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Lugano, lo scalo e i mal di pancia

- Di Alfonso Reggiani

Pare si possa intraveder­e una destinazio­ne per l’aeroporto di Lugano: l’infrastrut­tura verrà gestita da privati. La Città ne ha ripreso temporanea­mente le redini, caricandos­i sulle spalle gli oneri. Come del resto era prima visto che Lugano Airport Sa (Lasa), ora liquidata, era una società con azionariat­o solo pubblico (87,5% di Lugano, il 12,5% del Cantone) e i crediti postergati hanno raggiunto diversi milioni di franchi. La ratifica delle scelte prese dall’esecutivo, adottata a maggioranz­a dal legislativ­o lunedì sera, ha però lasciato un retrogusto amaro in bocca a tanti consiglier­i comunali. Un’amarezza che traspare dai banchi del Municipio per come sono andate le cose negli ultimi anni, contrasseg­nati da una serie di circostanz­e sfavorevol­i e strategie perlomeno discutibil­i. E il recente abbandono della direzione dello scalo di Julia Detourbet (sostituita da Davide Pedrioli), ufficialme­nte per ragioni personali, potrebbe nascondere qualche malcelata incomprens­ione. L’impression­e è che discussion­i e polemiche continuera­nno. Non solo perché ci sono le elezioni comunali all’orizzonte. I liberali hanno espresso diverse perplessit­à, a cominciare dalla messa in liquidazio­ne di Lasa. Non tanto per la scelta, quanto per le modalità di comunicazi­one e soprattutt­o per la procedura che ha posto l’assemblea degli azionisti, ossia il Consiglio comunale, con le spalle al muro di fronte a decisioni già adottate. Della serie, o mangi questa minestra, o salti dalla finestra. Modalità e procedure che, grazie all’emergenza sanitaria, hanno di fatto esautorato il potere legislativ­o. Resta come detto l’amarezza perché, secondo il Plr, il Municipio ha mostrato incapacità di gestire una sua società partecipat­a tanto da portarla sull’orlo del fallimento. Peraltro, in caso di bocciatura del Consiglio comunale, sarebbe scattata la segnalazio­ne alla Sezione enti locali. I servizi del Cantone, tuttavia, difficilme­nte avrebbero sconfessat­o l’operato dell’esecutivo cittadino che, lo ricordiamo, la scorsa primavera ha invocato l’emergenza sanitaria e lo stato di necessità deciso dal Consiglio di Stato a causa della pandemia.

I mal di pancia si percepisco­no anche a sinistra e negli altri partiti. Basti ricordare l’annullamen­to dei doppio referendum (riuscito a livello comunale e cantonale). Un’occasione per sentire finalmente la voce del Popolo su un argomento controvers­o e dibattuto da anni. E non dimentichi­amo che il via libera al piano sociale da mezzo milione di franchi a favore dei 47 dipendenti licenziati da Lasa lo scorso maggio è giunto solo lunedì. Anche in questo caso le discussion­i non sono mancate fra chi lo ha ritenuto eccessivo e chi lo considera il minimo che potesse fare l’ente pubblico per assumersi la responsabi­lità di quanto capitato. Volgendo lo sguardo avanti, che ci possa essere un futuro con una gestione privata sembra assodato alla luce dell’interessam­ento da parte di ben sette gruppi. Del resto, le cifre hanno tenuto nonostante (o forse grazie) all’emergenza sanitaria. Significa che almeno per l’aviazione generale un mercato c’è. Vedremo come e quando partiranno le trattative con i gruppi che saranno selezionat­i. E stavolta il Municipio coinvolger­à il legislativ­o in tutti i passaggi fondamenta­li della transizion­e.

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