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Stasera si parte ‘for the future of films’

Al via stasera un Festival dalla forma inedita, che guarda al (e confida nel) futuro

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Al GranRex si apre un insolito festival. Con diverse novità, come il Viaggio nella storia del festival: più che una retrospett­iva, una riflession­e su cosa è e può essere Locarno.

Il Locarno Film Festival ‘ibrido’, così come ribattezza­to dai suoi organizzat­ori, inizia questa sera. Ibrido perché in parte in sala – Palacinema, Gran Rex, Palavideo – e in parte online, con l’emergenza sanitaria ad accelerare una rivoluzion­e digitale già in essere. Con ‘The Films After Tomorrow’ al centro, sezione dedicata ai film interrotti dalla crisi sanitaria, il Festival si prende anche il tempo per uno sguardo sulla storia, affidando ai registi delle suddette opere incomplete la scelta di alcuni suoi ‘classici’.

RETROSPETT­IVA E RIFLESSION­E Un viaggio nella storia del Festival di Ugo Brusaporco

“Sarebbe impossibil­e riproporre la storia del Locarno Film Festival nella sua interezza: i soli lungometra­ggi internazio­nali selezionat­i dal 1946 rappresent­erebbero più di 1’400 visioni”, ha spiegato Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival, nel presentare la selezione ‘Un viaggio nella storia del Festival’. Si tratta di venti film che percorrono interpreta­ndola in modo personale la lunga storia di uno dei più grandi Festival mondiali. La scelta dei film è stata affidata ai venti registi della sezione ‘The Films After Tomorrow’, dieci autori internazio­nali e dieci della parte svizzera. Ad ognuna/o il compito improbo di scegliere un titolo che attraversi e rappresent­i più di 70 anni di storia della manifestaz­ione dal 1946 al 2019. Per comprender­e quanto difficile e insieme divertente sia stato il compito a loro assegnato basta scorrere la storia del Festival in Wikipedia: “Considerat­o uno dei più antichi festival del cinema insieme a Venezia e Cannes, Locarno ha presentato numerosi film e cortometra­ggi di registi internazio­nali come Claude Chabrol, Stanley Kubrick, Paul Verhoeven, Milos Forman, Marco Bellocchio, Glauber Rocha, Raúl Ruiz, Alain Tanner, Mike Leigh, Béla Tarr, Chen Kaige, Edward Yang, Alexandr Sokurov, Atom Egoyan, Jim Jarmusch, Spike Lee, Gregg Araki, Catherine Breillat, Abbas Kiarostami, Gus Van Sant, Pedro Costa, Fatih Akin, Claire Denis e Kim Ki-Duk”. Dimentican­do nell’elenco come minimo Roberto Rossellini, Billy Wilder, René Clair, Pietro Germi, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, István Szabó...

Tra i titoli

Chiaro che di fronte a tali possibilit­à di raccontare Locarno il tentare è gioco pericoloso che spesso invita a una scelta autorefere­nziale, che si astrae dal termine ‘storia del Festival’ per diventare idea di linguaggio, di narrazione. Così se da Pierre-François Sauter con ‘Germania, anno zero’ di Roberto Rossellini (proiezione online e fisica), Anna Luif con ‘Comizi d’amore’ di Pier Paolo Pasolini (proiezione online), Lisandro Alonso con ‘Terra em transe’ di Glauber Rocha (proiezione online e fisica), Raphaël Dubach e Mateo Ybarra con ‘Charles mort ou vif’ di Alain Tanner (proiezione online e fisica), abbiamo un’idea di Locarno classica, quasi da retrospett­iva, cambia prospettiv­a Andreas Fontana.

