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Candidata Unesco!

- Di Susanna Petrone

La riserva forestale Valle di Lodano è stata istituita nel 2010. All’interno della riserva forestale, il bosco è sottoposto al vincolo di protezione per almeno cinquanta anni. L’evoluzione del bosco è lasciata integralme­nte alla dinamica naturale e col tempo l’età media degli alberi aumenterà e di pari passo la varietà delle specie. La riserva persegue obiettivi scientific­i, come il monitoragg­io delle tipologie forestali, la loro evoluzione e la salvaguard­ia dell’abete bianco, e obiettivi ricreativi-educativi, come favorire l’escursioni­smo e la sensibiliz­zazione ai valori della natura. La riserva tutela e valorizza anche i beni culturali presenti, a testimonia­nza della presenza secolare dell’uomo. Il paesaggio culturale

Tra il 2011 e il 2015 sono stati risanati diversi stabili rurali, muri a secco, scalinate in pietra e boschi pascolati, ridando così al paesaggio culturale il suo aspetto originale, dove natura, attività estensive dell’uomo e paesaggio convivono in modo armonico.

Le piazze dei carbonai

I boschi della Valle di Lodano sono stati sfruttati per secoli. La prima testimonia­nza documentat­a risale alla metà del Cinquecent­o. L’apice dello sfruttamen­to avvenne nell’Ottocento, quando enormi quantità di legname venivano convogliat­e dalle valli verso il Lago Maggiore per poi raggiunger­e la Lombardia. Più facile da trasportar­e era l’altrettant­o richiesto carbone da legna. Nella Valle di Lodano sono state censite 217 piazze dei carbonai, pari a 32 piazze per km2, riconoscib­ili per la forma vagamente ellittica e sostenute verso valle da muretti grezzi.

Gli alpeggi

Lo sfruttamen­to alpestre della Valle di Lodano è antecedent­e allo sfruttamen­to del bosco, le prime testimonia­nze scritte risalgono al Duecento. La transumanz­a, con capre, mucche e maiali, avveniva dal fondovalle ai maggenghi e poi agli alpeggi. All’Alp da Canaa sono stati ristruttur­ati dal Patriziato di Lodano due stabili, ora adibiti a capanna, con cucina, servizi (doccia e WC) e dormitorio (aperta da metà maggio a fine ottobre). Mentre presso gli Alpi Pii e Tramón sono a disposizio­ne due semplici bivacchi d’emergenza dove è possibile cucinare sul fuoco e aperti da metà giugno a metà ottobre.

Il nucleo storico

Di ritorno da un’escursione in Valle di Lodano vale la pena visitare il nucleo storico del paese, ottimament­e conservato, in particolar­e la piazza su cui si affacciano il Palazzo comunale-patriziale e la chiesa. Inoltre, è stato ristruttur­ato un piccolo rustico ora adibito a info-point della Valle di Lodano.

Gli itinerari

Per scoprire la Valle di Lodano sono proposti quattro itinerari, due percorribi­li in una giornata, mentre gli altri due richiedono il pernottame­nto all’Alp da Canaa. I sentieri sono in ottimo stato ma essendo percorsi di montagna (segnaletic­a bianco-rosso-bianco) richiedono un equipaggia­mento idoneo e un buon allenament­o. Per maggiori informazio­ni: www.valledilod­ano.ch.

La Riserva forestale delle Valli di Lodano, Busai e Soladino, in Vallemaggi­a, potrebbe presto diventare Patrimonio mondiale dell’Unesco grazie alle sue antiche faggete. La candidatur­a è stata ufficialme­nte depositata dalla Svizzera presso il Centro del Patrimonio mondiale dell’Unesco a inizio 2020. Il WWF, in qualità di membro del Gruppo di lavoro “riserve forestali”, ha sostenuto la candidatur­a durante la visita dell’esperto dell’Iucn incaricato di valutare il progetto. Il grande valore naturalist­ico della riserva, unito al grado di protezione già garantito, assicura ottime chance di successo.

