Quest’anno una recessione meno forte del previsto
Seco più ottimista: Pil giù del 3,8%, non del 6,2%
Berna – La recessione del 2020 sarà meno forte di quanto inizialmente temuto. Stando alle stime della Segreteria di Stato dell’economia (Seco), il prodotto interno lordo (Pil) scenderà quest’anno del -3,8% rispetto al 2019. Il dato è migliore del -6,2% pronosticato in giugno, anche se si tratta del peggiore dal 1975. Anche per quanto riguarda la disoccupazione la previsione è meno negativa: è atteso un tasso del 3,2%, a fronte del 3,8% presunto tre mesi or sono e del 2,3% registrato l’anno scorso.
La ripresa cominciata a fine aprile sulla scia dell’allentamento delle misure di politica sanitaria anti-coronavirus ha superato le aspettative, spiega la Seco in una nota. L’andamento del primo semestre è risultato meno negativo di quanto ipotizzato a inizio estate. Il rilancio è ripreso anche nel terzo trimestre, sebbene abbia interessato maggiormente alcuni rami economici rispetto ad altri.
Nel 2021 vi sarà un effetto di rimbalzo. Il Pil aumenterà rispettivamente del +4,2% e del +3,8% (con e senza effetti degli eventi sportivi). Tre mesi or sono le previsioni erano del +5,3 e del +4,9. Gli esperti della Confederazione si aspettano che verso la fine dell’anno prossimo l’attività economica elvetica ritorni al livello precedente la crisi. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la situazione dovrebbe migliorare, ma solo lentamente: si prevede che la disoccupazione arriverà a una media annua del 3,4 per cento. Numerose sono però le incognite. La situazione potrebbe migliorare. La comparsa di un vaccino, ad esempio, favorirebbe una ripresa congiunturale più rapida. C’è però anche la possibilità che il recupero venga interrotto da un nuovo lockdown o dalla chiusura dei confini, in Svizzera come all’estero.