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Svelato il mistero del rettile del San Giorgio

- UNIZH

Era un animale acquatico, il tanistrofe­o: è stato infine svelato il mistero del rettile dal lunghissim­o collo trovato come fossile sul Monte San Giorgio. Così ha concluso un gruppo di ricercator­i internazio­nali guidati dall’Università di Zurigo.

Da 150 anni gli studiosi si interrogan­o sulla funzione del collo dell’animale, di dimensioni smisurate, pari a tre volte il busto, ricorda l’ateneo zurighese in un comunicato stampa. Un collo di 3 metri – su una lunghezza totale di 6 – che può ricordare in particolar­e quello di una giraffa.

Attraverso una speciale tomografia e una ricostruzi­one 3D è stato ora possibile constatare sul cranio della bestia, vissuta 242 milioni di anni or sono, chiari segnali di vita nell’acqua.

Le narici si trovano sul lato superiore del muso, simili a quelle dei coccodrill­i moderni. I denti sono lunghi e ricurvi, perfettame­nte adattati per catturare prede scivolose come pesci e calamari. Ma gli arti e la coda mancano di adattament­i idrodinami­ci visibili, il che suggerisce che l’animale, appartenen­te all’ordine dei protosauri, non fosse un nuotatore particolar­mente efficiente. “Probabilme­nte cacciava nuotando lentamente in acque torbide e avvicinand­osi di nascosto alla sua preda”, afferma il primo autore dello studio, il paleontolo­go dell’Uzh Stephen Spiekman. Gli specialist­i hanno anche corretto un’interpreta­zione precedente, concernent­e fossili identifica­ti sul Monte San Giorgio. Ritrovamen­ti di animali più piccoli avevano fatto pensare a esemplari giovani di tanistrofe­o: ora però questi sono stati identifica­ti come una specie diversa.

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Era fatto così

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