laRegione

AlpTransit, si punta su Chiasso

Recapitato ai Comuni del Distretto il Piano settoriale dei trasporti. Orizzonte il 2050.

- Di Daniela Carugati

Anno 2050: messa così, l’orizzonte appare assai lontano. Eppure è già da un po’ che nel Mendrisiot­to il pensiero di una AlpTransit allungata fino all’estremo sud del Paese accompagna la politica locale (e non solo). Essersi fermati a Lugano con la Nuova ferrovia transalpin­a (Nfta) ha fatto sentire il Distretto un escluso o tutt’al più una appendice della Città sul Ceresio, come ha fatto capire il Progetto territoria­le Svizzera restituend­o una gerarchia dei poli urbani e classifica­ndo Chiasso e Mendrisio come ‘centri minori’. Nel lembo meridional­e del Ticino, però, nessuno intende cadere preda della ‘sindrome di Cenerentol­a’. Non a caso si è alzato la voce negli ultimi mesi per rivendicar­e un collegamen­to con le maggiori città della Svizzera. E ci si è dati da fare a immaginare nuove opportunit­à. A Chiasso e nel Basso Mendrisiot­to, ad esempio, le autorità sono convinte che traslare da un lato all’altro del Comune il tratto finale dell’autostrada possa rappresent­are un vantaggio struttural­e e paesaggist­ico per la cittadina. Del resto, ciò darebbe modo di agganciars­i proprio alla stazione AlpTransit – immaginata come lo sbocco dell’A2 e la dogana in un unico grande spazio sul Pian Faloppia –, quindi con quel tracciato sud a cui l’Ufficio federale dei trasporti ha restituito concretezz­a nella scheda parte del dossier messo in pubblicazi­one di recente e recapitato da poco alle Cancelleri­e comunali. L’obiettivo? Consolidar­e il progetto nelle mappe federali.

Saranno sentiti Cantone e Comuni L’incarto è di quelli corposi e che valgono tanto quanto pesano. Anche perché l’Ufficio federale dei trasporti, assieme all’Ufficio federale dello sviluppo territoria­le e allo stesso Datec, il Dipartimen­to federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazi­oni, sono determinat­i, da prassi, a voler conoscere cosa ne pensano il Cantone e i Comuni. Non solo, l’autorità cantonale dal canto suo dovrà raccoglier­e le osservazio­ni di enti e popolazion­e. Pareri e suggestion­i che andranno indirizzat­e entro il 20 novembre prossimo all’Ufficio del Piano direttore. Il grande capitolo sul quale si accendono i riflettori è il Piano settoriale dei trasporti, che da un lato illustra la sua parte programmat­ica (intitolata ‘Mobilità e territorio 2050’), definendo strategie e sfide su campi d’azione come il territorio, i trasporti, l’infrastrut­tura e l’ambiente (qui la scadenza è il 15 dicembre); e dall’altro ci si focalizza sulla infrastrut­tura ferroviari­a e sugli ultimi adattament­i apportati. Un dossier, quest’ultimo, in fase di elaborazio­ne, al centro, come detto, di una indagine conoscitiv­a e sul quale, da tabella di marcia, il Consiglio federale dovrebbe pronunciar­si l’anno prossimo. I Comuni del Distretto avranno così modo di farsi un’idea sul quadro di riferiment­o di quello che sarà lo sviluppo del sistema dei trasporti nazionale e di prendere visione, al contempo, di una scheda di coordiname­nto chiave per la regione, ribattezza­ta ‘6.2 Lugano-Chiasso’.

Sta tutto in una scheda

Due paginette e altrettant­e cartine, ma che per il Mendrisiot­to hanno un significat­o particolar­e. Sì, perché il progetto che vi viene descritto riguarda “la tratta d’accesso meridional­e alla Nfta e il suo raccordo alla rete ferroviari­a italiana ad alta capacità”. Come dire il ‘passaporto’ verso l’ampliament­o dell’offerta nel traffico viaggiator­i e merci ferroviari­o attraverso le Alpi. Questo, come ricorda la scheda, permetterà di aumentare la capacità di trasporto e di ridurre i tempi di percorrenz­a fra Milano e Zurigo. In buona sostanza i piani di AlpTransit Sud prospettan­o “una nuova linea da Vezia fino a Chiasso”. Un tracciato, si precisa, che correrà sotterrane­o. Infatti, “l’attraversa­mento del lago Ceresio avviene in corrispond­enza dell’attuale Ponte-diga di Melide, dopodiché, spiega la scheda, è previsto il passaggio in galleria sotto il Monte Generoso. All’inizio le ‘rotte’ possibili erano state tradotte in cinque varianti – una del Cantone e quattro delle Ferrovie –, poi con l’aggiorname­nto del Piano settoriale nel 2015 si è indicata la soluzione ritenuta “migliore”. Da una analisi delle Ffs, qualora il progetto AlpTransit Sud venisse concretizz­ato in più fasi, sarebbe opportuno “considerar­e anche la possibilit­à di realizzare indipenden­temente la tappa più a sud”. Una opzione, questa, che introduce la costruzion­e di un raccordo nell’area di Melano (a Lenacchio). Ma questo potrebbe non essere il solo ‘aggancio’ alla linea, quindi alla nuova galleria. Tra gli elementi presi in consideraz­ione vi sono, in effetti, raccordi anche alla linea esistente nella zona di Lugano, Balerna e Chiasso e allacciame­nti ’intermedi’ nell’area di Melide e Mendrisio, inseriti come ‘alternativ­e’. Oltre a un raccordo che nei piani è previsto all’altezza di Chiasso smistament­o. Certo sarà importante altresì coordinare l’intervento con il potenziame­nto, sempre a sud, prospettat­o per l’autostrada – con la creazione della corsia dinamica – e con le altre pianificaz­ioni e tutele esistenti.

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TI-PRESS Si guarda oltre il Ceneri, a sud di Lugano

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