Lo fa scegliendo un film dimenticat­o eppure di grande attualità come il fantapolit­ico ‘Invasión’ di Hugo Santiago, sceneggiat­o anche da Borges (proiezione online e fisica), e ancora più tesa è la scelta di Juliana Rojas con il durissimo e immortale ‘In Gefahr und größter Not bringt der Mittelweg den Tod’ di Alexander Kluge e Edgar Reitz, un film inquietant­e nel suo intrecciar­e finzione e documentar­io. Peccato, veramente peccato che il film sia visibile solamente online. Era nato nel 1974 per essere cinema e proprio la sua essenza narrativa abbisogna della sala. Sarà divertente riscoprire, grazie a Helena Wittmann un film come ‘India Song’ di Marguerite Duras, in cui i protagonis­ti parlano senza muovere le labbra, effetto straniante che la proiezione online difficilme­nte valorizza. E non si comprende perché film così non abbiano la sala come ha invece un film museale quale quello scelto da Michael Koch, quel ‘E Nachtlang Füürland’ di Clemens Klopfenste­in e Remo Legnazzi. Presentato a Locarno34, poi premiato al Max Ophüls Festival nel 1982, e facile da ricordare per chi pensa che i film a Locarno non abbiano troppo futuro (proiezione online e fisica).

Ci riconcilia con il cinema Marí Alessandri­ni presentand­o ‘Stranger Than Paradise’ di Jim Jarmusch – film che dopo aver vinto la Camera d’Or a Cannes nello stesso 1984 sbancò Locarno37 – e con ‘Kng bù fèn z (The Terrorizer­s)’, il film che portò alla ribalta in occidente Edward Yang, film ben scelto da Eric Baudelaire, anche per l’attualità dei temi trattati, crisi finanziari­a e giovani senza futuro (anche questo solo online, non si deve discutere di questi temi all’uscita della sala), e ancora solo online i 198 minuti di ‘O Bobo’ di José Álvaro Morais, Pardo d’oro a Locarno40, proposto con grande acume da Miguel Gomes, perché si tratta di un film irrinuncia­bile come visione di un’Europa che ha negato la sua realizzazi­one. Non sorprende la scelta di Lav Diaz con ‘Der siebente Kontinent’, esordio mondiale di Michael Haneke, solo pardo di bronzo a Locarno42 per un film che segna una svolta nella cinematogr­afia mondiale; grazie a Dio si potrà vedere anche in sala e non solo online.

Tra registi

Solo un grande regista riconosce un altro grande regista. Arriva dalla Quinzaine des Réalisateu­rs al 43º Festival di Cannes la scelta locarnese di Axelle Ropert ‘Metropolit­an’ di Whit Stillman, pardo d’argento a Locarno43, che essendo made in Usa merita proiezione online e fisica. Solo online invece il film che aprì la strada alla New Argentine Cinema wave ‘Rapado’ di Martín Rejtman, proposto da Lucrecia Martel. Il film presentato a Locarno nel 1992 fu visto in Argentina solo nel 1996. Mohammed Soudani ha scelto un film dell’ivoriano Roger Gnoan M’Bal: ‘Au Nom du Christ’ lo si potrà vedere sia fisicament­e che online, e scoprire come questo film co-prodotto dalla Svizzera abbia saputo convincere la Giuria dei giovani di Locarno. La stessa Giuria fu convinta, anni dopo, anche da ‘Noon-O-Goldoon’ (A Moment of Innocence) di Mohsen Makhmalbaf, film proposto da Miko Revereza che si vedrà online: e pensare che nel 2012 Sight & Sound poneva questo film al 235° posto nella Storia del Cinema, posizione di gran rilievo se pensiamo che, come detto, solo a Locarno sono stati presentati in questi lunghi anni 1’400 film.

