C’era una volta Morricone (e gli altri)
È l’anno del Futuro dei film ma anche quello in cui far prendere luce al prezioso archivio storico del Locarno Film Festival, che nel riscoprire i suoi settant’anni e più di storia omaggia Ennio Morricone, scomparso lo scorso 6 luglio, con una sorta di ‘Notte del Maestro’. Venerdì 7 agosto al PalaVideo (e in replica martedì 11 agosto alle 9.30 al PalaCinema 1) si proietta ‘Once Upon a Time in America’ (C’era una volta in America) di Sergio Leone, una preziosa copia restaurata di 251 minuti lungo i quali ritrovare l’indimenticabile colonna sonora dentro la quale il Maestro fa convivere la propria “musica per film” con quella di Rossini, Gershwin e Beatles. L’omaggio a Morricone è doppio e sfocia nel progetto ‘Discutiamo, discutiamo’, già interamente disponibile sul sito del Festival, una raccolta di venti conversazioni del passato con grandi autori del cinema e delle arti tenutesi tra il 1995 e il 2019.
Da Godard a Waters
Si inizia con la Table-ronde Histoire(s) du cinéma del 1995 (Jean-Luc Godard, Jacques Rancière, Marie-José Mondzain, Ruth Beckermann, Naum Kleiman). A seguire, Ermanno Olmi e Bud Spencer, Susan Sarandon, Massimiliano Fuksas e Wim Wenders, l’incontro tutto al femminile ‘Vogliamo anche le rose – Quali occhi per le parole delle donne’ (Alina Marazzi, Loredana Rotondo, Ilaria Fraioli, Alia Arasoughly, Vanessa Beecroft); e poi Michel Piccoli, Nanni Moretti, Isao Takahata e Michel Ocelot per il ‘Manga Impact’, William Friedkin, Alain Tanner, Isabelle Huppert, Apichatpong Weerasethakul, Harry Belafonte, Leos Carax, Agnés Varda, Victor Erice, Lav Diaz, Alejandro Jodorowsky, fino a John Waters, lo scorso anno. Ennio Morricone incluso, cui il Locarno Film Festival assegnò il suo primo Pardo d’onore di sempre. Era il 1989: 14 anni più tardi, il Maestro avrebbe riabbracciato Locarno allo Spazio Forum, all’interno del focus dedicato al rapporto tra musica e cinema. Quell’intervento è oggi ascoltabile per la prima volta proprio grazie a ‘Discutiamo, discutiamo’, progetto curato da Giacomo Hug insieme alla direttrice artistica del Locarno Film Festival Lili Hinstin, col titolo che arriva dall’omonimo cortometraggio di Marco Bellocchio, Pardo d’onore 2015.