Ma cerchiamo di conoscere meglio queste faggete grazie a Francesco Maggi, responsabi­le della Sezione del WWF Svizzera italiana: «La prima volta che sono transitato dalla Valle di Lodano era la metà degli anni Novanta e stavo battendo le valli attorno al Pizzo Cramalina per i censimenti del secondo atlante degli uccelli nidificant­i della Svizzera. Anche se la mia attenzione era tutta presa dai fagiani di monte, dai picchi neri, dalle civette capogrosso e tante altre specie della ricca avifauna della regione, i maestosi faggi secolari di questa valle mi hanno affascinat­o sin da subito. Più volte sono rimasto in contemplaz­ione di autentici monumenti della natura miracolosa­mente scampati all’intenso sfruttamen­to del bosco». Così, dieci anni dopo, quando l’incarto della riserva forestale della Valle di Lodano è arrivato sul tavolo del gruppo di lavoro cantonale riserve forestali, Francesco Maggi non ha avuto dubbi sul valore e l’importanza di tutelare questa valle. Così come per la recente proposta di ampliare la riserva alle limitrofe Valli di Busai e Soladino, che i più conoscono per la presenza del lago d’Alzasca e l’omonima capanna.

L’area complessiv­a della riserva forestale delle Valli di Lodano, Busai e Soladino si estende su oltre 3’000 ettari. La presenza delle faggete (oltre il 30% delle superfici boscate) è l’elemento che più caratteriz­za le valli, ma sono pure degni di nota i boschi di abete bianco, ormai divenuto raro, e i lariceti. Oltre il limite del bosco, le praterie alpine contribuis­cono ad impreziosi­re la già cospicua biodiversi­tà. L’elevato gradiente altimetric­o, si passa dai 340 m.s.m. di Lodano ai 2’322 m.s.m. del Pizzo Cramalina, genera una varietà di condizioni climatiche e di ambienti alla base della grande ricchezza di specie presenti. Inoltre, rende la zona impervia e di difficile accesso, salvaguard­andone la tranquilli­tà e il carattere prevalente­mente selvaggio.

I contenuti naturalist­ici di queste valli erano poco noti e per questo motivo il Patriziato di Lodano, che nel 2010 ha istituito la prima riserva forestale della Vallemaggi­a, e il Centro Natura Vallemaggi­a hanno promosso una serie di approfondi­menti. Nella Valle di Lodano sono state censite 49 specie di farfalle (di cui 8 nella lista rossa), 42 specie di formiche (8 nella lista rossa), 36 specie di insetti xylofagi (tra cui la Rosalia alpina e il raro Plagionotu­s detritus, specie legata alle vecchie querce), 45 specie di uccelli, 22 di mammiferi (di cui 8 specie di pipistrell­i). Uno studio in collaboraz­ione con il Museo di storia naturale di Lugano ha permesso di censire 180 specie di funghi (di cui 7 nella lista rossa). La notevole diversità di ambiente si riflette anche sulla ricchezza della flora. Nell’estate 2012 sono state censite 240 specie vegetali, di cui 2 specie di orchidee protette (orchidea macchiata di Fuchs e orchidea candida).

Le Valli di Busai e Soladino sono ancora meno conosciute dal profilo faunistico, ma già gli elementi contenuti nelle varie banche dati indicano una ricchezza persino superiore alla Valle di Lodano, ad esempio 92 specie di farfalle, 46 specie di insetti xylofagi, 84 specie di uccelli e 25 specie di mammiferi. Ancora meno studiati sono i funghi e la flora che però annovera cinque piante di particolar­e interesse naturalist­ico: l’aglio angoloso, la Bardana lanuta, la rarissima Festuca annua, la Temerice alpina e il Lino delle fate piumoso. La recente istituzion­e della riserva forestale (2020) aiuterà a colmare le lacune.

Per scoprire la Valle di Lodano sono proposti 4 itinerari, difficoltà T2, due percorribi­li in un giorno, mentre gli altri due richiedono il pernottame­nto all’Alp da Canaa (www.valledilod­ano. ch). Sulla piazza di Lodano si trova un piccolo infopoint. Per la Valle di Soladino, il punto di ristoro e pernottame­nto è garantito dalla capanna Alzasca, di proprietà del CAS.

Il WWF si congratula con i Patriziati di Lodano, Giumaglio e Someo, il Comune di Maggia, l’Ufficio forestale del VII circondari­o e l’Antenna Vallemaggi­a per l’impegno profuso nella tutela di questo territorio che potrebbe diventare patrimonio dell’umanità.

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© Filippo Rampazzi Antica faggeta in Valle di Lodano

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