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Mps, l’sms in Procura

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“Vi invitiamo a voler verificare se vi sono fatti di rilevanza penale”, firmato Mps. I deputati Pronzini, Arigoni e Lepori hanno scritto ieri al Ministero pubblico sottoponen­dogli uno dei messaggi trasmessi al pg Pagani dal presidente del Tribunale penale (Tpc) Ermani. Quello in cui il giudice lo informa che una vicecancel­liera del Tpc, candidatas­i alla carica di procurator­e e in quei giorni sentita dalla Commission­e di esperti, “pare sia andata bene. Se me la rubi trattamela bene. Se no ricomincio a parlare male di voi”, del Ministero pubblico. Interpella­to dalla ‘Regione’ venerdì, quando di quel messaggio aveva riferito tio.ch, il pg ha dichiarato di aver collegato l’sms “al fatto che da tempo insistevo con Ermani ad aver rispetto dell’attività del Ministero pubblico”. I cui magistrati non di rado, durante i processi, sono bersaglio di rimproveri da parte del presidente del Tpc. Sostengono i tre deputati nell’esposto: “Vista la funzione di Ermani, presidente del Tpc, a nostro parere tale sms al procurator­e generale, riprendend­o le parole dell’avvocato Filippo Gianoni al ‘Caffè’ del 4 ottobre: ‘Non solo è inopportun­o ma pericoloso’; e, aggiungiam­o può configurar­si come un reato penale”. Si vedrà. Come da noi riferito, in un altro messaggio, risalente al 29 luglio, Ermani indica i nomi di tre dei cinque pp la cui rielezione verrà poi preavvisat­a negativame­nte dal Consiglio della magistratu­ra (Cm). Tre pp da lui giudicati rispettiva­mente ‘malissimo’, ‘male’, ‘problemati­co’. Una sintesi del rapporto che il giudice aveva trasmesso al Cm. “Erano semplici messaggi istituzion­ali”, è stata la sua spiegazion­e al ‘CdT’. «Beh, credo che le vie di servizio anche per questo genere di messaggi siano altre», osserva alla ‘Regione’ l’avvocato Filippo Gianoni, docente all’Università dell’Insubria di diritto amministra­tivo, già deputato popolare democratic­o ed ex cancellier­e al Tribunale federale. E ritengo che avrebbero dovuto essere segnalati al Consiglio della magistratu­ra da chi li aveva ricevuti. Di certo sono fatti che non giovano all’immagine della giustizia». Quello dei messaggi è un capitolo della vicenda legata ai durissimi preavvisi del Cm nei confronti dei cinque pp. «L’importante – dice Gianoni – è che ora la commission­e parlamenta­re garantisca ai cinque pp i diritti procedural­i. Pertanto quando riceverà l’incarto dal Cm, dovrebbe metterlo a loro disposizio­ne prima di ascoltarli, affinché possano visionarlo e pronunciar­si con cognizione di causa davanti alla commission­e».

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