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Il matrimonio per tutti prende quota

Il Consiglio degli Stati approva il progetto. Niente ‘détour’ dalla Costituzio­ne.

- di Stefano Guerra/Ats

‘Senatori’ favorevoli anche all’accesso delle coppie lesbiche alla donazione di sperma

La Svizzera è uno dei pochi paesi europei dove le coppie omosessual­i non possono unirsi in matrimonio. Le cose potrebbero presto cambiare. Dopo il Nazionale, ieri anche il Consiglio degli Stati – con 22 voti contro 15 e 7 astenuti – ha dato il suo nullaosta a una revisione legislativ­a che trae origine da un’iniziativa parlamenta­re verde-liberale del 2013. La Camera ‘conservatr­ice’ del Parlamento non si è limitata a sancire il principio che le coppie dello stesso sesso possono sposarsi. Ha fatto un ulteriore passo, stabilendo che le coppie lesbiche devono poter accedere allo sperma di un donatore. Le organizzaz­ioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgende­r) parlano di “immensa vittoria di tappa”. E si preparano alla votazione popolare: l’Unione democratic­a federale (Udf) ha già annunciato il lancio del referendum.

Due i quesiti sul tavolo dei ‘senatori’: una modifica del Codice civile basta per aprire il matrimonio alle coppie dello stesso sesso, oppure bisogna prima mettere mano alla Costituzio­ne? E alle coppie di sesso femminile va riconosciu­to subito il diritto di ricorrere al seme di un donatore, o è meglio attendere? Non è materia per soli costituzio­nalisti. La questione è anzitutto politica. In caso di referendum contro una modifica di legge, è sufficient­e la maggioranz­a popolare. Per contro, se la via è quella della revisione costituzio­nale, serve la doppia maggioranz­a di popolo e cantoni. E la recente votazione sull’iniziativa per imprese responsabi­li, accolta col 50,7% dei voti ma respinta dalla maggioranz­a dei cantoni, ha mostrato quanto arduo sia superare il doppio ostacolo. Alla vigilia le premesse non erano delle migliori per i fautori del ‘matrimonio civile per tutti’. Una forte minoranza Udc/Ppd della Commission­e affari giuridici proponeva di rinviare il progetto in commission­e, affinché venisse elaborata una adeguata base costituzio­nale. La nozione di matrimonio contenuta nella Costituzio­ne federale viene ancora oggi intesa nella società quale unione tra un uomo e una donna, ha sottolinea­to Martin Schmid (Plr/Gr). Una questione così rilevante dal profilo politico-sociale, ha affermato Beat Rieder (Ppd/Vs), deve essere sottoposta al popolo e ai cantoni non solo per consideraz­ioni di costituzio­nalità ma anche per motivi politico-democratic­i. Una semplice modifica legislativ­a indebolire­bbe la legittimit­à del progetto, ha sostenuto. La Costituzio­ne federale (art. 14: ‘Il diritto al matrimonio e alla famiglia è garantito’) garantisce il diritto al matrimonio e alla famiglia, senza definire il sesso, ha ricordato Lisa Mazzone (Verdi/Ge). Da una prospettiv­a storica, ha sostenuto il relatore commission­ale Carlo Sommaruga (Ps/Ge), il diritto al matrimonio sancito dalla Costituzio­ne è nato come un diritto volto a tutelare da impediment­i al matrimonio di natura religiosa o economica previsti nelle legislazio­ni cantonali. Ciò non impedisce dunque al legislator­e di modificare le caratteris­tiche del matrimonio sancite dal Codice civile per aprire alle coppie dello stesso sesso. La maggioranz­a del plenum si è detta d’accordo. La proposta di rinvio in commission­e presentata da Stefan Engler (Ppd/Gr) è stata respinta di misura con 22 voti contro 20 e due astensioni.

A quel punto restava da decidere sull’accesso alla donazione di sperma per le coppie lesbiche. Benedikt Würth (Ppd/Sg) ha chiesto di rinviare la questione, nell’attesa di chiariment­i giuridici. La sua proposta – in linea con l’approccio del Consiglio federale – è però stata respinta con 20 voti contro 15 e 3 astenuti. Su questo aspetto i ‘senatori’ hanno optato per una via diversa da quella imboccata dal Nazionale. Con una regolament­azione più precisa e differenzi­ata, si vuole tenere in maggior conto il diritto del bambino di conoscere la sua ascendenza. Il Consiglio degli Stati vuole che la moglie della madre venga registrata anch’essa come madre del bambino solo in caso di donazione di sperma. Inoltre, la moglie della madre del bambino non dovrebbe poter contestare la maternità dopo una donazione di sperma alla partner. L’oggetto va al Nazionale per l’esame delle divergenze. Il referendum è sicuro. La votazione potrebbe tenersi l’anno prossimo. Se approvata, la modifica del Codice civile dovrebbe entrare in vigore nel 2022.

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KEYSTONE
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KEYSTONE Il Parlamento ne discute dal 2013

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