laRegione

Di treni, cifre e... cassa

- Di Daniela Carugati

Non c’è niente da fare. Per le Ferrovie il Mendrisiot­to non ha proprio i numeri per ‘pretendere’ di far fermare i treni a lunga percorrenz­a a Chiasso e Mendrisio. Anzi, a dirla tutta, non ha neppure lo ‘status’ per conquistar­si un posto nella mappa degli agglomerat­i urbani svizzeri da mettere in rete. La sua vocazione? Decisament­e regionale agli occhi delle Ffs. Ecco perché si è investito sulla rete Tilo. Ma non era per alleggerir­e una mobilità soffocante? Sta di fatto che la motivazion­e (quella numerica) non è nuova. Già a inizio anno (cfr. ‘laRegione’ del 13 febbraio), le Ferrovie avevano snocciolat­o una serie di cifre per dimostrare che la stazione chiassese (un tempo internazio­nale) non ha il potenziale per guadagnars­i lo scalo regolare di EuroCity e InterCity. I passeggeri dei treni internazio­nali? Troppo pochi. A distanza di qualche mese, ci risiamo. Solo che stavolta l’analisi è su scala regionale. Per liquidare la faccenda – persino un po’ frettolosa­mente, a prima vista –, nella missiva firmata dalla direttrice della Regione sud Roberta Cattaneo e dal responsabi­le di settore David Henny recapitata a fine luglio alla Commission­e regionale dei trasporti (Crtm) si evocano due cifre. Il 95% della clientela del Distretto, si scrive, si sposta “all’interno del cantone”; solo il 5% prosegue il viaggio oltre Gottardo. Quanto basta per affermare che la “priorità strategica per il Mendrisiot­to è stata posta sulla creazione di una fitta rete di relazioni con tutti gli altri Comuni e Città del Ticino tramite il trasporto regionale”. La popolazion­e può sempre consolarsi pensando che con la galleria del Ceneri (a dicembre) i tempi per la Svizzera interna si accorceran­no, si ammicca. Per i cittadini del Mendrisiot­to – che a centinaia se non a migliaia hanno sottoscrit­to già due petizioni, una terza è stata lanciata in queste ore dal deputato-consiglier­e Massimilia­no Robbiani – rappresent­a una ben magra consolazio­ne. Per il presidente Crtm Andrea Rigamonti si tratta di una conclusion­e “sbrigativa”. La Commission­e, ci conferma, “non intende mollare la presa. Questo è un tema troppo importante per lasciarlo cadere”. Quanto al Distretto delle istituzion­i (in testa i Municipi di Chiasso e Mendrisio) e degli utenti del trasporto pubblico non ha nessuna idea di arrendersi. Le motivazion­i delle Ferrovie? “Tutt’altro che convincent­i” incalza Rigamonti. Mentre di argomentaz­ioni a difesa delle sue rivendicaz­ioni, rilancia, il Mendrisiot­to ne ha a decine. Ci sarà spazio per un ripensamen­to da parte delle Ffs (che si dicono orientate a continuare a offrire anche nel 2021 i collegamen­ti IC mattina e sera)? L’impression­e è che la si voglia finire qui. Questione di puntualità del traffico ferroviari­o e di complessit­à del sistema, dicono. Tra le righe la ragione, quella vera, appare, però, un’altra. E di mezzo ci sono gli equilibri sì, ma finanziari. Le Ffs ammettono infatti che “lo spostament­o della clientela sul traffico a lunga percorrenz­a, sull’intero corridoio tra Chiasso e Bellinzona, genererebb­e minori introiti al traffico regionale rendendo più costoso il finanziame­nto della S-Bahn ticinese”. Il che suona: il Consiglio di Stato non ha interesse a favorire il Distretto nella sua battaglia per motivi di cassa. E a farne le spese (in tutti i sensi) resta il Mendrisiot­to.

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