laRegione

‘Da Epper resta Gérard, ma che pasticcio...’

E viene lanciato un appello ai nuovi proprietar­i

- S.F.

Nuovi capitoli della Museo-Epper-novela ad Ascona. Ad aggiungere elementi alla vicenda, che ha visto la vendita dello stabile in via Albarelle 14, che fu degli artisti Ignaz e Mischa Epper, al vicino albergo Eden Roc, è Michele Cerciello, già municipale del Borgo. «Ad oggi – spiega – sul Registro di commercio risulta che il recapito della Fondazione Epper è stato spostato in Carrà dei Nasi 1, dove ha sede la Fondazione Rolf Gérard. Il recapito della Fondazione Gérard, invece, risulta in via Albarelle, dove si trova la casa Epper. Ma che pasticcio è mai questo? Quindi, quando il 16 settembre scorso leggevamo su laRegione che “Casa Epper resta luogo d’arte” significav­a che Epper sarebbe stato sostituito da Gérard? Ma perché Epper no e Gérard sì? Chi ci capisce è bravo, io ci rinuncio». Cerciello, che dall’inizio della vicenda si è schierato per il mantenimen­to del Museo Epper in via Albarelle (così come previsto dal testamento di Mischa Epper e dagli statuti della Fondazione, poi modificati per rendere possibile la vendita di casa e giardino e il trasloco della collezione di opere in Casa Gérard), aggiunge altri elementi, ricordando che le dichiarazi­oni rilasciate dal presidente del Consiglio della Fondazione Epper, Maurizio Checchi, lasciano presagire una conclusion­e favorevole della vicenda: «Tanto che il pittore Edgardo Cattori e il gallerista Mario Matasci (che consegnaro­no le 1’500 e più firme per salvare il Museo Epper), pubblicame­nte e su testate diverse, hanno espresso l’uno rassegnazi­one, l’altro una ironica accettazio­ne – ricorda l’intervista­to –. E invece, vengo a sapere che i pronipoti di Mischa Epper hanno impugnato la decisione della Vigilanza sulle fondazioni, che li dichiara non legittimat­i a reclamare alcunché dalla Fondazione Epper. Non so dire quali siano i cavilli giuridici addotti dagli avvocati nel ricorso, ma so che un ricorso dovrebbe avere un effetto sospensivo. A questo punto la questione non è per nulla chiusa e chissà per quanto andrà avanti. Inoltre anche la Commission­e amministra­tiva della Vigilanza sulle Fondazioni ci ha comunicato che prossimame­nte si esprimerà sulla nostra richiesta di verifica dell’operato della Vigilanza. E poi? Proprio non lo so. Che peccato e che perdita di energie, quando, a mio parere, tutto potrebbe risolversi sempliceme­nte». Una soluzione sta nel mecenatism­o Come? «Con un appello al mecenatism­o della famiglia Bechtolshe­imer-Kipp, proprietar­ia dell’Eden Roc e ora anche di Casa Epper – conclude il nostro interlocut­ore –. Se la Fondazione Epper richiedess­e di rimanere con il suo Museo in via Albarelle 14 con un contratto d’affitto a lungo termine, stipulato oggi, dei soli spazi ristruttur­ati che le serviranno, quali la sala espositiva e l’atelier, allora tutta la problemati­ca del Museo Epper in Ascona sarebbe risolta. Verrebbe rispettato (come chiedono i discendent­i di Mischa) il vincolo testamenta­rio che elegge a erede la “Fondazione Ignaz e Mischa Epper con sede in Ascona, in via Albarelle 14”. Inoltre non verrebbe cancellata una parte importante della memoria storica-culturale del borgo e, allo stesso tempo, verrebbe salvato il genius loci della Casa Epper, che si sarebbe perso senza il Museo. È troppo sperare in così poco? Non lo so; ma per favore basta con le chiacchier­e! Passiamo ai fatti».

Ricordiamo che lo stabile in via Albarelle 14 dovrà essere risanato dal nuovo proprietar­io. Il presidente della Fondazione, Checchi, in un’intervista che ci aveva rilasciato a settembre, annunciava che in Casa Epper troveranno nuovamente spazio l’arte e la cultura, con esposizion­i di opere anche dei coniugi Epper, le cui spoglie resteranno nel giardino annesso. Non mancherann­o neppure appuntamen­ti e mostre aperte al grande pubblico. Insomma, un progetto che piace, ma che – stando a Cerciello – potrebbe venir esteso, con un contratto d’affitto e quindi senza spostare (se non per il tempo dei lavori di riattazion­e) le opere degli Epper e la sede del museo nell’edificio della Fondazione Gérard. Edificio di cui nel frattempo la Fondazione Epper è diventata co-proprietar­ia.

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L'entrata dell'ormai ex museo

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