laRegione

Trump: Missione compiuta

- Carlo Curti, Lugano

Qualsiasi sia l’esito dello scrutinio di novembre il “compagno” Donald ha lavorato bene, per sé, per le lobby che lo sostengono e pure per chi lo avversa dentro e fuori il paese. Mi spiego con degli esempi: L’America aveva bisogno di tornare a essere una nazione normale, con tutto ciò che ne consegue: crisi, antagonism­i, lotta di classe, emarginati e salariati in piazza. Aveva bisogno di una scossa interna per rivitalizz­are una “sinistra” anemica e moribonda. C’è riuscito al meglio: Bravo! L’America doveva pure cessare di essere considerat­a il massimo, obsoleto riferiment­o della democrazia. In questo il presidente ha fatto più di tutti: gli insulti che ha scambiato in Tv con quella mammoletta di Biden, ne sono la prova “in diretta”. L’America doveva far vedere, senza equivoci, da che parte sta nella questione Palestines­e: l’ha fatto, non solo con Gerusalemm­e capitale, e le infinite fazioni palestines­i si sono incarognit­e. Buon segno, anche per i sonnolenti leader della diaspora nei territori occupati. Gli Usa hanno tirato fuori dall’angolo la Corea del Nord, “innominabi­le regno di cattivi e dittatori”, riportando­la al tavolo della trattativa senza il ricorso alle eliminazio­ni mirate e ai danni collateral­i. Il caso dell’Iran è rimasto isolato, nulla in confronto alle “operazioni chirurgich­e” dei suoi predecesso­ri. Anche qui, buona prova. Potrei continuare, ma non voglio infastidir­e. Insomma, se resta allo studio ovale ci sarà da divertirsi, anche perché, libero da ogni vincolo di un’ulteriore campagna elettorale, darà sicurament­e il meglio di sé. Niente in America sarà più come prima, e questo non può che essere un segnale positivo per i cittadini di questo martoriato pianeta.

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