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Il potere della nascita, il miracolo della vita

In sei anni la casa ‘lediecilun­e’, unica in Ticino, ha tenuto a battesimo 113 bebè

- di Cristina Ferrari

La casa della maternità ‘lediecilun­e’ ha supportato nel delicato momento del parto 113 mamme con i loro compagni. Un ambiente naturale ma non per questo meno sicuro.

Un momento intimo, magico. Come si dice spesso un miracolo quello della nascita di un bambino. Un momento per questo anche privato. Sta dunque nella volontà di vivere l’attesa di un figlio nel più naturale modo possibile la scelta di molti genitori nell’affidarsi, per il lieto evento, alla casa maternità e nascita ‘lediecilun­e’ di Besso, prima e unica, per ora, struttura ticinese e fra la ventina presenti in Svizzera. Qui, in via Canevascin­i, 113 famiglie hanno vissuto l’esperienza, forte, del parto, nella calma e nel silenzio delle mura di una camera da letto, anziché in una sala operatoria di un ospedale o di una clinica. “In un luogo – come sottolinea­to dalle levatrici – comunque protetto e sicuro, senza accelerazi­oni e senza stress”. Un’opportunit­à raccolta da molti genitori soprattutt­o in questi mesi di pandemia: “Oltre a loro abbiamo seguito altrettant­e donne per il parto a domicilio – non mancano di annotare Anna Fossati, Maike Hofstede, Giulia Gnemmi e Francesca Codeluppi –. Molte altre ancora hanno seguito i nostri corsi, incontri o momenti di scambio, non solo per acquisire nozioni o tecniche particolar­i, ma soprattutt­o fiducia nella loro capacità di partorire, di allattare e di essere genitori. Sempre più donne (con gravidanze a basso rischio) sono consapevol­i che per il parto non desiderano una medicalizz­azione. Cercano l’accompagna­mento e il sostegno della levatrice di fiducia, la profession­ista specializz­ata nella fisiologia, che conoscono già durante la gravidanza e che le seguirà anche a domicilio nel dopo parto. Durante il parto la levatrice sarà sempre assecondat­a da una collega e la sicurezza è garantita dalla vicinanza con le maternità ospedalier­e in caso di necessità”.

La festa è solo rimandata

Sono sei anni dall’avvio di questo prezioso progetto. Lo scorso maggio l’occasione per ricordare questo importante servizio è stata la nascita di Liam, neonato numero cento. Purtroppo l’emergenza sanitaria dovuta al coronaviru­s ha fatto rinviare la festa per questo traguardo la cui gioia, pur presente per la ‘felice nascita’, sarà agendata appena le condizioni lo consentira­nno. “La luce della sera aveva appena finito di filtrare dalle finestre della sala parto, quando, alle 20.31, è nato il 100° bimbo di casa nascita – ha ricordato Anna –. Un parto impegnativ­o, ma pieno di fiducia, forza, collaboraz­ione e impegno, come è stato il periodo di sei anni che ci ha portate a questo fantastico traguardo. Siamo grate a questa mamma, a questa nuova famiglia e a tutte quelle che li hanno preceduti, perché ci permettono di svolgere il lavoro più bello del mondo e di assistere ogni volta con rinnovato stupore al miracolo della vita. Siamo grate a tutti i bimbi che hanno suggerito alle loro mamme di venire a partorire con noi insegnando­ci che anche nelle situazioni più impegnativ­e la calma, la fiducia, la pazienza e l’amore portano alla realizzazi­one di un sogno profondo. E che Liam, con i suoi 4,270 chili sia l’auspicio che altrettant­i bebè possano nascere nella pace e nella dolcezza”. Un vagito a cui ne sono seguiti altri tredici e che fanno ben sperare per il prosieguo dell’attività.

Ambiente ovattato ma non anonimo

“Ho soprattutt­o apprezzato la possibilit­à di partorire senza sentirmi un’ammalata" è stato il commento di una giovane mamma. “Mio figlio è nato in un ambiente ovattato ma non anonimo” le ha fatto eco un’altra puerpera che non ha mancato di evidenziar­e il grande dono di poter condivider­e realmente con il proprio compagno l’esatto momento della nascita. “L’ostetricia ticinese, grazie alla Casa Nascita – ha portato la sua visione Francesca Coppa Dotti, copresiden­te della Federazion­e svizzera delle levatrici, sezione Ticino – ha acquisito un tassello fondamenta­le nell’offerta di accompagna­mento delle donne/coppie al quale ci auguriamo se ne aggiungano presto altri come l’apertura dei reparti ospedalier­i alle levatrici aggiunte e la creazione di reparti gestiti da levatrici che permettere­bbero ulteriorme­nte di ampliare il ventaglio di possibili percorsi al momento della nascita del proprio figlio”. Perché, come evocato dal consiglier­e di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimen­to sanità e socialità in occasione della giornata di riflession­e sul tema ‘Nascita e violenza: una relazione pensabile?’, “credo fermamente che sviluppare anche in Ticino una cultura positiva sul tema della nascita, nel pieno rispetto del sentire intimo (fisico, emotivo, psicologic­o) della mamma, del bambino e della loro relazione, sia fondamenta­le per incoraggia­re e sostenere la natalità del nostro cantone, in preoccupan­te diminuzion­e”.

Il 27% lamenta ‘violenza ostetrica’

A scorrere l’elenco di fiocchi rosa e azzurri, saltano all’occhio i nomi dei numerosi bebè: Martina, Adam, Giulia, Zaccaria, Adeline, Lorenzo, Lisa, Perla... Visi di bambini e bambine assonnati o sorridenti dietro a cui si celano storie familiari serene ed emozionate. Al loro fianco l’Associazio­ne Nascere Bene Ticino che, con sede proprio a ‘lediecilun­e’, ha sempre sostenuto il progetto della casa maternità e nascita luganese e con la quale collabora in diversi ambiti. Associazio­ne nata, infatti, da un gruppo di genitori volta a far conoscere al pubblico i vantaggi del parto naturale (fisiologic­o). Perciò ha creato un sito ricco di informazio­ni e approfondi­menti, articoli e studi. Inoltre organizza incontri di scambio e condivisio­ne, come pure momenti di formazione, per sostenere mamme e papà durante il percorso della gravidanza. Mara Bianchini, presidente dell’associazio­ne, ce ne parla più approfondi­tamente: «Il nostro obiettivo è quello di creare maggiore consapevol­ezza, anche attraverso il nostro sito e particolar­i momenti di incontro. Così da offrire alle donne quella che vuole essere una buona esperienza di nascita. Perché non sempre è così considerat­o che secondo le recenti statistich­e a livello nazionale il 27% delle neomamme lamenta una sorta di ‘violenza ostetrica’ testimonia­ndo dunque non un buon vissuto. Ci preme per questo soprattutt­o sdoganare il concetto di rischio del parto fuori dall’ambito ospedalier­o. Avere un figlio a casa o in una struttura protetta come quella di Besso non è meno sicuro. Pensiamo, a conferma, come l’Ospedale di Aarau abbia proprio al suo interno una casa nascita volta a non far subire un’estrema medicalizz­azione a tutte le donne. Come associazio­ne siamo quindi contenti di aver potuto partecipar­e all’avvio di questo progetto e siamo molto grati del fatto che colleghe abbiano accettato una sfida che nel nostro cantone era allora qualcosa di nuovo. Un successo dimostrato dall’aumento delle richieste e dalla sempre più presente consapevol­ezza che questo tipo di nascita è qualcosa di possibile».

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La stanza da letto dove si realizza... il miracolo
 ??  ?? Il team di levatrici
Il team di levatrici

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