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I curdi liberano le famiglie dell’Isis

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Damasco – Con una mossa che potrà avere ripercussi­oni in Siria e in tutto il Medio Oriente le autorità curdo-siriane hanno annunciato di esser pronte a liberare fino a 25mila civili siriani, da circa due anni ammassati al confine con l’Iraq nel famigerato campo di al Hol assieme a sfollati di varie nazionalit­à provenient­i dalle regioni in passato controllat­e dall’Isis. Il campo è descritto come un luogo dove l’ideologia jihadista continua a fare molti proseliti. E la decisione delle autorità curdo-siriane – che non prevede la scarcerazi­one di migliaia di jihadisti rinchiusi altrove del nord-est siriano – per alcuni equivale a scoperchia­re un pericoloso vaso di Pandora.

Tra gli oltre 20mila civili siriani che potranno lasciare al Hol ci sono numerosi donne e bambini, mogli e figli di jihadisti uccisi o in prigione. La maggior parte di questi siriani appartengo­no alle tribù arabe dell’Eufrate. Da anni, le autorità curdo-siriane chiedono che i loro alleati occidental­i della Coalizione anti-Isis si prendano in carico delle circa 60mila persone ammassate ad al Hol, uno spazio creato dopo la guerra del Golfo del 1991 per ospitare al massimo 10mila sfollati. Secondo stime dell’Onu, nel campo rimangono circa 25mila siriani, 30mila iracheni e 10mila di altre nazionalit­à, tra cui occidental­i, russi, asiatici.

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