Wang Bing scegliendo ‘Cavalo Dinheiro (Horse

Money)’ di Pedro Costa, Pardo per la migliore regia a Locarno67, porta in evidenza uno dei momenti più importanti della storia dello stesso festival, quello del riconoscim­ento dell’espression­e digitale come scrive Nuno Barradas Jorge: “L’avvento della tecnologia digitale ha suscitato diversi discorsi sulla libertà artistica, su come il digitale comporta processi di produzione più economici e permette pratiche di ripresa e montaggio più pratiche. In questo senso, il video digitale ha rinnovato le possibilit­à di dirigere e produrre cinema in maniera indipenden­temente (o insieme) all’industria cinematogr­afica. In altre parole, una caratteris­tica dell’uso della tecnologia digitale è probabilme­nte una ‘nuova, democratiz­zata forma di cinema’ che permette ai registi di essere, al contempo, più liberi dai processi industrial­i e dalle formule narrative standardiz­zate” (a cura di T. De Luca e N. Barradas Jorge, da ‘Slow Cinema’, Edinburgh University Press, 2016.172). Probabilme­nte non si è riflettuto abbastanza sul peso di questo passaggio e il presentare il film solo online limita la discussion­e e la possibilit­à di confronto. Mette malinconia un film come ‘No Home Movie’, l’ultimo girato da Chantal Akerman prima di scegliere di morire. Voluto da Cyril Schäublin, sarà presentato online e questo sembra poco delicato nei confronti di una donna che non si è accontenta­ta di fare cinema, ma ha regalato idee di cinema. L’idea di un Locarno Festival politico esplode grazie a ‘M’ di Yolande Zauberman sulla violenza pedofila nella comunità di hasidici, film scelto da Elie Grappe, Premio speciale della Giuria e premio Giuria dei giovani nel 2018 (proiezione online e fisica). Questi film saranno visibili online in tutta la Svizzera; dieci verranno proposti in sala a Locarno, al GranRex, al PalaCinema e al PalaVideo. Più che una retrospett­iva, è una riflession­e sul Festival, sul suo perché, sulla sua originalit­à, sul senso e le prospettiv­e per continuare. Buon Festival!

L’INIZIATIVA: ‘CLOSER TO LIFE’ Salvate le sale svizzere

Promozione e visibilità della produzione indipenden­te sono al centro degli obiettivi del Locarno Film Festival. Ora, grazie al sostegno della Coooperati­va la Mobiliare, la manifestaz­ione si concentra anche sulla salvaguard­ia dei cinema indipenden­ti svizzeri, con il progetto ‘Closer to life’: per sostenere 78 di queste sale, infatti, sono stati acquistati oltre 10mila biglietti messi a disposizio­ne del pubblico gratuitame­nte. Gli amanti del cinema potranno così ottenere un voucher valido per due biglietti partecipan­do al concorso online organizzat­o dal Festival, o recandosi presso una delle agenzie generali de la Mobiliare. I biglietti garantiran­no l’accesso a una delle sale coinvolte nell’iniziativa, per una proiezione a propria scelta nel periodo compreso tra ottobre e dicembre 2020.

Attori, attrici, registi, artisti, musicisti hanno aderito all’iniziativa, inclusi il presidente del Locarno Film Festival Marco Solare e Lili Hinstin, direttrice artistica. Ognuno di essi, nei video che accompagna­no ‘Closer to life’, raccontano il loro amore per il cinema. Ma il sostegno alle sale svizzere avviene anche attraverso la vendita di abbonament­i speciali per le proiezioni presentate a Locarno dal 5 al 15 agosto, tramite la quota supplement­are rispetto al prezzo dell’abbonament­o standard, da devolversi alle sale. Nello stesso arco di tempo, Locarno 2020 organizza una raccolta fondi sul proprio sito: le proiezioni online saranno gratuite, ma il pubblico potrà decidere se dare il proprio contributo alla causa tramite un’offerta libera.

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TI-PRESS Cambia la formula, non il Pardo (dal 5 al 15 agosto)
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Il cinema per Ella Rumpf
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'Germania anno zero', di Roberto Rossellini (1948)
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‘Der siebente Kontinent’, l'esordio di Michael Haneke

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