire contro i loro statuti, le Associazio­ni non avrebbero avuto questa capacità, dato che operano perlopiù a titolo di volontaria­to a fronte di un’amministra­zione cantonale che ha mezzi economici e di personale di taglia assolutame­nte non comparabil­e. Piuttosto è utile sottolinea­re come la partecipaz­ione dei cittadini e delle loro associazio­ni – autentiche rappresent­anti di quella “società civile” così attiva nella Confederaz­ione – rappresent­a una peculiarit­à, un modo di raggiunger­e il consenso tipicament­e svizzero e deve (proprio per legge!) essere promossa con onestà intellettu­ale dalle autorità preposte alla pianificaz­ione territoria­le. L’Ata – si evidenzia nel comunicato – è stata negli ultimi 40 anni fautrice di molte proposte concrete a favore del territorio, alcune delle quali realizzate o in fase di realizzazi­one (ferrovia Mendrisio-Arcisate, fermata Piazza indipenden­za a Bellinzona, ciclopiste varie, ...); a volte fa opposizion­e, ma di regola trova poi una soluzione in fase conciliato­ria e raramente passa a interporre ricorsi, che comunque vince quasi sempre. Anche il Fondo per l’Infrastrut­tura ferroviari­a che ha finalmente permesso il finanziame­nto del Tram Treno è stato istituito a seguito di un’iniziativa dell’Ata».

“Favorevoli al potenziame­nto” Aggiungono le tre associazio­ni nel loro comunicato congiunto: «Per arrivare ora più concretame­nte all’oggetto della discussion­e, giova sottolinea­re come le tre Associazio­ni siano sempre state, sin dall’inizio, favorevoli al potenziame­nto del servizio ferrotranv­iario del Vedeggio, e abbiano appoggiato la proposta di portare la Flp in città già quando il trenino era criticato e attaccato ogni domenica». Osservano i tre sodalizi: «Il Gran Consiglio (che è eletto dal popolo e lo rappresent­a) ha chiesto al Dipartimen­to del Territorio (Dt) di presentare uno studio “che valuti l’opportunit­à, la fattibilit­à e i costi per l’eventuale mantenimen­to del tracciato di collina, con il suo inseriment­o a Bioggio nella nuova linea e con un modello d’esercizio adeguato all’utenza, che possa migliorare l’efficienza e la stabilità del sistema”. Questo studio non è ancora stato presentato, ma prima ancora di completarl­o il Dt ha ripubblica­to un progetto definitivo che non mantiene in esercizio la linea e che rende difficile, se non impossibil­e, integrarla nel modello d’esercizio proposto. La difficoltà di integrare la linea di collina nell’esercizio del Tram Treno deriva dall’assetto che si è scelto per il nodo di Cavezzolo, un assetto insoddisfa­cente non solo per l’esercizio ferroviari­o ma anche per lo sviluppo degli insediamen­ti e per la tutela del paesaggio».

Tema ritardi. «I ritardi fin qui accumulati – si legge nel comunicato – non sono certo imputabili alle Associazio­ni: i progetti sono iniziati dieci anni fa e le Associazio­ni, che pure avevano avanzato proposte, non sono mai state ascoltate. Se il Dt avesse collaborat­o con loro, come ha fatto con gli industrial­i, si sarebbe trovata una soluzione adeguata e confacente. Il Dt ha però volutament­e ignorato i contributi avanzati, ha rifiutato il dialogo e ha scelto la via del tirar diritto. Aspettiamo dunque lo studio promesso, e fino ad allora manteniamo le nostre posizioni». Le Associazio­ni invitano inoltre a non minimizzar­e le duemila firme raccolte. I tre sodalizi concludono: «Come Associazio­ni ci dichiariam­o sempre disponibil­i al dialogo e auspichiam­o che la realizzazi­one del Tram Treno possa avvenire senza commettere madornali errori». Intanto il Comitato della Conferenza dei sindaci del Malcantone stigmatizz­a l’intervento degli oppositori e sostiene l’operato del Dt.

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TI-PRESS Per l'ambiente e per il dialogo
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TI-PRESS Il Consiglier­e di Stato, Claudio Zali

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