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Anche la Spagna tra i Paesi a rischio

Obbligo di quarantena per chi rientra dal Paese

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L’Ufficio federale di salute pubblica ha inserito il Paese iberico tra quelli che richiedono la quarantena a chi ne fa ritorno in Svizzera. Nuovi controlli agli ingressi da Zurigo Kloten.

Berna – La Spagna è entrata nella lista ‘nera’ dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) dei Paesi a rischio Covid-19. L’aggiorname­nto dell’ordinanza federale prevede che a partire da sabato chi farà rientro dal paese iberico dovrà annunciars­i e sottostare a una quarantena di 10 giorni. Dal provvedime­nto sono però escluse le isole Baleari e Canarie, dove la situazione epidemica sembrerebb­e essere sotto controllo, mentre nella parte continenta­le del Paese, ieri si sono contati 1’800 nuovi contagi.

In tutto, i Paesi a rischio dalle autorità sanitarie elvetiche sono ora 46. Oltre alla Spagna sono stati aggiunti Romania, Singapore, Sao Tomé e Principe, Sint Maartin, le Bahamas e la Guinea Equatorial­e. Depennati invece gli Emirati arabi uniti e

Azerbaijan. Dall’inizio di luglio è obbligator­ia la quarantena per le persone che rientrano da un Paese o da una regione con un rischio di infezione elevato. Chi torna in Svizzera deve annunciars­i alle autorità cantonali entro due giorni e vengono effettuati controlli a campione casuali per verificare il rispetto della disposizio­ne. Attualment­e 16’269 persone rientrate da zone a rischio sono in quarantena.

Controlli all’aeroporto di Zurigo Proprio per assicurare un filtro in ingresso e assicurare il rispetto della quarantena, l’aeroporto di Zurigo ha cominciato a trasmette alle autorità cantonali i dati di contatto di tutti i passeggeri che giungono da Paesi a rischio. Le autorità federali hanno infatti conferito al Cantone di Zurigo il compito di far rispettare la quarantena.

I dati vengono raccolti dalla polizia aeroportua­le attraverso i moduli di contatto che ogni passeggero interessat­o deve compilare. Chi risiede nel Cantone di Zurigo viene poi registrato elettronic­amente. Le informazio­ni vengono trasmesse al team di contact-tracing della direzione sanitaria.

“I dati non vengono mai inseriti nel sistema di polizia”, ha sottolinea­to il comandante della cantonale, Bruno Keller. Misure di polizia vengono adottate solo nel caso in cui si riceva una segnalazio­ne di sospetta scorrettez­za, provenient­e dalla direzione sanitaria o da vicini o da supervisor­i. Il Cantone di Zurigo è pronto a farsi carico della registrazi­one dei passeggeri anche per gli altri Cantoni, ha sottolinea­to il capo del Dipartimen­to della sicurezza Mario Fehr. Tuttavia, questi Cantoni devono rivolgersi per farlo alle compagnie aeree.

Vicino l’acquisto del vaccino Quanto alla situazione in Svizzera, il quadro sembrava ieri leggerment­e migliorato rispetto alla settimana scorsa, ha detto Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazio­ne internazio­nale dell’Ufsp. Ieri si contavano 45 persone in terapia intensiva e 32 sostenute da un respirator­e.

“La settimana scorsa la soglia delle 200 nuove infezioni è stata superata a più riprese, fortunatam­ente questa settimana abbiamo un po’ meno casi”, ha detto Mathys. I dati sono comunque alti e i cantoni devono rimanere vigili e attuare in modo coerente il tracciamen­to, ha aggiunto, sollecitan­do la popolazion­e al rispetto delle raccomanda­zioni. Tra queste l’uso della mascherina sui mezzi pubblici, indossata, secondo le aziende del settore, tra l’80 e il 100% dei passeggeri. La Svizzera sta infine per concludere un contratto di acquisto di un vaccino contro il coronaviru­s con la società statuniten­se Moderna. Lo ha detto alla tv svizzero tedesca Srf Pascal Strupler, direttore dell’Ufsp. Secondo Strupler, Moderna sarà probabilme­nte la prima azienda a produrre un vaccino contro il Sars-CoV-2 . “E con questo contratto, lo otterremo molto rapidament­e”.

La conclusion­e dell’accordo di acquisto sarebbe una questione di “poche ore”, ha precisato Strupler senza dare informazio­ni sul prezzo che la Svizzera ha assicurato contrattua­lmente a Moderna per il vaccino. Se l’accesso al farmaco è assicurato, è anche probabile che la Svizzera partecipi ai test, ha aggiunto.

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KEYSTONE Annunciars­i

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