Il boom di contagi spaventa l’Europa
Il governo di Boris Johnson sottostima il numero dei positivi, per un ‘errore tecnico’
Londra – Decine di migliaia di nuovi contagiati dal coronavirus; chiusure – bar, scuole – da una capitale all’altra; nuovi obblighi: che si tratti o no della “seconda ondata”, di sicuro quella che si sta abbattendo sull’Europa rischia di travolgere le difese erette per contenerla. Fragili difese, se è vero che il tasso di crescita dei contagi sta riprendendo la lena della primavera scorsa. Il solo, parziale e provvisorio, motivo di ottimismo è l’altrettanto drastico calo del tasso di mortalità tra i contagiati. Finché dura.
Nel Regno Unito, il numero delle persone risultate affetta dal virus è salito a 12’594 in 24 ore. Un numero di per sé allarmante, ma che non rappresenta del tutto il quadro reale, giacché si è saputo che tra il 25 settembre e il 2 ottobre non erano stati conteggiati almeno sedicimila nuovi casi. “Coerente” con l’esemplare gestione passata della pandemia, la spiegazione data dal primo ministro Boris Johnson: un “errore tecnico”.
Con un numero di contagi decisamente più basso (nelle ultime 24 ore sono state registrate 16 vittime e 2’257 nuovi positivi), anche il governo italiano si prepara al peggio. O a tentare di evitarlo. “Siamo in una situazione diversa da quella della fase iniziale, quella più acuta. È chiaro che il contagio continua, ma posso dire che siamo fiduciosi di tenerlo sotto controllo perché abbiamo un sistema sanitario rafforzato e abbiamo elaborato un sistema di monitoraggio molto sofisticato”, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Di qui la cautela nell’introdurre nuovi obblighi o divieti. Nessun ‘coprifuoco’ che preveda orari ridotti per i locali, almeno per ora, ma obbligo di portare la mascherina all’aperto. Ieri sera, nella bozza del nuovo decreto legge figurava comunque la possibilità di chiusure “selettive” di settori – compresi bar e ristoranti – e nuovi provvedimenti sul distanziamento sociale in caso di “scenario avverso” sui contagi. Ma “quando dico che non vedo all’orizzonte un nuovo Lockdown – ha ammesso Conte alla Rai – lo dico non con uno spirito di incauto ottimismo”. Appunto. Ottimismo che non trova casa a Parigi, dove la recrudescenza del virus ha condotto a ordinare la chiusura dei bar, il divieto di fiere e congressi, limiti severi alla frequentazione dei ristoranti e un nuovo appello al telelavoro.
“Bisogna frenare il virus prima che il sistema sanitario venga sopraffatto”, ha avvertito il prefetto di polizia di Parigi, Didier Lallement, annunciando il giro di vite al fianco della sindaca Anne Hidalgo. Mentre l’Eliseo si è premurato di precisare che le misure valgono quindici giorni, dopo i quali si farà il punto sui risultati.
Russia, i morti sono il doppio
Lo scenario non cambia a Mosca. Il sindaco Serghei Sobyanin, che è anche il capo della task force governativa contro il virus, ha già disposto una settimana di vacanza aggiuntiva a ottobre alle scuole, lo smart-working obbligatorio per il 30% del personale e l’isolamento (per ora solo consigliato) agli ultra 65enni. Ma se i contagi non diminuiranno è disposto a misure più dure. Ipotesi più cinica che ingenua, se è vero che il numero di morti annunciato dalle autorità federali in primavera, nel corso della prima ondata, furono oltre il doppio dei 21’475 ufficialmente conteggiati (e che comunque, sui 145 milioni di abitanti, tiene la Russia ben sotto la media di altri Paesi). Il virus si propaga infine anche tra i ranghi delle Istituzioni europee, mettendo alla prova la macchina dell’Unione. Alla Commissione sono già 159 i casi registrati, 37 quelli al segretariato generale del Consiglio, mentre l’Eurocamera, riunita ancora una volta in plenaria a Bruxelles anziché a Strasburgo, dove non torna da marzo per motivi di sicurezza sanitaria, preferisce non rendere pubblico il dato. E dopo l’autoisolamento del presidente del Consiglio Charles Michel dei giorni scorsi, che aveva fatto slittare di una settimana il vertice straordinario sulla politica estera, questa volta è la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, a essere costretta alla quarantena, per i contatti con una persona positiva, martedì, durante il suo viaggio in Portogallo.
IN SVIZZERA Positività al 4,5%
In Svizzera, infine, sono 1’548 i casi positivi di coronavirus segnalati negli ultimi tre giorni (da venerdì a domenica) all’Ufficio federale della sanità pubblica a fronte di 25’762 test condotti. Il tasso di positività degli ultimi 14 giorni si attesta al 4,5%. Tra domenica e ieri mattina, a livello nazionale, si sono pure registrate 39 nuove ospedalizzazioni. In Ticino durante il fine settimana (sono sempre da considerare tre giorni) i nuovi contagi annunciati sono stati 21.