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‘Ci è mancata un po’ di intelligen­za’

Serata storta del Lugano, battuto a Friborgo malgrado la quarantina di tiri

- Di Valdo Baumer

Friborgo – «Dopo due tempi, la linea che mi aveva convinto di più era quella di Herburger, Suri e Bürgler, mentre con i primi due blocchi succedeva poco, e così ho invertito Carr e Fazzini: in una certa misura ha funzionato». Già, ma non abbastanza, per cui Serge Pelletier nel dopo-partita si trova a dover commentare la seconda sconfitta stagionale del suo Lugano. «La scorsa settimana avevamo disputato due partite perfette, invece questo weekend abbiamo faticato a segnare. In entrambi i match eravamo vicini ai nostri avversari, abbiamo tirato più di loro. In alcune occasioni ci è mancata un po’ di intelligen­za e di determinaz­ione sotto porta. Possiamo crescere anche a livello di ritmo».

Un aspetto determinan­te per l’economia della partita sono state le inferiorit­à numeriche, con il Friborgo andato sull’1-0 in 5” e sul 3-1 in 8 (e già venerdì lo Zugo aveva aperto le marcature dopo 3” di powerplay): «In settimana lavoreremo sicurament­e per fare tornare il nostro boxplay ai livelli dello scorso weekend – aggiunge il tecnico quebecois –, ma tanto dipende anche dall’ingaggio iniziale; se lo vinci impedisci all’avversario di impostare un’azione, ma se lo perdi lo lasci subito manovrare in attacco».

Sul fronte dei ticinesi non sono arrivate reti in superiorit­à numerica e poche occasioni, anche quando a quattro minuti dalla fine è uscito Stalberg: «Prima della partita avevamo il miglior powerplay della lega, quindi per una volta possiamo chiudere un occhio, anche se rimane del lavoro da fare. Però in fondo abbiamo segnato con l’uomo in più, in 6 contro 5 senza portiere». Intanto è stata buona la prestazion­e di Zurkirchen, nonostante l’errore sul gol di DiDomenico: «Sandro vorrà sicurament­e rivedere quel tiro. Penso che abbia voluto parare e rilanciare contempora­neamente e si è lasciato anticipare dall’attaccante del Friborgo». È invece mancato l’apporto degli stranieri, in particolar­e di Boedker e Carr: «Trovo che la prestazion­e di Boedker sia stata sul livello di quella del resto della squadra».

Chi ha portato sul ghiaccio la consueta carica agonistica è stato il centro Giovanni Morini: «Dobbiamo considerar­e che abbiamo affrontato due dei migliori portieri della lega (Genoni e Berra, ndr), ma dobbiamo mettere loro più pressione – queste le impression­i del comasco –. Sappiamo che dobbiamo togliere loro la visuale. Abbiamo sì tirato tanto, ma non abbiamo lavorato abbastanza per rendere questi tiri pericolosi. D’altro canto anche noi abbiamo due portieri in forma che ci danno sicurezza».

I bianconeri hanno vissuto il loro miglior momento nei minuti finali del secondo tempo, dopo il pareggio di Wolf: «È stata una buona reazione, che tuttavia ci lascia un po’ di amaro in bocca perché dovremmo giocare così per tutti e sessanta i minuti», osserva il numero 23 dei bianconeri.

Ora su quali aspetti bisognerà concentrar­si? «Dovremo migliorare il boxplay, sia noi centri che dobbiamo vincere più ingaggi, sia tutto il quartetto per difendersi da quelle azioni rapide che in due partite ci sono costate tre gol. Avremo sicurament­e modo di imparare da queste sconfitte, ma vincere è un’abitudine, quindi è meglio vincere più partite possibili».

Anche a Friborgo il potenziale per riuscirci si è visto, ma solo a sprazzi; adesso serve la continuità di rendimento.

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