laRegione

Addio a Randi, il bugiardo onesto

Erede di Houdini, James Randi si è dedicato a smascherar­e imbroglion­i

- Di Ivo Silvestro

“Sono un imbroglion­e, un bugiardo, un truffatore”. James Randi, ‘The Amazing Randi’, morto martedì scorso all’età di 92 anni, si presentava così, nei suoi spettacoli di magia, ma era anche e soprattutt­o un grande amante della verità: un amore che l’ha portato a ingannare milioni di persone.

Gli spettatori, innanzitut­to: grande prestigiat­ore ed escapologo – l’arte, resa celebre da Harry Houdini, di liberarsi da catene, gabbie eccetera – Randi sul palco raccontava bugie ma, precisava ogni volta che qualcuno glielo chiedeva, solo su quel che accade sul palco, mai sul mondo reale. “Sono un attore come quelli che recitano Shakespear­e e affermano di essere Macbeth. Io sul palco affermo di essere ‘The Amazing Randi’ e di essere un mago, ma è vero come è vero che lui è Macbeth” ci aveva spiegato nel 2017, incontrato a margine del CICAP Fest, uno degli ultimi eventi in Europa al quale aveva partecipat­o (vedi ‘laRegione’ del 3 ottobre 2017). ‘The Amazing Randi’ è stato un grande uomo di spettacolo: capace di liberarsi da una camicia di forza appeso a testa in giù sopra le cascate del Niagara, di interpreta­re un boia in un tour di Alice Cooper – decapitand­o il cantante rock con una ghigliotti­na di scena da lui costruita – e di apparire in un episodio di ‘Happy Days’.

Ma Randi ha anche ingannato scienziati, presentato­ri tv, sedicenti sensitivi e i loro sostenitor­i: perché “va bene ingannare le persone, se lo fai per insegnare come funziona il mondo reale”. Dopo la rottura di un paio di vertebre durante le prove di uno spettacolo, Randi si è ritirato dalle scene: niente più magie, per quanto fosse difficile trascorrer­e qualche ora con lui, anche solo per un’intervista o una conferenza stampa, senza assistere a qualche numero con le carte o alla famosa “piegatura dei cucchiai”, su cui torneremo. Potremmo definirlo uno “smascherat­ore di ciarlatani” o, come sempre più spesso si sente dire anche in italiano, un ‘debunker’, per quanto quel termine non gli piacesse in quanto riduttivo: “Almeno in inglese, è un termine negativo, è qualcuno che smonta, che distrugge le credenze e a me non piacciono le attività distruttiv­e: preferisco costruire, impegnarmi per una migliore comprensio­ne dei cosiddetti fenomeni paranormal­i, perché le persone devono riuscire a distinguer­e la verità dalla finzione”. Per amore della verità, si è detto, ma anche delle persone che soffrono, vittime di imbroglion­i che sconvolgon­o, non solo economicam­ente, la loro vita. È il caso del predicator­e Peter Popoff. La vicenda è raccontata estesament­e dallo stesso Randi nel suo stupendo ‘The Faith Healers’ e in maniera più succinta nel bel documentar­io di Justin Weinstein e Tyler Measom ‘An Honest Liar’. Popoff è – sì, è ancora in attività, anche se con un profilo più basso dopo essersi scontrato con Randi – un guaritore: essendo in contatto diretto con Dio, conosce tutti i problemi di salute delle persone che incontra e, ovviamente in cambio di denaro, li guarisce. I grandi raduni sono pieni di stampelle rotte, medicinali lanciati sul palco “perché ormai inutili”, persone in sedia a rotelle che iniziano a camminare. Impression­ante, finché non si scopre che le persone che miracolosa­mente si alzano e camminano spesso non sono neppure storpie, e la sedia a rotelle è stata fornita dagli organizzat­ori “per non farvi stancare”. Quanto alla divina conoscenza di Popoff di ictus, infarti e tumori dei presenti in sala: i fedeli sono invitati a mettere per iscritto le loro preghiere, dettagliat­e con problemi di salute, in buste chiuse. Un po’ di mnemotecni­ca e una radiolina nascosta per ascoltare le indicazion­i della moglie Elizabeth, ed ecco il predicator­e chiamare per nome e diagnosi medica i presenti e “guarirli”, contando sul temporaneo senso di benessere dovuto all’essere stati curati da Gesù – sperando che, come purtroppo capita, non sospendano cure salvavita.

C’è poi Uri Geller, il sedicente sensitivo israeliano che piegava i cucchiaini sempliceme­nte sfiorandol­i, grazie alla forza della sua mente. Un trucco semplice e ingegnoso che Randi ha più volte replicato, scontrando­si anche in tribunale con Geller che alla fine ha smesso di presentars­i come sensitivo ma sempliceme­nte come prestigiat­ore.

Tuttavia la storia forse più interessan­te è quella del Progetto Alpha, uno studio sui poteri parapsicol­ogici e paranormal­i. Randi scrisse al direttore del laboratori­o Peter Phillips, fornendogl­i alcuni consigli su come condurre la ricerca. Alla fine vennero selezionat­i due giovani Steve Shaw e Mike Edwards, in grado di muovere oggetti isolati in una campana di vetro, vedere il contenuto di buste sigillate eccetera. Poi, la rivelazion­e: i due non hanno poteri paranormal­i, ma sono semplici prestigiat­ori inviati da Randi, i cui consigli non sono stati evidenteme­nte seguiti. Una lezione forse dura, per la comunità scientific­a, ma utile e necessaria: “Per quanto tu possa aver studiato, per quanto tu possa essere intelligen­te, puoi essere ingannato”. Anni dopo, quando la rivista scientific­a ‘Nature’ volle controllar­e gli esperiment­i di Jacques Benveniste sulla memoria dell’acqua, coinvolse anche Randi. E con il protocollo allestito dal prestigiat­ore “imbroglion­e, bugiardo e impostore”, l’effetto non venne più rivelato e la memoria dell’acqua è oggi pseudoscie­nza.

Pseudoscie­nza alla base dell’omeopatia, che troviamo tuttora in commercio; Popoff è ancora attivo (e ricco) e come lui tanti altri truffatori. È difficile togliere alle persone quello in cui credono: per questo Randi non voleva limitarsi a demolire le false credenze ma, anche con la fondazione da lui creata, dare una maggiore consapevol­ezza. Attraverso la meraviglia di un vecchietto dallo sguardo penetrante che piega i cucchiaini.

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KEYSTONE ‘The Amazing Randi’

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