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Faceva la ‘staffetta’ per il fratello, condannato

‘Apripista’ per passare il confine con la cocaina

- Di Stefano Lippmann

Quello avvenuto l’aprile dello scorso anno al valico di San Pietro di Stabio era stato, a tutti gli effetti, un sequestro record: 19 chilogramm­i (17 netti) di cocaina, celati in un ricettacol­o creato ad hoc all’interno di un’auto. In manette erano finiti un 33enne e una 22enne di origine albanese. Ieri mattina, davanti alla Corte delle assise criminali di Mendrisio presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, è comparso il fratello dell’allora 33enne. La sua colpa? Essersi prestato, proprio al fratello, almeno in tre occasioni quale ‘staffettis­ta’. Stando a quanto ricostruit­o dall’inchiesta condotta dalla procuratri­ce pubblica Marisa Alfier, infatti, il 27enne alla sbarra – residente a Varese e difeso dall’avvocato d’ufficio Luca Loser – entrava in ‘perlustraz­ione’ al valico scelto dal fratello per importare la droga. Verificata la presenza (o meno) delle Guardie di confine, all’imputato spettava il compito di contattare il fratello e indicare dove, eventualme­nte, ci fosse stato il controllo delle forze dell’ordine. Tre, come detto, le volte che l’uomo ha fatto da staffetta, avendo così contribuit­o all’importazio­ne di una quantità di cocaina variabile dai 3 ai 6 chilogramm­i. Questi i motivi che hanno portato alla condanna per complicità in infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacen­ti. L’imputato, in carcere dal 2 maggio 2019, si è così visto infliggere la pena di 22 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni (da dedursi il carcere sofferto) e all’espulsione dal territorio elvetico per 5 anni. «L’ho fatto per fare un favore a mio fratello» ha ripetuto più volte in aula l’imputato. Dichiarazi­one che il giudice Pagnamenta ha ritenuto credibile: «Dal profilo soggettivo la sua colpa è lieve (media dal profilo oggettivo, avendo fatto da staffetta, ndr). Ha agito per fare un favore al fratello – ha ripetuto leggendo motivando la sentenza –, senza neppure conseguire un guadagno».

In manette dopo una visita in carcere Chi, per contro, a giudizio non è ancora comparso è il fratello del 27enne. Uomo che, al momento, si trova in carcere. Ed è proprio dalla prigione che si è giunti, lo scorso anno, al fermo dell’imputato in aula questa mattina. Pochi giorni dopo il maxiseques­tro di cocaina, il 27enne si è recato in carcere per fare visita al fratello e portargli alcuni vestiti puliti. Un’occasione imperdibil­e per il Ministero pubblico il quale, dalle prime risultanze dell’inchiesta, aveva individuat­o la possibile staffetta di alcuni passaggi in dogana. Dopo la visita in carcere, al momento di lasciare il territorio elvetico, l’uomo è così stato preso in consegna. E, ieri, condannato.

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TI-PRESS A San Pietro di Stabio il maxiseques­tro

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