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I primi cento anni di Ubs a Lugano e Locarno

Evento sottolinea­to dal Ceo Group Sergio Ermotti

- Di Generoso Chiaradonn­a

Erano gli anni del primo dopoguerra. L’Europa era alle prese con le ferite del conflitto bellico fratricida appena conclusosi e che aveva ridisegnat­o la cartina geografica dell’Europa, creando altri assetti geopolitic­i. Pochi anni prima erano crollati gli imperi centrali (quello tedesco e quello austro-ungarico), e l’impero zarista con la nascita dell’Unione sovietica. Il mondo, come oggi, conosceva una pandemia d’influenza spagnola che unita alle difficili condizioni economiche stava facendo, silenziosa­mente, milioni di vittime. La Svizzera di allora non era immune alla situazione creatasi in Europa. Il Ticino, in particolar­e, attraversa­va una crisi economica profondiss­ima. Il 19 gennaio del 1914 il consiglier­e federale Giuseppe Motta aveva messo al corrente il governo di allora delle difficoltà in cui versava il Credito ticinese di Locarno. Il giorno dopo ci fu una riunione d’urgenza tra rappresent­anti del Consiglio di stato dell’epoca, delegati del Consiglio federale e della Banca nazionale svizzera per cercare di contrastar­e una crisi finanziari­a che nel frattempo aveva tramortito anche la Banca cantonale ticinese. Il fallimento quasi contempora­neo di tre istituti bancari (Credito ticinese, Banca popolare ticinese e della Banca cantonale ticinese) aveva distrutto la metà dei risparmi dei ticinesi di allora. In scala locale, una situazione ben peggiore del fallimento della Lehman Brothers del 2008. Le conseguenz­e economiche negative del conflitto bellico europeo avevano fatto il resto.

Una lunga premessa storica per comprender­e il contesto in cui Ubs nel 1920, ancora Unione di banche svizzere, rafforzò la presenza a sud delle Alpi rilevando l’allora Banca Svizzera Americana. Nacquero così le filiali Ubs di Locarno e Lugano che si apprestano a compiere il primo secolo di vita. A Chiasso, già del 1908, era presente una sede di Ubs. Si deve quindi a quella fusione l’inizio di una storia – tra alti e bassi – che ha creato un legame forte tra Ubs e il tessuto economico e sociale ticinese. E ieri per sottolinea­re l’importante ricorrenza era presente a Bellinzona – ‘in territorio neutro’ rispetto alle due città coinvolte – Sergio Ermotti, Ceo Group uscente di Ubs. «Questo è il mio penultimo intervento pubblico in qualità di presidente della direzione di Ubs», ha precisato. L’ultimo sarà verosimilm­ente lunedì prossimo a Lugano in occasione del 100mo – e non è per forza una coincidenz­a – dell’Associazio­ne bancaria ticinese. Presenti alla conferenza stampa c’erano anche Luca Pedrotti, direttore di Ubs Ticino; il consiglier­e di Stato Christian Vitta e Marco Borradori, sindaco di Lugano. Alain Scherrer, sindaco di Locarno, era assente ma è stato letto un suo intervento nel quale ha fatto dei paragoni tra la situazione dell’epoca e quella odierna. Gli anni 20 del secolo scorso, ha ricordato, erano contrasseg­nati da euforia e voglia di mettersi alle spalle i brutti momenti. L’auspicio è quello di superare l’attuale situazione con lo stesso spirito.

Sergio Ermotti, da parte sua, ha ricordato come Ubs sia una banca globale che non dimentica le radici svizzere. «Ci sono stati cambiament­i importanti, sono stati ridotti i rischi; altri cambiament­i arriverann­o, soprattutt­o legati alla digitalizz­azione, ma oggi Ubs è sempre ancorata ai valori elvetici», ha affermato. «Ben 3,6 miliardi di franchi, pari al 12% dei ricavi annuali, sono destinati ogni anno in tutto il mondo a investimen­ti legati all’innovazion­e», ha ricordato Ermotti. Per rimanere al Ticino, «sono 17 le filiali presenti sul territorio (19 se si contano anche le altre due sedi luganesi. Quella in Piazzetta della Posta verrà completame­nte rinnovata con un investimen­to di 10 milioni di franchi, ndr) che occupano 740 dipendenti e servono un terzo delle aziende, un terzo dei profession­isti e formano un apprendist­a su due del settore bancario», ha sottolinea­to Luca Pedrotti ricordando anche la presenza a Manno di uno dei centri di ricerca sull’intelligen­za artificial­e istituito proprio da Ubs. Centro – ha affermato Christian Vitta – che lascia ben sperare sul futuro del settore.

Marco Borradori ha invece sottolinea­to il forte sostegno di Ubs alla cultura con la sponsorizz­azione del Lac e il ruolo di ottimo contribuen­te. La piazza finanziari­a – ha ricordato – «generava, fino al 2008-2009, circa 55 milioni di franchi d’imposte l’anno. Ora siamo attorno ai 15-20 milioni». «Quegli anni non torneranno, ma Lugano continuerà ad avere un rapporto speciale con la piazza finanziari­a e Ubs in particolar­e».

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TI-PRESS Al Castelgran­de di Bellinzona. Da sinistra: Luca Pedrotti, Sergio Ermotti e Christian Vitta

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