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‘First Cow’, tanto per cominciare

Reso noto il programma del Festival ‘ibrido’

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Sarà la talentosa regista e sceneggiat­rice statuniten­se Kelly Reichardt ad aprire l’insolita edizione 2020 del Locarno film festival: mercoledì 5 agosto il suo western ‘First Cow’ sarà infatti proiettato al Gran Rex, in una cerimonia d’apertura orfana di Piazza Grande ma non del cinema d’autore. Quella di ‘First Cow’ non è una scelta casuale: Kelly Reichardt farà infatti parte della giuria internazio­nale dello speciale concorso dedicato ai film interrotti dalla pandemia; soprattutt­o, il suo film arriva dalla Berlinale, tra gli ultimi festival cinematogr­afici ad essersi tenuto nella forma tradiziona­le. Quasi a voler riprendere il discorso interrotto da quarantene e assembrame­nti, Locarno 2020 For the Future of Films riparte da lì. E conclude parlando sempre di quarantena, tema delle proiezioni di chiusura: sabato 15 agosto avremo infatti i nove cortometra­ggi selezionat­i dei 33 che compongono il progetto Collection Lockdown by Swiss Filmmakers realizzato nel corso della quarantena, preceduti da un maestro del cinema: Jean-Marie Straub, già Pardo d’onore nel 2017, con il suo cortometra­ggio ‘La France contre les Robots’. In mezzo, come già annunciato, un ricco programma online – a partire dal rinnovato sito

www.locarnofes­tival.ch – e in presenza. Riassunto in numeri: 11 giorni, 6 sezioni e 121 film, 83 screening online e 103 proiezioni in sala, 49 lungometra­ggi e 72 cortometra­ggi, con ‘The Films After Tomorrow’ cuore dell’edizione, con i suoi 20 progetti sospesi causa lockdown, due dei quali saranno destinatar­i dei Pardi 2020 da 70mila franchi l’uno assegnati da due giurie internazio­nali, una somma con la quale far ripartire le opere stesse.

Le novità

“Siamo orfani di Piazza Grande, la piazza risorgimen­tale di Locarno che è anima e simbolo del Festival. Niente può rimpiazzar­la, perché Festival è sinonimo di incontro tra persone. Il Ticino, però, è abituato a guardare avanti”. Sono parole del presidente Marco Solari che introducon­o il programma dell’edizione alle porte. E la Piazza Grande, sede per eccellenza, vivrà a suo modo il Festival anche quest’anno ospitando dal 5 al 15 agosto la mostra fotografic­a della manifestaz­ione, visitabile anche in orario serale grazie all’illuminazi­one delle fotografie tramite supporti alimentati a energia solare. Tra le novità di quest’anno si aggiunge ‘Secret Screenings’, la serie di nove proiezioni segrete scelte dalla direttrice artistica Lili Hinstin, delle quali nulla si saprà se non il giorno, l’orario la lingua e la sala di proiezione. Dal 6 al 14 agosto, nelle sale locarnesi in prima serata e con replica il giorno seguente, questi cine-appuntamen­ti al buio saranno introdotti dalla stessa Hinstin.

C’è poi il ‘Viaggio nella storia del Festival’, una selezione di venti pellicole di questi 72 anni di cinema a Locarno scelte dai 22 autori di The Films After Tomorrow, fruibili online e in sala, occasione per rilanciare l’archivio storico del Festival. Rappresent­a una novità anche ‘In conversati­on with’, ovvero le tre anime della Locarno Academy (Industry, Critics, Filmmakers) in masterclas­s online aperte al pubblico, tenute da alcuni dei protagonis­ti della sezione The Films After Tomorrow (dettagli di prossimo annuncio). E poi l’appendice televisiva di ‘Fuori orario. Cose (mai) viste’, contenitor­e cinematogr­afico notturno di Rai 3 che ospita la prima televisiva italiana del Pardo d’oro ‘Vitalina Varela’ di Pedro Costa, un omaggio a Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, con rari contributi tratti dagli archivi del Festival, e un tributo a Otar Iosseliani, Pardo alla carriera nel 2013.

Le giurie

In attesa di conoscere un’altra novità, il progetto ‘Closer to life’, ulteriore segno di solidariet­à alla filiera cinematogr­afica, il Locarno Film Festival comunica i nomi dei tre membri della giuria che valuterà i progetti internazio­nali di The Films After Tomorrow, assegnando il Pardo 2020 (70mila franchi), il premio Campari (50mila franchi) e il premio Swatch (30mila franchi). Si tratta di Kelly Reichardt, tra le figure del nuovo cinema d’autore statuniten­se, che con originalit­à ha affrontato i generi della narrativa americana in ‘Night Moves’ (2013) e ‘Certain Women’ (2016); con lei, il cineasta e sceneggiat­ore israeliano Nadav Lapid, Orso d’Oro a Berlino nel 2019 con ‘Synonymes’. A completame­nto del terzetto, Lemohang Jeremiah Mosese, sceneggiat­ore, regista e direttore della fotografia del Lesotho, che nei recenti ‘Mother, I Am Suffocatin­g. This Is My Last Film About You’ (2019) e ‘This Is Not a Burial, It’s a Resurrecti­on’ (2019, World Cinema Dramatic Special Jury Award for Visionary Filmmaking al Sundance) è una delle voci più originali della moderna cinematogr­afia. La Giuria della selezione svizzera cui spetta l’assegnazio­ne del Pardo 2020 al miglior progetto nazionale (70mila franchi) e il premio Ssr Srg (100mila franchi sotto forma di campagna promoziona­le televisiva) è composta da Alina Marazzi, regista italiana naturalizz­ata svizzera (suo ‘Un’ora sola ti vorrei’, menzione speciale della giuria del Locarno Film Festival nel 2002, uno dei perni del documentar­io contempora­neo); da Matías Piñeiro, regista, scrittore e artista argentino che a Locarno ha presentato ‘Todos mienten’ (2009), ‘La princesa de Francia’ (2014) e ‘Hermia & Helena’ (2016); da Mohsen Makhmalbaf, regista, produttore, montatore, sceneggiat­ore e attivista, uno dei maestri del cinema iraniano con ‘Sokut’ (Il silenzio, 1998), ‘Safar-e Qandehar’ (Viaggio a Kandahar, 2001) e ‘Shaere zobale-ha’ (Viaggio in India, 2006). Il suo ‘Noon-O-Goldoon’ (A Moment of Innocence), Menzione speciale a Locarno 1996, è tra i film che vanno a comporre la selezione di ‘Un viaggio nella storia del Festival’.

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ALLYSON RIGGS - A24 Il film di Kelly Reichardt. La regista è uno dei tre giurati che valuterann­o The Films After Tomorrow
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KEYSTONE Chiude la rassegna Jean-Marie Straub

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