Il lupo e l’agnello
Il 29.7, su queste pagine, è stato pubblicato l’ennesimo intervento del Sig. Armando Donati, presidente Associazione per un territorio senza Grandi Predatori, in favore della nuova legge sulla caccia. Nella stessa pagina è stata pubblicata una lettera del Sig. Franco Celio che ha omesso di informare i lettori, liberissimo di farlo ovviamente, di far parte del comitato della suddetta associazione. Ha scritto che secondo la Regione del 25.7 “la notizia dell’aggressione a un gregge di pecore avrebbe provocato la disdetta di numerose prenotazioni in capanne della zona”. In realtà, a causa di un po’ di confusione tra alcuni turisti, ci sono state delle disdette perché dei turisti pensavano fossero stati chiusi i sentieri che dai Grigioni raggiungono la Capanna Scaletta, non per paura del lupo. Questo era scritto nell’articolo. Il Sig. Celio riporta che “per timore dei cani da protezione un sentiero escursionistico ha dovuto essere spostato più in alto, rendendolo più disagevole, e quindi (inevitabilmente) meno praticato”. In realtà nell’articolo era scritto: “Il sentiero è stato spostato un po’ più in quota in modo che gli escursionisti possano evitare il pascolo in cui ci sono i cani da protezione”. Se il sentiero verrà in futuro meno praticato è solo una preveggenza del Sig. Celio. Se ci sono problemi con i cani da protezione e gli escursionisti, la colpa non è del lupo e men che meno del cane ma di chi li addestra, come può spiegare facilmente qualunque addestratore. Non so perché ma, talvolta, gli interventi di alcuni membri dell’Associazione Grandi Predatori mi ricordano la favola in cui il lupo accusava l’agnello di sporcargli l’acqua del ruscello anche se l’agnello si trovava a valle del lupo.