A Biasca, l’Ambrì fa sul serio
Luca Cereda: ‘Il campionato? Non vedo perché non debba cominciare il 18 settembre’.
Biasca – Avanti come da programma. Nel limite del possibile, ma con l’obiettivo di essere pronti all’appuntamento con la prima di campionato. «La nostra speranza è che si possa effettivamente alzare il sipario sulla nuova stagione come previsto, ossia il 18 settembre – sottolinea il direttore sportivo dell’Ambrì Piotta Paolo Duca –. Iniziare il campionato per quella data sarebbe la miglior cosa per tutti, ed è appunto in funzione di quella che stiamo lavorando, attenendoci alla lettera a tutte le norme di igiene e di protezione previste da questo particolare contesto». C’è anche chi, però, vista l’ipotesi nemmeno così remota che l’inizio del campionato slitti, ha ritardato la sua preparazione sul ghiaccio (il Losanna)... «La scelta del Losanna non mi preoccupa molto: è l’unico dei dodici club di National League ad aver fatto una scelta simile. Gli altri bene o male si stanno attenendo ai programmi originali, noi compresi. Per me il metro di giudizio non è il Losanna...».
Certo è che assemblare una squadra in questa incertezza è ancora più dura del solito... «Sì, anche perché, complice il coronavirus, strada facendo abbiamo dovuto un po’ riadattare il budget a disposizione per il parco giocatori, cosa che logicamente complica un po’ il tutto. Questa, per forza di cose, sarà una stagione all’insegna della flessibilità e della capacità di adattamento a una situazione in costante evoluzione; qualità di cui sinora abbiamo tutti fatto bello sfoggio. E tanta flessibilità, comunque dovremo averla anche in futuro».
Parola chiave ‘adattamento’
La marcia di avvicinamento al campionato intanto prosegue, con i biancoblù che da inizio settimana sono tornati a lavorare sul ghiaccio a Biasca, in previsione della prima amichevole estiva, in programma domani alla BiascArena contro i Rockets. «L’ingaggio d’apertura del campionato per noi resta in calendario per il 18 settembre, ed è in funzione di questa scadenza che abbiamo impostato il nostro lavoro – sottolinea con enfasi l’allenatore dell’Ambrì Piotta Luca Cereda –. Siamo consapevoli che la situazione può comunque cambiare a seconda di quanto decideranno il Consiglio federale prima e la Lega poi, e in funzione di questo abbiamo già predisposto dei piani alternativi, ma oggi come oggi personalmente non vedo perché il campionato non debba iniziare a settembre. La mia anche una speranza che si possa tornare a una certa normalità dopo mesi stravolti dalla pandemia, tanto per noi addetti ai lavori, quanto per tutta la gente che ruota attorno al pianeta hockey: c’è un gran bisogno di tornare a vivere emozioni vere e sane in modo spensierato, rispettando ovviamente tutte le norme di igiene apprese in questi mesi».
Qual è stata la difficoltà maggiore di questo anomalo avvicinamento al campionato? «La prima difficoltà con cui siamo stati confrontati si è verificata all’inizio della preparazione a secco, che ognuno ha dovuto affrontare individualmente a casa sua; non tutti avevano il materiale necessario a disposizione per poter lavorare, ragion per cui abbiamo dovuto un po’ rivedere i programmi in funzione di questo. Ora, invece, la più grande difficoltà sta nel trovare il modo ideale per adattarci ai continui cambiamenti: praticamente ogni giorno ci sono delle piccole novità, tipo sugli accorgimenti da adottare in funzione delle disposizioni di sicurezza dal profilo sanitario, che vanno attuate nel minor tempo possibile. Quella dell’adattamento, insomma, è una delle problematiche con cui siamo confrontati praticamente quotidianamente».
E come si sta comportando la squadra sul ghiaccio? «Ho ritrovato una squadra che ha voglia di lavorare, di tornare a praticare ciò che ama. Tornare a pattinare sul ghiaccio era un primo importante passo verso quella che dovrebbe essere la nuova normalità, e in questi giorni si è visto quanto tutti non vedessero l’ora di compierlo. Adesso però di passi ce ne sono ancora altri da fare, come quello di ritrovare lo spirito della competizione, iniziando dalle amichevoli pre-campionato». Amichevoli che, contrariamente alle altre stagioni, saranno tutte contro formazioni svizzere: cosa cambierà nell’affrontare un avversario di cui bene o male si conoscono le caratteristiche? «Francamente non è un aspetto a cui prestiamo particolare attenzione. Nelle amichevoli di preparazione gran parte dell’attenzione è rivolta sul nostro tipo di gioco, non su quello praticato dall’avversario». Soddisfatto del livello del gruppo? «Siamo esattamente dove vorremmo essere a questo punto della preparazione. Ma, ovviamente, di lavoro ce n’è ancora tanto da fare, com’è logico che sia. In ogni caso ci faremo trovare pronti per la prima di campionato».
‘Kubalik? È un modello’
Tra i volti nuovi dell’Ambrì Piotta 2020/21 c’è anche Julius Nättinen, approdato alla corte di Cereda dopo aver chiuso la scorsa edizione della Liiga, il campionato finlandese, come miglior realizzatore. Inevitabile che le aspettative nei suoi confronti siano alte. Il 23enne di Jyväskylä, aggregatosi alla squadra una settimana fa, deve adesso, prima di tutto, inserirsi gradualmente nello scacchiere biancoblù. «Mi sto integrando bene. Ho trovato una buona squadra e spero di iniziare a giocare presto – racconta Nättinen –. Ci sono diversi aspetti sui quali devo studiare, ma in generale le prime sensazioni sono positive. Ho avuto modo di passare del tempo con i nuovi compagni, in particolare con Mueller, Novotny e Zwerger». Come è già stato detto più volte, il principale tema attuale riguarda la possibilità o meno di iniziare il campionato 2020/2021 in settembre, come da programma. Ad oggi la situazione non è ancora chiara e anche per i giocatori non è semplice vivere in questo clima di incertezza, ma l’importante «è non pensarci troppo e rimanere concentrati sui compiti che dobbiamo svolgere, impegnandoci e lavorando duramente».
Giocatore di 23 anni, attaccante prolifico, proveniente da uno dei più importanti campionati europei. La memoria dei tifosi leventinesi non può non tornare a Dominik Kubalik, ex stella dell’Ambrì oggi in forze ai Chicago Blackhawks. «Io non sono Kubalik. Lui rappresenta sicuramente un modello e spero di poter essere utile al team come lo è stato lui, giocando però alla mia maniera e tentando di migliorarmi sempre giorno dopo giorno. Cercherò di segnare molte reti, ma anche di dare un contributo alla difesa, partecipando a entrambe le fasi di gioco e seguendo le indicazioni del coach. Questo è il mio piano».